Da Il Messaggero del 03/11/2004
Raggiunto l’accordo tra il ministro della Salute, i produttori, i farmacisti e i grossisti. Sirchia: «Non si poteva fare di più»
Latte in polvere, ridotti i prezzi: fino a -35%
Dal 1° dicembre arriveranno le confezioni con i costi tagliati: circa 13 euro in meno al chilo
di Elena Castagni, Carla Massi
ROMA - Il prezzo del latte in polvere è stato abbassato. La lunga battaglia per allineare i nostri costi a quelli degli altri paesi europei è arrivata alla fase finale: dal 1° dicembre, la revisione dei listini con “tagli” che oscillano dal 25 al 35%. Accordo raggiunto, dunque, tra il ministro della Salute Girolamo Sirchia i rappresentanti delle aziende, i farmacisti, i grossisti e i pediatri. Tutta la “filiera” della produzione dovrà rinunciare ad un piccolo margine di guadagno. Gli industriali dovranno essenzialmente risparmiare in pubblicità. Per evitare ai consumatori di pagare il latte in polvere quattro volte più che nel resto d’Europa.
IL TAGLIO - Entro la fine di novembre i produttori dovranno comunicare di quanto avranno deciso di abbassare il prezzo delle confezioni. In media si pagheranno 13 euro a chilo in meno per una confezione da 39 euro. Un lavoro, quello del riequilibrio del prezzo, che dovrà essere fatto con grande attenzione e cautela: l’Antitrust, infatti, potrebbe giudicare l’opzione degli industriali come una scelta di “cartello” e, quindi, contestarla. Fermando la modifica ai prezzi. Sul mercato dovranno arrivare confezioni dai costi ridimensionati (oggi da noi si oscilla dai 36 ai 45 euro per un barattolo da un chilo contro i 10-20 euro degli altri paesi europei) ma, ovviamente, dovranno restare delle differenze. «Abbiamo operato un “taglio” che non prefigura nessun “cartello” tra i produttori - assicura il ministro Sirchia -. Il prezzo di riferimento sul quale verranno operati i ribassi è quello del primo gennaio 2004. Non potevamo scendere di più. Cominciamo così, poi si vedrà».
L’ACCORDO - Ogni azienda, quindi, deciderà autonomamente sulla percentuale di riduzione. La manovra ricadrà in modo differenziato sui diversi protagonisti della produzione. La decurtazione del 25%-35% così potrebbe essere suddivisa: il 26% potrebbe essere a carico delle aziende, il 3% a carico dei farmacisti, l’1% dei grossisti. «In questo modo - commenta Giovanni Dell’Elce, sottosegretario alle Attività produttive che ha partecipato all’incontro di ieri al ministero della Salute - il prezzo è stato riportato al costo effettivo. In Italia la differenza con gli altri paesi si deve essenzialmente alle spese di pubblicità e marketing per l’organizzazione di congressi. Nel momento in cui queste voci vengono ridotte anche il prezzo può essere modificato».
BASTA PUBBLICITÀ - L’accordo di abbassare il prezzo viene accompagnato da un decreto, firmato dai ministri della Salute Siichia e delle Attività Produttive Marzano, che dà nuove regole alla pubblicità e alle sponsorizzazioni delle aziende produttrici di latte in polvere. Niente più forniture gratuite di prodotto agli ospedali, limitazione dei regali ai medici e riduzione dei congressi per i pediatri (dalla sponsorizzazione di 650 eventi scientifici si dovrà passare a 200). Ci vorranno due mesi di tempo perché entri in vigore. «Le principali società scientifiche dei pediatri - spiega Sirchia - stabiliranno quali sono i congressi a contenuto formativo indispensabili perché i medici vengano aggiornati e solo quelli avranno l’aiuto economico dei produttori».
IL TAGLIO - Entro la fine di novembre i produttori dovranno comunicare di quanto avranno deciso di abbassare il prezzo delle confezioni. In media si pagheranno 13 euro a chilo in meno per una confezione da 39 euro. Un lavoro, quello del riequilibrio del prezzo, che dovrà essere fatto con grande attenzione e cautela: l’Antitrust, infatti, potrebbe giudicare l’opzione degli industriali come una scelta di “cartello” e, quindi, contestarla. Fermando la modifica ai prezzi. Sul mercato dovranno arrivare confezioni dai costi ridimensionati (oggi da noi si oscilla dai 36 ai 45 euro per un barattolo da un chilo contro i 10-20 euro degli altri paesi europei) ma, ovviamente, dovranno restare delle differenze. «Abbiamo operato un “taglio” che non prefigura nessun “cartello” tra i produttori - assicura il ministro Sirchia -. Il prezzo di riferimento sul quale verranno operati i ribassi è quello del primo gennaio 2004. Non potevamo scendere di più. Cominciamo così, poi si vedrà».
L’ACCORDO - Ogni azienda, quindi, deciderà autonomamente sulla percentuale di riduzione. La manovra ricadrà in modo differenziato sui diversi protagonisti della produzione. La decurtazione del 25%-35% così potrebbe essere suddivisa: il 26% potrebbe essere a carico delle aziende, il 3% a carico dei farmacisti, l’1% dei grossisti. «In questo modo - commenta Giovanni Dell’Elce, sottosegretario alle Attività produttive che ha partecipato all’incontro di ieri al ministero della Salute - il prezzo è stato riportato al costo effettivo. In Italia la differenza con gli altri paesi si deve essenzialmente alle spese di pubblicità e marketing per l’organizzazione di congressi. Nel momento in cui queste voci vengono ridotte anche il prezzo può essere modificato».
BASTA PUBBLICITÀ - L’accordo di abbassare il prezzo viene accompagnato da un decreto, firmato dai ministri della Salute Siichia e delle Attività Produttive Marzano, che dà nuove regole alla pubblicità e alle sponsorizzazioni delle aziende produttrici di latte in polvere. Niente più forniture gratuite di prodotto agli ospedali, limitazione dei regali ai medici e riduzione dei congressi per i pediatri (dalla sponsorizzazione di 650 eventi scientifici si dovrà passare a 200). Ci vorranno due mesi di tempo perché entri in vigore. «Le principali società scientifiche dei pediatri - spiega Sirchia - stabiliranno quali sono i congressi a contenuto formativo indispensabili perché i medici vengano aggiornati e solo quelli avranno l’aiuto economico dei produttori».
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