Da La Repubblica del 08/11/2004

Manifestazioni, appelli, leggi di iniziativa popolare: la destra cattolica e i vescovi reagiscono alle aperture su gay, divorzio e eutanasia

Spagna, Chiesa all´attacco "Fermiamo Zapatero"

Campagna contro le riforme socialiste

In preparazione una marcia a Madrid, sit-in contro l´aborto davanti alle cliniche

di Alessandro Oppes

MADRID - Nelle parrocchie e su Internet, con il volantinaggio e la raccolta di firme, tra solenni dichiarazioni episcopali e proposte di legge di iniziativa popolare: le prove generali della sfida cattolica al "blasfemo" Zapatero sono già cominciate. Ma la prima, spettacolare campagna di massa lanciata dalla Conferenza episcopale affronta un tema che - potrà sembrare paradossale - non è tra quelli indicati come prioritari dalla fittissima agenda sociale del governo socialista: l´eutanasia. Sette milioni di volantini stampati per «mobilitare le coscienze dei fedeli cattolici» per combattere quella che secondo la Chiesa «è una forma di omicidio», verranno distribuiti alle porte delle chiese, all´uscita dalla messa. Eppure il governo Zapatero ha già annunciato che il dibattito sulla depenalizzazione dell´eutanasia non verrà affrontato nel corso di questa legislatura. Così l´iniziativa dei vescovi è apparsa a molti come un primo collaudo della capacità di mobilitazione del mondo cattolico in vista di nuove, clamorose proteste che verranno organizzate nei prossimi mesi. Si vocifera di una grande manifestazione in programma a Madrid per il mese di dicembre, anche se nessuno, per ora, conferma.

La politica sociale del governo socialista raccoglie, secondo i sondaggi, il consenso della stragrande maggioranza degli spagnoli, ma le riforme annunciate - con impietosa rapidità - nei primi mesi di governo hanno gettato nel panico la gerarchia ecclesiastica e i settori del movimentismo più tradizionalista. Che non ha tardato a organizzare la controffensiva, nel tentativo di bloccare leggi che sembrano ormai cosa fatta: dai matrimoni gay al "divorzio express", alla riforma educativa che toglie alla religione il carattere di materia computabile per la valutazione finale.

«Hazteoir.com» (fatti sentire) è un sito web ma anche qualcosa di più: raccoglie le inquietudini di cittadini politicamente orientati a destra. Forte dei suoi diecimila «contatti» quotidiani, «Fattisentire» diventa di fatto un movimento e pretende di essere considerato come un interlocutore dal governo e dalle istituzioni pubbliche. «Il Psoe non accetta la nostra proposta di dialogo», si lamenta il presidente Ignacio Arsuaga. «In queste settimane abbiamo ricevuto migliaia di messaggi nei nostri forum, e sono tutti dello stesso tenore: "Facciamo qualcosa", è la richiesta pressante. E´ arrivato il momento di mobilitarci». Mobilitarsi. Ma in che modo? Ad esempio appoggiando la manifestazione contro l´aborto organizzata da "Medici per la vita" e dall´Associazione vittime dell´aborto davanti alla sede del Partito socialista, che ha riunito una settimana fa 15 mila persone.

Ma prima della grande mobilitazione di piazza, la destra cattolica punta sulla carta della iniziativa di legge popolare. Mezzo milione di firme da raccogliere entro sei mesi (si è cominciato tre settimane fa) per modificare due articoli del codice civile in modo da riaffermare un altro principio che vacilla: «Il matrimonio è un´istituzione esclusivamente eterosessuale». Così il Foro spagnolo per la famiglia (che sostiene di rappresentare quattro milioni di nuclei familiari) ha lanciato la sua campagna attraverso un sito Internet creato per l´occasione, «noesigual.com» («non è uguale», in riferimento alla differenza tra la coppia gay e l´unione tra uomo e donna).

Per chi obietta che queste minacce di mobilitazione potrebbero essere interpretate come una crociata contro gli omosessuali, la risposta è netta: «Non vogliamo discriminare nessuno», dice José Ramón Losana, presidente della Federazione delle famiglie numerose. «Anzi, ad essere discriminata, finora, è stata proprio la famiglia, sia durante il governo Aznar sia, per quello che abbiamo visto, in questi primi mesi di governo Zapatero». Chiedono gli assegni familiari per i figli a carico e minacciano, in caso contrario, di unirsi alla grande mobilitazione che verrà.

Ma se nelle associazioni e nei movimenti si mantiene, almeno nella forma, un atteggiamento tollerante, dai corridoi di curia cominciano ad arrivare, sempre più numerose, dichiarazioni scomposte o isteriche. Come quella del vescovo di Alcalá de Henares, storica città universitaria alle porte di Madrid. «Essere omosessuale è una anormalità psicologica. Diciamo le cose come stanno: sono degli invertiti», tuona monsignor Jesús Catalá. I toni non sono sempre questi, ma comunque la polemica si infiamma. L´arcivescovo di Valencia denuncia il «nazional-laicismo» del Psoe e «l´intolleranza contro i cristiani». Parole che trovano autorevole ispirazione in Vaticano, dove il cardinale Julián Herranz, dell´Opus Dei, il prelato spagnolo con il più alto incarico nella Curia romana, continua a menare fendenti contro il governo Zapatero: nella sua ultima dichiarazione parla di «totalitarismo agnostico» e «fondamentalismo laicista». Di fronte a questa situazione di «emergenza», il cardinale di Madrid Rouco Varela sembra si sia convinto - nonostante le sue pessime condizioni di salute - a ricandidarsi alla presidenza della Conferenza episcopale per un terzo mandato. Il lavoro da fare è parecchio, a cominciare dalla difesa della traballante ora di religione. La riforma della scuola di Aznar prevedeva che la materia venisse inserita nella valutazione finale dell´alunno, ma Zapatero ha subito bloccato la legge provocando un altro grave dispiacere alla gerarchia. Che ora si mobilita, chiedendo a tutti i parroci, in chiusura di omelia, di raccogliere firme per far arrivare un messaggio chiaro alla Moncloa: «Lo Stato non è competente in materia di formazione religiosa».

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