Da La Repubblica del 03/11/2004
Negoziato nonstop tra l´azienda e i leader del sindacato Ig Metall. Piccoli passi avanti
Trattativa Volkswagen in bilico si rischia lo sciopero a oltranza
di Andrea Tarquini
BERLINO - Ora dopo ora, la Germania attende col fiato sospeso l´esito dei negoziati dell´ultima speranza alla Volkswagen. Le trattative tra la direzione aziendale e i leader del sindacato Ig Metall sono in corso da lunedì a porte chiuse a Hannover, mentre la centrale operaia aumenta la sua pressione estendendo gli scioperi d´avvertimento. Se non si raggiungerà un compromesso, il primo produttore d´auto europeo già investito dal crollo degli utili e da un cattivo andamento delle vendite sarà investito da uno sciopero a oltranza, per la prima volta nella sua storia.
Al negoziato, dicevano ieri sera i dispacci da Hannover dell´agenzia Dpa e secchi comunicati delle due parti, ci sono stati avvicinamenti solo su alcuni punti, ma si è ancora ben lontani dal poter parlare di un Durchbruch, cioè di una svolta positiva. E per far sentire il suo fiato di belva combattiva sul collo della controparte, la Ig Metall ha significativamente esteso i Warnstreiks, gli scioperi d´avvertimento. Le brevi sospensioni del lavoro, in una prima assoluta, hanno investito ieri anche Wolfsburg, la città-fabbrica nell´est della Bassa Sassonia dove la Volkswagen è nata e dove hanno sede la sua direzione e lo stabilimento più grande. Almeno 45mila lavoratori hanno partecipato alla protesta, al grido di «la Volkswagen siamo noi» e «giù le mani dai nostri posti di lavoro».
I toni sono tutt´altro che concilianti. Klaus Volkert, dirigente del consiglio di fabbrica Vw, ha apertamente minacciato un´escalation del conflitto sociale. «O troviamo nelle prossime ore di trattativa un compromesso ragionevole», ha detto, «oppure la Volkswagen vivrà un conflitto di dimensioni e durezza sconosciute nella storia dell´azienda». Secondo il capodelegazione di Ig Metall, Hartmut Meine, «abbiamo fatto passi avanti su alcuni punti, ma su altri siamo ancora molto lontani, e non è possibile dire quando finiremo». Secondo il rappresentante dell´azienda, Josef-Fidelis Senn, è un negoziato estremamente complesso.
Un compromesso tra le due posizioni è difficile. La Volkswagen chiede di tagliare i costi di produzione del 30 per cento, cioè di circa 2 miliardi di euro, entro il 2011, e per questo vuole che il sindacato accetti almeno due anni di blocco dei salari. Chiede anche un orario di lavoro flessibile, cioè di fatto un allungamento dell´orario, con il pagamento dello straordinario non dalla 36ma ora (vige alla Vw la settimana di 35 ore) ma dalla 40ma. Senza queste misure, ammonisce il ceo Bernd Pischetsrieder, almeno 30 mila posti di lavoro su 176mila in Germania diverranno esuberi da eliminare.
La Ig Metall ha moderato le sue richieste di aumenti salariali del 4 per cento, dicendosi disponibile a ridurli al 2 per cento con eventuali aumenti successivi scaglionati negli anni e subordinati a un rilancio aziendale. Ma non transige su orari e su garanzie sui livelli occupazionali. E´ arduo incontrarsi a metà strada.
Al negoziato, dicevano ieri sera i dispacci da Hannover dell´agenzia Dpa e secchi comunicati delle due parti, ci sono stati avvicinamenti solo su alcuni punti, ma si è ancora ben lontani dal poter parlare di un Durchbruch, cioè di una svolta positiva. E per far sentire il suo fiato di belva combattiva sul collo della controparte, la Ig Metall ha significativamente esteso i Warnstreiks, gli scioperi d´avvertimento. Le brevi sospensioni del lavoro, in una prima assoluta, hanno investito ieri anche Wolfsburg, la città-fabbrica nell´est della Bassa Sassonia dove la Volkswagen è nata e dove hanno sede la sua direzione e lo stabilimento più grande. Almeno 45mila lavoratori hanno partecipato alla protesta, al grido di «la Volkswagen siamo noi» e «giù le mani dai nostri posti di lavoro».
I toni sono tutt´altro che concilianti. Klaus Volkert, dirigente del consiglio di fabbrica Vw, ha apertamente minacciato un´escalation del conflitto sociale. «O troviamo nelle prossime ore di trattativa un compromesso ragionevole», ha detto, «oppure la Volkswagen vivrà un conflitto di dimensioni e durezza sconosciute nella storia dell´azienda». Secondo il capodelegazione di Ig Metall, Hartmut Meine, «abbiamo fatto passi avanti su alcuni punti, ma su altri siamo ancora molto lontani, e non è possibile dire quando finiremo». Secondo il rappresentante dell´azienda, Josef-Fidelis Senn, è un negoziato estremamente complesso.
Un compromesso tra le due posizioni è difficile. La Volkswagen chiede di tagliare i costi di produzione del 30 per cento, cioè di circa 2 miliardi di euro, entro il 2011, e per questo vuole che il sindacato accetti almeno due anni di blocco dei salari. Chiede anche un orario di lavoro flessibile, cioè di fatto un allungamento dell´orario, con il pagamento dello straordinario non dalla 36ma ora (vige alla Vw la settimana di 35 ore) ma dalla 40ma. Senza queste misure, ammonisce il ceo Bernd Pischetsrieder, almeno 30 mila posti di lavoro su 176mila in Germania diverranno esuberi da eliminare.
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