Da Corriere della Sera del 27/10/2004

Sarebbero tra i 18 e i 21 milioni. Nei sondaggi il 59% sostiene il senatore

L’ultima sfida Bush-Kerry sul conto dei nuovi elettori

In Ohio 25 mila ricorsi repubblicani contro i neo-iscritti

di Ennio Caretto

WASHINGTON - Per la prima volta un sondaggio rileva gli orientamenti dei nuovi elettori americani, tra 18 e 21 milioni di persone stando al Comitato per lo studio dell’elettorato, un istituto di ricerca «bipartisan», ed è un campanello d'allarme per i repubblicani: la Gallup, la Cnn e il giornale Usa Today riferiscono che il 59 per cento voterebbe per Kerry, e solo il 40 per cento per Bush. Curtis Gans, il direttore del Comitato, avverte che questo esercito, che porterebbe la percentuale dei votanti dal 54 per cento del 2000 (106 milioni di persone) al 58-60 per cento, il massimo degli ultimi trent'anni, è la decisiva variabile delle elezioni più incerte e più controverse della storia moderna americana. «Non batteremo il record del 1960, il 65 e mezzo per cento di affluenza alle urne - dichiara Gans - ma potremmo andarci vicino. I nuovi elettori sono molto motivati, soprattutto quelli contro Bush». E aggiunge che ciò dovrebbe indurre i repubblicani a chiedersi per la prima volta se il presidente non rischi di essere sconfitto.

E' un'ipotesi che la maggioranza dei guru elettorali non prende ancora in considerazione per due motivi: che tradizionalmente una gran parte dei nuovi elettori non si reca alle urne, e che i sondaggi continuano in prevalenza a vedere Bush o in testa - di 3 punti per Zogby-Reuters - o alla pari con Kerry, il 48 per cento ciascuno, come afferma il Los Angeles Times . Ma i democratici contestano gli esperti, sottolineando che ieri in due rilevamenti, quelli della tv Abc e di Rasmussen, il senatore ha compiuto il sorpasso sul presidente, sia pure solo di 1 e 2 punti. E dietro le quinte i repubblicani, allarmati, cercano di garantirsi la vittoria respingendo l'ala più numerosa dei nuovi elettori, formata dai ceti medio-bassi e bassi, la base democratica. «E' su questo esercito che si accentrano i timori di brogli e che si combatteranno le battaglie forse decisive, quelle giudiziarie», sostiene Gans.

La conferma viene dall'Ohio, lo Stato incerto che a parere del Washington Post potrebbe diventare come la Florida nel 2000, con il governatore Bob Tatf, un repubblicano, nelle vesti che il fratello del presidente Jeb Bush indossò quattro anni fa. Esiste il pericolo di irregolarità, ha ammesso Taft alla tv, e di settimane di riconta dei voti. In realtà in Ohio di irregolarità ne sono avvenute già alcune, in genere a danno dei democratici. Un tribunale ha vietato il «voto provvisorio» - così chiamato perché va controllato - sancito dalla riforma elettorale del 2002, cioè la possibilità per gli elettori di votare in collegi diversi dal proprio in caso di cambiamento d'indirizzo: il divieto colpisce le minoranze e i poveri, che si spostano più spesso e che votano democratico. Inoltre i repubblicani hanno bloccato l'iscrizione di 25 mila nuovi votanti ai registri elettorali, e stanno cercando di bloccare quella di 18 mila altri. Infine migliaia di cartoline di voto non sono state consegnate nelle aree metropolitane disastrate, le più ostili a Bush.

I democratici dell'Ohio si sono rivolti a loro volta ai tribunali, che non potranno però pronunciarsi su tutti i casi prima del voto del 2 novembre prossimo. Poiché si riscontrano situazioni analoghe in altri Stati incerti, la Florida in testa, il 51 per cento degli americani teme, dice un sondaggio della Associated Press , che il risultato delle elezioni rimanga in sospeso per alcuni giorni (lo rimase per 36 nel 2000). Curtis Gans osserva che i nuovi elettori potrebbero involontariamente aggravare i problemi con una affluenza così massiccia alla urne da non potere votare tutti e da mettere in difficoltà i pochi scrutatori. Ma secondo lo storico della presidenza Robert Dalleck, è uno scenario troppo pessimista. Dei 16 ultimi presidenti americani che si ricandidarono, ricorda Dalleck, 11 vinsero e 5 persero, ma sempre nettamente, non di strettissima misura, evitando traumi come quello del 2000 all'America. Malgrado le polemiche, sarà lo stesso anche questa volta, prevede lo storico.

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