Da La Repubblica del 24/10/2004

L´esponente Udc: il ministro è stato richiamato all´ortodossia leghista e sostiene posizioni assurde

Immigrati, Tabacci accusa Maroni "Troppa ideologia, superi le quote"

Dice che bisognerebbe dare il lavoro agli italiani e non agli stranieri: e i pomodori chi li raccoglie?

di Giovanna Casadio

ROMA - «Far lavorare prima i disoccupati italiani e poi, eventualmente, gli extracomunitari? E chi li va a raccogliere i pomodori?». Bruno Tabacci è caustico. Il presidente della commissione attività produttive di Montecitorio, leader dell´Udc, sostiene la linea-Pisanu sull´ingresso di nuovi immigrati regolari. Non dribbla Tabacci le polemiche con Bobo Maroni, il ministro leghista del Welfare accusato tra l´altro dal vice presidente di Confindustria, Andrea Pininfarina di «cinismo politico».

Troppi italiani a spasso per ricorrere ai lavoratori immigrati. Onorevole Tabacci, crede che la posizione del ministro Maroni sia ragionevole?
«Se Maroni riuscisse a raccordare il tipo di disoccupazione italiana con le mansioni disponibili, sarebbe uno stregone... ».

Lei insomma non condivide.
«Il problema di fondo è che il sistema economico italiano ha bisogno per reggersi di quantità rilevanti di manodopera immigrata. L´alternativa a questo è il decentramento produttivo cioè il trasferimento di unità produttive all´estero come nel caso emblematico di Timisoara in Romania dove si sono trasferite circa cinquemila aziende del Nordest. Allora chiedo a Maroni, non è più naturale consentire il funzionamento delle strutture su territorio italiano garantendo i flussi migratori necessari a sostenere il processo produttivo?».

Aumento delle quote sì o no?
«Con la Bossi-Fini si è acquisito un criterio importante e cioè che si entra in Italia in seguito a una richiesta di lavoro. Allora la questione va posta correttamente: l´obiettivo è quello di agevolare il flusso ordinato di lavoratori extracomunitari».

E cioè, come?
«Ad esempio con corsi di formazione nei paesi di reclutamento della manodopera così da portare in Italia manodopera qualificata. Va superato in definitiva il sistema delle quote. Maroni che pure si era reso disponibile sia al superamento delle quote che all´integrazione (il dibattito sulla cittadinanza è un principio di civiltà), è stato richiamato all´ortodossia leghista. La sua è una posizione solamente ideologica che non rappresenta neppure le aspettative economiche del nord».

Insomma, non vengono prima i disoccupati italiani?
«La disoccupazione italiana ha altre caratteristiche rispetto ai posti di lavoro disponibili. Facciamo l´esempio della Sicilia, richiamato da Maroni: c´è una disoccupazione giovanile intellettuale, casomai si tratta di riconvertire là le strutture per un turismo di alta qualità. La soluzione non è certo di mandare i siciliani nelle fonderie del bresciano».

Lo stop agli ingressi regolari favorisce l´arrivo di clandestini?
«Assolutamente sì. Ripeto, questa chiusura provoca il decentramento produttivo all´estero, soprattutto nell´est europeo, e l´immigrazione clandestina. Evitiamoli».

Onorevole Tabacci, è necessaria un´altra regolarizzazione?
«Non voglio lanciare parole d´ordine. Quella che l´Udc ha voluto è stata accompagnata da fortissime polemiche. Però se un immigrato anche non regolare ma senza precedenti penali ha ora un contratto di lavoro va messo regola».

Com´è che la barra del governo anche sull´immigrazione la tiene la Lega?
«Beh, no. L´Udc si è battuta per la regolarizzazione e l´ha ottenuta. Ora credo che il ministro Pisanu sia colui che ha il polso della situazione: io lo sostengo».

La Bossi-Fini va cambiata? Da martedì si discute alla Camera il decreto legge che la riforma in parte.
«Non credo che una legge sia un totem. La sinistra ha reso tale la Turco-Napolitano. Le leggi dovrebbero prendere il nome dai problemi che emergono».

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