Da The New York Times del 08/11/2004

I ribelli costruiscono un perimetro di barricate ed esplosivi e preparano la guerriglia urbana

I marines isolano Falluja "Ci saranno molte vittime civili"

"Libereremo la città dai guerriglieri Se cercheranno di opporre resistenza li uccideremo"
"Tutte le vie di accesso sono state chiuse, il traffico è stato fermato. Quasi ultimati i preparativi per l´assalto"

di Dexter Filkins, James Glanz

NEI PRESSI DI FALLUJA - I blindati americani attraversano rombando i villaggi che circondano Falluja, la città nel cuore dell´insurrezione sunnita in Iraq, mentre in cielo gli aerei militari tengono d´occhio le posizioni dei ribelli e sul terreno i soldati moltiplicano i preparativi di quello che pare proprio un imminente assalto alla città.

All´interno di Falluja i guerriglieri, che di giorno si nascondono confondendosi con una popolazione sempre più assottigliata e afflitta, hanno allestito intorno alla città un perimetro difensivo e affermano che sconfiggeranno gli americani o moriranno per una giusta causa.

I marines che si radunano fuori dalla città combatteranno casa per casa, mentre alcuni equipaggi americani hanno munito i loro veicoli blindati di pale meccaniche a caricamento frontale, concepite per dissotterrare le bombe e gli esplosivi seppelliti lungo le strade che dovranno percorrere. «Libereremo la città dai guerriglieri - afferma il tenente colonnello Gary Brandl, comandante di circa 800 marines presso la base alle porte della città - Se opporranno resistenza li uccideremo». Secondo fonti d´intelligence il 75-80 per cento della popolazione locale, che conta 250.000 abitanti, è già fuggita.

Fuori Falluja gli americani hanno allestito checkpoint militari per bloccare le strade di accesso alla città. Il Pentagono ha comunicato che la seconda brigata della prima divisione di cavalleria dell´Esercito ha «isolato Falluja e tutto il traffico è stato fermato». Nel frattempo, i guerriglieri dentro Falluja continuano i loro preparativi. Intorno alla città è stato predisposto un perimetro in più anelli e con almeno uno di essi fortificato, così da avere dove ripararsi se gli americani facessero breccia nell´anello più esterno.

Il colonnello Ronald S. Makuta, funzionario capo dell´intelligence dei marines in Iraq, dal suo quartiere generale di Camp Falluja così descrive la situazione: «Gli abitanti di Falluja rimasti appartengono a due categorie: o non hanno soldi sufficienti ad andarsene, o semplicemente non vogliono lasciare le loro case e i loro beni. I ribelli perseverano nella loro campagna di omicidi, assassinii, atti di terrorismo, rapimenti e intimidazioni».

L´operazione si sta configurando come la più massiccia dall´invasione americana del paese. Una fonte di alto grado dell´esercito ha rivelato che sarebbero 25.000 i soldati americani e iracheni dispiegati intorno a Falluja e Ramadi, nonché nel corridoio tra le due città. Un altro informatore dell´esercito ha specificato che soltanto intorno Falluja ci sono dai 10.000 ai 15.000 soldati, che dovranno far fronte alle forze dei ribelli stimate da Brandl in qualche migliaio. Oltre a dover contrastare i ribelli, i soldati americani si stanno preparando a entrare in città, dove sono certi di trovare ordigni alla buona sepolti lungo le strade d´accesso, nonché postazioni fortificate tutto intorno al perimetro cittadino. Gli americani hanno affermato di essere pronti a combattere una vera guerriglia urbana, e sanno che ciò inevitabilmente potrà comportare un alto rischio di uccidere dei civili.

Migliaia di soldati iracheni hanno raggiunto la posizione assegnata insieme alle loro controparti americane e si prevede dunque che prenderanno parte all´operazione. Secondo uno schema già messo in atto in operazioni simili condotte a Najaf e a Samarra, i soldati americani si faranno carico del grosso del combattimenti nella fase di attacco e di ingresso nella città, ripulendo il terreno in modo tale che le forze di sicurezza irachene possano subentrare per assumere il controllo della città non appena i guerriglieri saranno stati sconfitti.
Annotazioni − Articolo pubblicato il 08/11/2004 su La Repubblica.
Traduzione di Anna Bissanti.

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