ROMA - Il presidente del Consiglio conferma la riduzione a tre sole aliquote dal primo gennaio 2005; An concorda, ma insiste per il mantenimento di un’aliquota piuttosto elevata per le fasce di reddito più alte. L’intesa nella maggioranza sul taglio delle tasse sembra comunque più vicina e Berlusconi, da un paio di settimane in pressing asfissiante sugli alleati, è determinato a chiuderla in tempi brevi. Il vertice di maggioranza annunciato per discutere il progetto dovrebbe tenersi tra mercoledì e giovedì. Oggi intanto i leader di Cgil, Cisl e Uil, Guglielmo Epifani, Savino Pezzotta e Luigi Angeletti, dovrebbero varare il documento unitario sulla Finanziaria. La data più probabile per lo sciopero generale di quattro ore sarebbe quella del 26 novembre. E sempre oggi la Camera valuterà l’ammissibilità degli emendamenti alla Finanziaria, compreso quello dei parlamentari di Forza Italia che introduce le tre aliquote Ire. Un test che gli azzurri considerano importante, in attesa dell’emendamento sulle tasse del governo, soprattutto per valutare l’atteggiamento degli uffici di Pier Ferdinando Casini, molto rigido negli ultimi tempi sulla compatibilità degli emendamenti come dimostrano gli stralci alla Finanziaria «per estraneità della materia».


TRE ALIQUOTE - «Confermo che dal primo gennaio le aliquote sul reddito delle persone fisiche saranno tre, così gli italiani avranno più soldi in tasca e potranno destinarli ai consumi e agli investimenti», ha detto ieri il premier. «Con la prima parte della Finanziaria rispetteremo gli impegni con l’Europa. Con la seconda, alla quale sto lavorando in queste ore, creeremo le basi per un rilancio del Paese partendo da una riduzione fiscale ampia che riguarderà tutti i cittadini» ha aggiunto il presidente del Consiglio. Il piano di Forza Italia prevede un’aliquota al 23% per i redditi fino a 26 mila euro, al 33% fino a 33 mila e al 39% oltre quella soglia. An insiste, però, per mantenere l’ultima ad un livello più elevato.


42% PER I REDDITI ALTI - «Le tre aliquote vanno bene, ma bisogna comunque pensare a un contributo di solidarietà magari temporaneo per i redditi più alti, superiori ai 500 mila euro» ha detto il ministro delle Comunicazioni di An, Maurizio Gasparri. «C’è un problema di risorse e a questo proposito il ministro dell’Economia, Domenico Siniscalco, e il Ragioniere generale, Vittorio Grilli, devono dare risposte chiare sulla compatibilità economica degli sgravi» ha aggiunto Gasparri suggerendo una terza aliquota al 42%, «comunque inferiore all’aliquota massima attuale del 45%».


VERTICE MERCOLEDI’- Martedì, in ogni caso, Berlusconi convocherà lo stato maggiore di Forza Italia per fare il punto della situazione sulle tasse e mercoledì, o al più tardi giovedì dopo il Consiglio dei ministri, i leader della maggioranza per una prima discussione concreta del piano. Il Tesoro e la Ragioneria hanno già individuato lo schema della copertura per gli sgravi. L’ipotesi «tecnica» di un rinvio della seconda e della terza rata del condono edilizio, che metterebbe a disposizione del progetto 2 miliardi per il 2005 (il resto verrebbe dalla riforma degli incentivi alle imprese, in parte dall’autofinanziamento degli sgravi e da altre misure minori) non dispiace a Forza Italia e all’Udc. Se non altro perché eviterebbe la concentrazione dei pagamenti (le rate del condono sarebbero dovute il 10, 20 e 30 dicembre) nel periodo natalizio, che andrebbe a scapito dei consumi.

Se la maggioranza dovesse trovare l’accordo nel giro di un paio di settimane, e l’emendamento «civetta» di Forza Italia passare indenne l’ammissibilità, è possibile che l’emendamento del governo sulle tasse arrivi già alla Camera. Senza attendere l’arrivo della Finanziaria al Senato, che rischierebbe di far raffreddare l’eventuale intesa politica.