Da La Repubblica del 21/10/2004

Un´ora e mezza di colloquio. Sull´adesione all´Unione, il vicepremier contraddice Berlusconi

Fini promuove Putin a pieni voti "Ma la Russia stia fuori dalla Ue"

Altolà al referendum chiesto dalla Lega sulla Turchia. "E comunque, se ci fosse, voterei sì"

di Barbara Jerkov

MOSCA - Il vicepresidente del governo Berlusconi reca a Vladimir Putin la promozione a pieni voti per le ultime (contestatissime) riforme istituzionali varate dal Cremlino, «ben sapendo - sottolinea Gianfranco Fini - che non tutti in Europa hanno la stessa consapevolezza del governo italiano sulla necessità di garantire stabilità e sicurezza alla Russia». E il presidente della Russia, che tanti in occidente oggi accusano di tentazioni neo totalitarie, ricambia con magnanimità. Non solo riceve l´ospite nella sua dacia prediletta, ma si trattiene con lui faccia a faccia per oltre un´ora e mezza.

«Mai, mai nessun altro ospite straniero è stato da Putin tanto a lungo, abbiamo fatto controllare in archivio», confideranno più tardi, francamente increduli, nella delegazione finiana. E lui, il leader della destra italiana, un po´ di emozione nel calpestare la Piazza Rossa? «Se me lo chiedete in ragione della mia storia personale, proprio nessuna», assicura Fini. Spiegando che no, il mausoleo di Lenin non l´ha visitato né oggi né l´altra volta che venne a Mosca da turista, un bel po´ di tempo fa, quando era ancora segretario del Msi e il Muro era appena caduto. «Allora non me la sono sentita di fare tre ore di fila», ricorda, «anche perché comunque non avrei reso nessun omaggio alla salma».

E´ senz´altro soddisfatto il vicepremier di questa sua prima visita di Stato a Mosca. Per l´occasione ha scelto di farsi accompagnare da una folta delegazione. Fra gli altri, la vice first lady Daniela, il parlamentare di An Andrea Ronchi, il senatore Giuseppe Consolo, avvocato e buon amico del leader ma soprattutto sposato a una autentica Romanoff, la principessa Natasha, anche lei della comitiva. Visita di un giorno appena, abbastanza comunque anche per piantare un paio di paletti che non mancheranno di destare qualche irritazione in patria.

Come quando Fini avverte che non è il caso di pensare ora alla Russia nella Ue, checché ne dica Berlusconi la cui idea di «grande Europa» include non solo la Russia, ma pure Ucraina e Bielorussia. E quando, al contrario, stronca la richiesta di un referendum per negare l´ammissione della Turchia, con buona pace della Lega. Perché Ankara, osserva, «ha tutti i requisiti per avviare i negoziati di adesione» e negarle ora questa possibilità «sarebbe anche molto pericoloso, come gettare benzina sul fuoco dell´integralismo islamico». «Non vedo nemmeno come si possa fare un referendum su un´ipotesi», taglia corto Fini, «sarebbe tutt´al più un referendum consultivo, che non è previsto dalla Costituzione. E comunque se ci fosse io voterei a favore».

Per la Russia è tutt´altra faccenda. «Questo è un continente», avverte il vicepremier, «ha undici fusi orari, Mosca è più vicina a New York che a Vladivostok... conciliare Europa e Russia sarebbe impari». Il rapporto che c´è adesso, di partenariato stretto, «già soddisfa molto» la stessa Mosca, che di entrare nella Ue in verità non l´ha neanche mai chiesto. Poi, va bene, in prospettiva ci si può pure pensare, ma molto in prospettiva. «Lo stesso discorso che vale per Israele o per il Maghreb», concede Fini, frenando mesi, anni anzi, di slanci diplomatici del premier per avere «la Russia in Europa».

Ma non è giornata di polemiche, questa, tutt´altro. Il lungo colloquio con Putin, organizzato con ogni cura dai consiglieri di Palazzo Chigi con il contributo di Ronchi, è tutto un vicendevole scambio di complimenti, sotto l´occhio di telecamere e giornalisti per di più. Già il luogo, la dacia di Novo Ogaryovo: dimora settecentesca immersa in un bosco di betulle, residenza che il presidente russo apre solo a pochi, selezionatissimi ospiti stranieri.

«Sottolineate, sottolineate», chiede Fini ai cronisti ammessi al cospetto dei due leader, «l´assoluta trasparenza di questo incontro, lo dico perché qualche pregiudizio in Italia nei confronti della Russia c´è ancora». «Noi abbiamo una grande considerazione dell´azione che il governo russo ha intrapreso sotto la guida di Putin contro il terrorismo», dichiara invece solenne l´ospite, mentre il padrone di casa ringrazia «popolo e governo italiano, che è il nostro miglior amico», per il sostegno dopo i drammatici fatti di Beslan. Nessuno spazio, durante quest´ora e mezza, per commentare le critiche arrivate dall´opposizione italiana e da Prodi alla politica di Putin. «Contrariamente a qualche collega del centrosinistra», sorride il vicepremier, «non ho l´abitudine di attaccare i miei connazionali quando sono all´estero... comunque nessuno mi ha chiesto conto di loro. Forse perché non li considerano così importanti».

La prossima tappa internazionale di Fini è Tel Aviv. Tornerà in Israele ai primi di novembre per una conferenza internazionale sui temi economici. Sull´aereo che li riporta a Roma, i fedelissimi del vicepremier si congratulano da sé per la riuscita della missione: «Gianfranco, sdoganato da Sharon, laureato da Putin».

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