Da La Repubblica del 05/10/2004

Dura la "raccomandazione" che Verheugen presenterà domani a Bruxelles. Ankara sarà sottoposta a un monitoraggio continuo sulle riforme

Turchia, ecco le condizioni della Ue

Il rapporto della Commissione: sì ai negoziati, ma potremo sospenderli

di Marco Ansaldo

ANKARA - L´Europa dice sì ai negoziati con la Turchia, ma a condizioni durissime, giudicate da chi le ha stese «difficili da accettare completamente» per Ankara. Negoziati che potranno essere sospesi in qualsiasi momento. Continuo monitoraggio sulle riforme. Applicazione delle richieste già nel corso delle trattative. Il tutto per un´adesione che non avverrà prima del 2015. Sono le conclusioni della cosiddetta "raccomandazione", la parte decisiva, e finora inedita, del rapporto Ue che il commissario all´Allargamento, Guenter Verheugen, sottoporrà a Bruxelles davanti alla Commissione Ue domani, e che abbiamo potuto visionare in bozze.

Il "Rapporto sullo stato delle riforme in Turchia" è in 3 parti: il rapporto vero e proprio composto da 151 pagine, lo studio d´impatto con 55 pagine sugli effetti dell´eventuale ingresso turco nella Ue, e la raccomandazione fatta da Verheugen ai commissari, poche dense pagine sottoposte a incessanti discussioni e limature ad appena qualche ora dalla loro diffusione pubblica. È questo il documento strategico su cui Ankara si baserà per decidere di accettare o rifiutare.


LA RACCOMANDAZIONE. Via ai negoziati. «La Commissione ritiene che la Turchia abbia soddisfatto a sufficienza i criteri politici» richiesti dalla Ue - si legge nella sezione redatta dal commissario all´Allargamento - «e si raccomanda di aprire il negoziato di adesione». È la parte più positiva, che dà luce verde ad Ankara per entrare a far parte del club.


DATA. Verheugen non dà indicazioni per l´avvio dei negoziati, argomento che verrà affrontato dai capi di Stato e di governo nel vertice del prossimo 17 dicembre. Dal testo si evince che le trattative potrebbero prendere il via sotto la presidenza di turno del Lussemburgo, e dunque entro il 30 giugno 2005. Ma «la Turchia può diventare membro dell´Unione europea al più presto nel 2015».


CONDIZIONI. Nel testo, il cui linguaggio è calibrato con estrema attenzione per non irritare i turchi, sono chiamate "modalità negoziali". Difatti Ankara ha sempre detto che non avrebbe accettato nuove condizioni, e lo stesso Verheugen aveva promesso pubblicamente più volte che non ci sarebbero state sorprese. Una delle modalità riguarda il giudizio se la Turchia sia o meno un´economia di mercato. Un´altra, finora mai richiesta ad altri candidati, prevede che Ankara metta in pratica, prima ancora di aderire, tutti e 31 i capitoli negoziali.


MONITORAGGIO. L´esecutivo Ue controllerà che «anche nel corso dei negoziati la Turchia continui a rispettare tutti i criteri di Copenaghen» (diritti umani, democrazia, libertà civili, stato di diritto, eccetera). Dunque Ankara verrà sottoposta a un´attenta, costante osservazione durante tutto il suo percorso.


CLAUSOLA SOSPENSIVA. È la mazzata per i turchi, quella che una fonte diplomatica definisce «condizione capestro». Una formula sperimentata ora per la prima volta: se infatti «la Commissione riscontrerà che uno o più criteri di Copenaghen non sono più rispettati, o che vi sono manchevolezze nell´applicazione di uno o più capitoli negoziali», è prevista una «procedura specifica per la sospensione delle trattative» fino al momento in cui i criteri saranno nuovamente soddisfatti. Non è per ora chiaro se anche un solo paese possa bloccare l´intero processo.


IL RAPPORTO. Dal 2002, con l´arrivo al potere del primo ministro Recep Tayyp Erdogan - scrive il rapporto - c´è «una convergenza sostanziale» della Turchia «verso gli standard europei» in campo democratico, economico e sociale. Passi in avanti sono stati fatti anche nel campo dei diritti umani, ma ancora «esistono carenze», con «numerosi casi di tortura» e di «maltrattamento». Sono necessari «sforzi supplementari». «Le riforme politiche hanno introdotto dei cambiamenti, con un accresciuto controllo civile sull´esercito. La società civile si è rafforzata. È nell´interesse di tutti che questa trasformazione prosegua». Il documento suggerisce la creazione di «un sistema indipendente di controllo delle prigioni». «La frequenza dei procedimenti contro i giornalisti resta un elemento di preoccupazione», come «la violenza contro le donne». E sui diritti per la minoranza curda si legge: «Nonostante alcuni passi avanti significativi, vi sono ancora notevoli restrizioni nell´esercizio dei diritti culturali, compresa l´istruzione e le trasmissioni».


LO STUDIO D´IMPATTO. Luci e ombre sull´eventuale ingresso di Ankara, in 7 capitoli intitolati «Questioni sollevate dalla possibile adesione della Turchia all´Unione europea». Tra i punti principali i flussi migratori, le questioni energetiche e la dimensione geopolitica. Difficile una stima precisa per i migranti, da un minimo di 500 mila a un massimo di 4 milioni. Ma l´adesione «estenderebbe l´Unione ai confini delle regioni più ricche sotto il profilo energetico, Caspio e Medio Oriente». «La Turchia - conclude lo studio - è un importante modello di paese a maggioranza musulmana che aderisce a principi fondamentali come libertà, democrazia, rispetto per i diritti umani».

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