Da Corriere della Sera del 04/11/2004

La Cdl e i tagli fiscali

di Mario Sensini

ROMA - Via libera della Commissione Bilancio della Camera, con qualche modifica importante, alla Finanziaria 2005. La legge passa oggi al vaglio dell’Aula di Montecitorio dove dovrebbe arrivare l’emendamento del governo sulla riduzione delle tasse, benchè l’accordo nella CdL appaia ancora lontano. Ieri, prima di incontrare il premier di ritorno dalla Russia, il ministro dell’Economia ha consegnato agli alleati, lasciandoli un po’ interdetti, le prime analisi sulle possibili modifiche alla proposta di Roberto Calderoli sollecitate nel vertice di martedì allo scopo di ricavare più risorse per l’Irap, restringendo la platea dei beneficiari degli sgravi Irpef. I tecnici del Tesoro hanno calcolato l’impatto di una riduzione del tetto di reddito (da 100 a 80 mila euro) oltre il quale scatterebbe il contributo di solidarietà e anche del limite (da 78 a 60 mila euro) entro il quale si esaurirebbe l’effetto delle deduzioni per i familiari.

Le simulazioni dell’Economia, però, sarebbero apparse all’Udc non del tutto convincenti e alla Lega anche poco aderenti al tipo di esercizio richiesto. Mentre Forza Italia ha cominciato a far circolare una proposta radicalmente alternativa a quella di Calderoli, che individua nel reddito familiare la base impositiva e destina circa 1,5 miliardi alla riduzione dell’Irap.

Fatto sta che i tecnici della maggioranza dovranno incontrarsi di nuovo con Siniscalco per ridiscutere il pacchetto fiscale, se non la sua copertura (ieri, tra l’altro, il ministro del Welfare si è detto certo che dal bonus contro le pensioni anticipate verrà fuori un miliardo di risparmi nel 2005). Si rivedranno forse oggi stesso, comunque in tempi molto brevi, perchè Berlusconi avrebbe intenzione di ritentare la chiusura dell’accordo politico sulle tasse nei primissimi giorni della prossima settimana, se non nel weekend.

In attesa delle tasse all’Aula della Camera arriva così una Finanziaria incompleta. E anche un po’ diversa da quella presentata dal governo, nonostante la blindatura predisposta dall’esecutivo con la bocciatura tecnica e il rinvio all’Aula di tutti gli emendamenti.

La maggioranza, tuttavia, contro il parere del governo e con l’appoggio dell’opposizione, è riuscita a far passare l’esclusione di tutti i Comuni e le comunità montane con meno di 3 mila abitanti dal Patto di stabilità interno e dal tetto alla crescita della spesa. Che è comunque stato modificato: non sarà più il 4,8% sul 2003, ma l’11,5% sulla media 2001-2003, che scende al 10% per gli enti non virtuosi. Sul tetto, che secondo il presidente dell’Anci costerà 724 milioni nel 2005 ai soli Comuni, in Aula potrebbero arrivare nuovi emendamenti. Il relatore Guido Crosetto di Forza Italia pensa, ad esempio, alla salvaguardia degli investimenti per le opere pubbliche già avviate e dei fondi che servono agli enti per "cofinanziare" gli aiuti europei. Bocciata la polizza contro le calamità naturali, nella Finanziaria arriva una nuova stretta alle consulenze e alle auto blu (taglio del 10% nel 2005) della pubblica amministrazione. Dal governo, in attesa di quello sulle tasse, è arrivato intanto un emendamento che consentirà a Sviluppo Italia di concedere incentivi in conto interessi e in conto capitale alle imprese che investono al Sud e che introduce speciali fondi di investimento per le aree depresse.

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