Da La Stampa del 27/10/2004

Cheeseburger Hospital

di Massimo Gramellini

Un'inchiesta del «New York Times» rivela che un numero crescente di ospedali americani sta appaltando il servizio di mensa a McDonald's. L'immagine di un «cheeseburger» con patatine fritte che invade vassoi abitualmente frequentati da piatti di prosciutto pallido e puré semiliquida appare un anticipo credibile di futuro. Quando si definirà il passaggio dallo Stato allo Sponsor Sociale. Riduzione delle tasse e controllo pubblico di certi servizi sono incompatibili con l'aritmetica. L'idea che per rendere più efficiente il Moloch statale (e i suoi cloni regionali) basti pompare meno risorse dai cittadini è un'utopia. Qualcuno i soldi dovrà continuare a metterli. L'America ci sta dicendo chi sarà quel qualcuno: i grandi gruppi privati. Essi non compreranno direttamente i servizi in deficit. Si limiteranno a finanziarli con canoni d'affitto o elargizioni a fondo perduto, in cambio della possibilità di conquistare altro territorio nelle nostre menti, occupando spazi un tempo economicamente neutri, quindi vergini, come scuole e ospedali: per la gioia dei cittadini meno abbienti, lietissimi di essere invasi. Gli effetti di questa rivoluzione si cominciano a intravedere in Europa. Lo stadio dell'Arsenal di Londra, che per i suoi tifosi ha la sacralità di una chiesa, è stato appena intitolato alla compagnia aerea degli Emirati Arabi. Probabile che nel presentare le prossime Finanziarie i ministri del Tesoro dicano come alla tele: «In collaborazione con» e a seguire sciorinino fra gli applausi l'elenco dei «graditissimi sponsor».

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