Da La Stampa del 04/11/2004
Originale su http://www.lastampa.it/redazione/news_high_tech/archivio/0411/buongior...

La societa' si difende: «chiariremo tutto». in borsa il titolo perde il 6,6%

Lo spamming affonda Buongiorno

Denuncia della Gdf: violata la privacy di 450 mila utenti Internet

di Paolo Colonnello

MILANO. L'accusa è quella più classica di truffa aggravata. Ma la circostanza è invece del tutto inedita e riguarda la gestione dei dati personali in Internet con l'invio di pubblicità non gradita via e-mail. E soprattutto coinvolge la società leader nel settore della musica e della pubblicità in rete, Buongiorno Vitaminic, quotata al Nasdaq americano e al Nuovo mercato, dove ieri ha perso il 6,62 per cento chiudendo a 1,69 euro.

È questo il tema della nuova inchiesta avviata dalla procura milanese e dalla Guardia di Finanza che si è concretizzata con un avviso di fine indagine e l'invio di due avvisi di garanzia all'amministratore delegato Andrea Casalini e al responsabile del trattamento dati della società internet di Parma. Tutto è partito sei mesi fa con la denuncia del titolare della Clever Internet Company, una società milanese proprietaria del sito «Fuorissimo» (gossip e amenità varie) che aveva stipulato un contratto con la Buongiorno Vitaminic per la gestione di una news letter e della mailing list del sito: circa 450 mila persone che adesso vengono considerate parti lese dalla procura. Secondo la Clever, dopo la rottura del contratto con la Buongiorno Vitaminic, quest'ultima avrebbe continuato ad utilizzare gli elenchi dei clienti di «Fuorissimo» bombardandoli di pubblicità sulle loro poste elettroniche, il cosiddetto «spamming», in molti casi senza possibilità di eliminare i messaggi non autorizzati e di cancellarsi dalla news letter. Non solo, stando alla denuncia della Gdf, la società sotto inchiesta avrebbe anche impedito alla Clever di accedere alla preziosa mailing list bloccando la password della società.

Secondo l'accusa, che contesta a Buongiorno di aver utilizzato anche liste «istituzionali» relative a dipendenti di Comune, Regione e Provincia (da qui la contestazione dell'aggravante) ne sarebbe derivato un immediato e rilevante vantaggio per il mancato pagamento degli introiti al titolare del sito internet e per l'abusiva diffusione dei messaggi pubblicitari sulla propria attività. «Truffa informatica», articolo 640 ter, il reato individuato dal pm titolare dell'inchiesta, Gianluca Bragò, ma anche accesso abusivo a un sistema informatico e illecito trattamento dei dati personali in base al nuovo testo unico sulla privacy. Ed è per questo che contestualmente ai provvedimenti inviati ai responsabili di Buongiorno Vitaminic è partita anche una segnalazione al Garante della Privacy che, all'esito del processo, dovrà pronunciarsi sull'irrogazione di una sanzione amministrativa a titolo di risarcimento danni nei confronti di chi è stato vittima dello spamming, pari a 250 euro per ogni comunicazione indesiderata.

Ma l'inchiesta prosegue. Tenuto conto che Buongiorno Vitaminic gestisce numerosi database contenenti i dati personali di quasi 50 milioni di persone, tra italiani e stranieri, le indagini vogliono ora verificare se si siano verificate altre violazioni alla normativa sulla privacy.

Buongiorno Vitaminic si difende dichiarandosi «tranquilla» e negando nel modo più assoluto di aver continuato a gestire una lista di terzi dopo la risoluzione del contratto, voluto da Buongiorno stessa, «nell'ambito di un programma di miglioramento degli standard di gestione e tutela della privacy», imposto dalla società alle terze parti ospitate sulla propria piattaforma. In un comunicato si legge che «più specificatamente dal 2002 Buongiorno, prima in Europa, ha adottato nell'ambito della procedura di raccolta dei dati personali degli iscritti alle newsletter proprietarie la regola del "double opt-in", ovvero la richiesta agli utenti di confermare una seconda volta l'iscrizione a ricevere informazioni e pubblicità via e-mail». Una procedura, scrive Buongiorno, che non tutti i clienti hanno accettato di sottoscrivere come ad esempio la società che li ha denunciati e nei cui confronti ora Vitaminic si riserva di «assumere le più opportune iniziative giudiziali».

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