Da La Stampa del 27/10/2004
Critiche per scarsa conoscenza
C'è del buono anche negli OGM
di Tullio Regge
Apprendo dai giornali che 15.000 aziende agricole che producevano cibi cosiddetti «biologici» hanno chiuso i battenti. La notizia va confermata ma non mi sorprende. Le culture biologiche comportano costi elevati: secondo un grossista di riso da me contattato che opera nel Casalese il riso biologico costa circa il 50%-90% in più di quello normale e cifre simili sono probabilmente valide per altre colture. Va anche notato che la sbramatura rimuove lo strato esterno che contiene i pesticidi per cui riso normale e biologico alla fine sono praticamente identici. Le aziende italiane chiudono perché costa molto di meno importare il biologico da Paesi come Romania e Zambia in cui la manodopera è a buon prezzo.
Purtroppo è ben difficile imporre controlli di qualità sul biologico di importazione ma questo non preoccupa i patiti del settore, a loro basta il Principio di Precauzione (P&P), di cui esistono circa 15 versioni, per porre rimedio a tutto. Il P&P opera in due settori simmetrici e speculari. Il primo settore richiede la sicurezza assoluta, ossia rischio zero, per Ogm come per qualsiasi novità in campo tecnico-scientifico. Non esiste prodotto o ritrovato anche non scientifico che sia a rischio zero, se il P&P fosse preso alla lettera dovremmo tornare all'età della pietra.
Il settore speculare assume invece sin dall'inizio la sicurezza assoluta per il biologico e tutto quello che è ideologicamente gradito, il dubbio è offensivo e immorale.
Gli Ogm sono in pratica fuorilegge in Italia e i nostri esperti lavorano all'estero in Paesi come la Cina, l'India e anche Cuba. Al momento si valuta in circa un miliardo la popolazione mondiale che consuma Ogm, ma la cifra è destinata ad aumentare fino a raggiungere ed oltrepassare metà della popolazione mondiale. Il «golden rice» Potrycus contiene vitamina A, la mancanza di questa vitamina nel riso normale è causa di cecità molto diffusa nell’Estremo Oriente e la diffusione del «golden rice» potrebbe porre fine al triste fenomeno.
Il divieto di coltura degli Ogm è forma di intolleranza con profonde radici ideologiche ben sfruttata da politici di qualsiasi colore. Una delle critiche sostiene che una coltura Ogm «contamina» quelle vicine provocando gravi danni. Esistono Ogm il cui polline non contiene il gene contestato e non lo può trasmettere o Ogm che sono addirittura sterili, ma su questi Ogm è calata la censura ambientalista. La Cina ha adottato su vasta scala colture di pioppi sterili. Altri critici sostengono che gli Ogm minacciano la diversità e condurranno alla scomparsa di varietà locali. E' vero semmai il contrario, il pomodoro di San Marzano sta scomparendo, vittima di un virus e già siamo costretti noi italiani, eroi ed adoratori della pommarola, ad importare massicciamente pomodori dall'estero. Del San Marzano esiste già la variante Ogm che resiste al virus ma che è vietato coltivare.
La lista si potrebbe allungare. Non esiste la sicurezza assoluta e dobbiamo sempre stare attenti a cosa accade nell'ambiente. Già da decenni si sapeva che le muffe che aggrediscono le arachidi contengono aflatossine mutagene che agiscono sulla pianta annullandone le difese. Le aflatossine agiscono anche sull'organismo umano e in quanto mutagene sono potenti agenti cancerogeni, non a caso una delle principali cause di tumori al fegato nel Terzo Mondo è legata al consumo di arachidi affette da muffe. Le muffe attaccano anche i cereali e tra una aflatossina «biologica», ma cancerogena ed una modesta dose di pesticida preferisco il pesticida o anche un Ogm.
Purtroppo i «biologici» guardano dall'altra parte, poco si curano della nostra agricoltura e meno ancora della nostra salute, conta la valenza demagogica, il catastrofismo e l'onore di infliggere gravi danni alla nostra economia.
Purtroppo è ben difficile imporre controlli di qualità sul biologico di importazione ma questo non preoccupa i patiti del settore, a loro basta il Principio di Precauzione (P&P), di cui esistono circa 15 versioni, per porre rimedio a tutto. Il P&P opera in due settori simmetrici e speculari. Il primo settore richiede la sicurezza assoluta, ossia rischio zero, per Ogm come per qualsiasi novità in campo tecnico-scientifico. Non esiste prodotto o ritrovato anche non scientifico che sia a rischio zero, se il P&P fosse preso alla lettera dovremmo tornare all'età della pietra.
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Il divieto di coltura degli Ogm è forma di intolleranza con profonde radici ideologiche ben sfruttata da politici di qualsiasi colore. Una delle critiche sostiene che una coltura Ogm «contamina» quelle vicine provocando gravi danni. Esistono Ogm il cui polline non contiene il gene contestato e non lo può trasmettere o Ogm che sono addirittura sterili, ma su questi Ogm è calata la censura ambientalista. La Cina ha adottato su vasta scala colture di pioppi sterili. Altri critici sostengono che gli Ogm minacciano la diversità e condurranno alla scomparsa di varietà locali. E' vero semmai il contrario, il pomodoro di San Marzano sta scomparendo, vittima di un virus e già siamo costretti noi italiani, eroi ed adoratori della pommarola, ad importare massicciamente pomodori dall'estero. Del San Marzano esiste già la variante Ogm che resiste al virus ma che è vietato coltivare.
La lista si potrebbe allungare. Non esiste la sicurezza assoluta e dobbiamo sempre stare attenti a cosa accade nell'ambiente. Già da decenni si sapeva che le muffe che aggrediscono le arachidi contengono aflatossine mutagene che agiscono sulla pianta annullandone le difese. Le aflatossine agiscono anche sull'organismo umano e in quanto mutagene sono potenti agenti cancerogeni, non a caso una delle principali cause di tumori al fegato nel Terzo Mondo è legata al consumo di arachidi affette da muffe. Le muffe attaccano anche i cereali e tra una aflatossina «biologica», ma cancerogena ed una modesta dose di pesticida preferisco il pesticida o anche un Ogm.
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