Da La Repubblica del 31/10/2004

Citazioni di pensatori, show da poliglotta, accuse di complotto ai giornali: così Buttiglione lascia il sogno europeo

La resa di Rocco in quattro lingue "Ma a Prodi non fanno certe domande"

Puntigliosa autodifesa sulla frase in cui parlò di omosessualità come peccato
La rivelazione di una lettera di dimissioni scritta martedì e fermata dal Ppe

di Concita De Gregorio

ROMA - Tanto per chiarire subito di cosa si stia parlando, pagina uno riga tre del discorso scritto: «Vittima innocente». «Sono una vittima innocente, non me ne lamento più che tanto. Renèe Girard ha scritto una volta che le comunità umane sono periodicamente attraversate da una irresistibile pulsione di purificare se stesse selezionando al loro interno una vittima innocente a cui addebitare tutte le proprie colpe e nefandezze». Mi sacrifico per il bene della comunità, dice Rocco Buttiglione un attimo prima di dare l´annuncio: «mi faccio da parte», mi dimetto dall´incarico di commissario europeo.

Ha messo in crisi Barroso, ha tenuto in scacco per quattro giorni la politica europea, ha impegnato in trattative i leader di 25 governi e tutto questo, non lo può negare, un poco lo lusinga. Caldamente consigliato a farlo, ha infine deciso - spontaneamente, si capisce - di dimettersi. Ride con lo stesso sorriso infantile di sempre, senza sigaro però, alla stampa estera non si fuma. Per ricostruire gli eventi, pagina due riga quattro: «Non posso negare di avere il sospetto che la campagna contro di me sia stata abilmente orchestrata da quanti l´avevano preannunciata fin da luglio». Ecco qua: un complotto. Una campagna abilmente orchestrata fin da luglio, data della designazione. Chi sono i congiurati? gli chiedono con le loro domande brevi e dirette i giornalisti tedeschi, francesi, inglesi. «Oggi non ho voglia di fare polemiche, andatevi a rileggere i giornali di luglio». I giornali, che domande. I colpevoli sono i giornali che hanno volutamente frainteso, malignamente manipolato, brutalmente aggredito. Pagina uno, riga ventinove: «Una campagna di stampa di grande superficialità e rozzezza». Per esempio: lui non ha detto in Commissione Libertà che gli omosessuali vivono nel peccato. «Alle domande insistenti di alcuni parlamentari ho risposto "I may think...", traduco: "io posso pensare" che l´omosessualità sia un peccato. Sarebbe grave impedire a chicchessia di pensare, anche se forse qualcuno potrebbe far piacere». Altro esempio di manipolazione. «Avevo pronunciato espressioni scherzose per sollecitare il matrimonio tra Venere e Marte, cioè un´alleanza più stretta tra Europa e Stati Uniti: si è preteso che in questo modo stessi attaccando le madri single». Semplificando, e in sintesi: penso quel che ho detto e nessuno può impedirmi di pensare, i giornali mi hanno aggredito a freddo e in malafede. Difatti, alla domanda: qual è l´errore che non ripeterebbe?, risposta: «Non parlerei coi giornalisti. Specialmente con certi giornalisti». I cronisti stranieri però gli fanno osservare che sono stati i parlamentari europei ad ascoltare le sue parole, e a votargli la sfiducia. I giornali non c´entrano. I leader europei, diversi di loro, hanno manifestato grosse perplessità sulla scelta di Buttiglione a commissario europeo. «Erano male informati», i leader. Poi si fa puntuto. «Devo una risposta a Kornelia Kohl che nella Suddeutsche Zeitung di ieri dice: Buttiglione ha ragione ma perché non vuol capire che per far valere le sue ragioni rischia di ostacolare il bene comune dell´Europa? Perché non si dimette?». Risposta, in terza persona: «Buttiglione ha scritto la sua lettera di dimissioni il 26 ottobre. Non l´ha spedita perché il capogruppo del Ppe nel parlamento di Strasburgo Poettering gli ha telefonato e gli ha chiesto di non farlo perché il Ppe non avrebbe votato il giorno seguente in aula una commissione Barroso senza Buttiglione». Seguono ringraziamenti. A Poettering e a tutto il gruppo Ppe per «la coraggiosa difesa non tanto della mia persona quanto dei valori che contingentemente mi sono trovato a rappresentare». I valori, appunto, come diceva mercoledì scorso in aula a D´Alema: «Io difendo dei valori». Ieri: «Se le stesse domande che hanno fatto a me le facessero a Prodi lui risponderebbe allo stesso modo, solo che non gliele fanno». Io dovevo «difendere una posizione morale», dice quando arriva la parte più divertente delle conferenza stampa, quella in cui può rispondere in tedesco, in francese, in inglese e peccato per le altre quattro lingue che parla ma nessuno gli chiede nulla in polacco né in russo. Giornalista di Lubiana: esiste un pericolo di ostilità ai parlamentari cattolici? «Esiste. Mi auguro che questo episodio non sia il principio di una discriminazione». Altri ringraziamenti, in proposito. Alla comunità musulmana e a quella ebraica che in privato e in pubblico hanno manifestato solidarietà. Segue, in inglese, dotta dissertazione sul concetto di peccato che passa da lord Acton e arriva a Thomas Moore. In francese: non potevo rinnegare i miei principi. Siamo al tema dell´abiura. In tedesco, è forse un bene che in Europa di cominci a discutere con tanto accanimento di coscienza, libertà, etica e politica. Per chiudere, un ringraziamento a Berlusconi «che non mi ha fatto mai mancare il suo sostegno». E che si sta tanto adoperando in queste ore per trovargli un posto che lo risarcisca della perdita. In Europa c´e il popolare Poettering che lavora a stemperare la figuracccia degli italiani in un collettivo rinnovamento: chiede che siano sostituiti anche l´ungherese Laszlo Kovac (energia), la lettone Ingrida Udre (fisco) e l´olandese Neelie Kroes (concorrenza). In Italia il Cavaliere prova a tenere a bada la Lega, già in allerta contro eventuali promozioni del filosofo, diciamo pure fermamente contraria. Buttiglione non lo dice, ma lo fa dire ai suoi: gli piacerebbe l´Istruzione, «suo dominio naturale, sua vocazione prima». L´aveva già detto in un´intervista, alla vigilia della formazione del governo: vorrei l´Istruzione. Migliaia di insegnanti e di studenti se lo ricordano benissimo.

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