Da Corriere della Sera del 18/10/2004

Al Qaeda e la sfida delle presidenziali. Ecco le profezie dell’oracolo di Aspen

Il Denver Research Group: «Kerry può vincere perché non usa la paura»

di Gianni Riotta

WASHINGTON - La roulette elettorale 2004, grande quanto l'America, si gioca su due colori, il rosso e verde. Verde vince il senatore democratico John Kerry, rosso ritorna alla Casa Bianca il presidente repubblicano George W. Bush. Lasciate perdere i sondaggi che vedono i due candidati appiccicati all'1% di distanza, 48 a 48. Archiviate i vigorosi faccia a faccia tv tra i rivali. La scommessa cade sul rosso e sul verde, con la soluzione del dilemma nascosta tra le montagne del Colorado, ad Aspen.

La località, celebre per i campi di neve popolati da attori e Vip, ospita il Denver Research Group , banca dati che raccoglie tutto lo scibile umano in materia di politica, lo condensa, analizza, tritura, studia e riduce a una pagina di previsioni, destinata alle aziende, ai partiti, ai servizi di intelligence. Chi vincerà le elezioni il 2 novembre? Ci sarà un nuovo attacco terroristico contro l'Europa o gli Stati Uniti? Che strategia ha Osama bin Laden? Perché Kerry rimonta su Bush? Entrare nella Biblioteca di Babele fondata dall'ex deputato repubblicano Charles McLean non è facile, l'accesso elettronico si paga con salate parcelle. Ma il Corriere ottiene una parola chiave da McLean, che ci guida tra i segreti dell'archivio gigante. Da lontano la sua voce indirizza, «avanti!, indietro!», filo di Arianna nel labirinto del sapere politico globale. Sullo schermo del nostro terminale si dischiudono le pagine, verde a destra in alto, rosso a sinistra in basso, l'elettroencefalogramma di un organismo chiamato America.

«La metodologia è semplice - sorride McLean, monaco amanuense dell'età di Internet - abbiamo cominciato catalogando fino a 9000 fonti, giornali, telegiornali, rapporti degli istituti di ricerca, siti e forum sul Web, gazzette ufficiali, talk show radio. Sì, certo, anche il Corriere è fagocitato dai nostri studiosi. Inglese, francese, italiano, spagnolo, tedesco, il programma digerisce tutto, anche se abbiamo sudato con arabo e cinese. Ecco, adesso il sistema Prediga dovrebbe apparirle sullo schermo».

Il computer si illumina e Prediga, nipote dell'indovino Tiresia e del Mago Merlino, si manifesta. I collaboratori di McLean lo nutrono di informazioni, perché le filtri, «viviamo in un mondo saturo di notizie, sappiamo tutto e non sappiamo nulla, analizzare da sé il rumore di fondo dopo l'11 settembre è impossibile».

La sorpresa Al Qaeda, il blitz in Afghanistan e le elezioni a Kabul, la rottura tra Parigi-Berlino e Washington, il raid contro Saddam Hussein e la guerriglia a Bagdad, non sono lampi improvvisi. Sono annunciati, ora per ora, da «tonalità» che colorano il discorso politico. Dai caffè di Damasco ai telegiornali di Roma, dagli editoriali di Le Monde ai blog, i diari Internet di Madrid, dai dispacci parlamentari del premier indiano Singh ai volantini della destra razzista in Montana, il mondo dichiara di che umore è, nella cacofonia di mille dialetti, ardui da ascoltare. McLean ha creato con la sua équipe un algoritmo, una formula matematica, per filtrare il discorso globale, ridurlo a paragrafi comprensibili, farlo filtrare da analisti in una pagina di previsioni, da 1 a 100 qual è la probabilità che un evento si verifichi? «Ecco, guardi!» esclama McLean, un flusso attraversa il monitor e il sistema Flowing Trans Analysis colora lo schermo. «Il computer ci permette di accogliere ogni messaggio - dice McLean senza dubbi - ma poi tocca all'intelligenza umana interpretarlo. I guai di questa fase della guerra al terrorismo dipendono da fallimenti della nostra capacità di leggere il nemico. Non bastano le macchine e gli algoritmi, se non comprendiamo le tonalità, sbagliamo. Al Qaeda non intende occupare gli Stati Uniti, ma farci impazzire di paura, colpendo l'economia, la vita civile, le comunità. Ansia, angoscia, incertezza, colorano l'animo degli americani alla vigilia del voto. Fino ai dibattiti televisivi Bush ha meglio esorcizzato la fobia, poi Kerry è apparso rassicurante in 60 milioni di tinelli e la corsa è tornata in parità».

McLean apre la porta del sancta sanctorum della banca dati, la celletta segreta che contiene l'analisi sulla Casa Bianca 2004 «Per capire la svolta deve tornare al dibattito tv tra i candidati vicepresidenti, Dick Cheney e John Edwards. Cheney è il portacolori della paura, ogni voce del sistema lo conferma. Edwards è il più candido, giovane e ottimista tra gli sfidanti. Bene, Edwards ha battuto Cheney non solo tra i propri elettori, ma anche tra i conservatori, raccogliendo il favore del 52% dei telespettatori di destra. Perché? Perché nessuno può vivere per sempre nel terrore. Bush era visto come la soluzione dura contro la paura, adesso molti sperano che Kerry sia capace di rassicurarli con la ricetta soft».

Perduti nel labirinto di Aspen, pagina dopo pagina vediamo il sapere politico evocato in «tonalità» e la voce suadente di McLean fa da Virgilio nelle Malebolge del terrore: «Diamo una chance di attacco contro gli Stati Uniti del 46% prima delle elezioni, ma dopo, fino al giugno del 2005, la alziamo al 54%. Al Qaeda sa manipolare l'opinione pubblica occidentale, dalla Francia alla Spagna, ma stavolta ha interesse a colpire la nuova amministrazione alla Casa Bianca, per intimidire Bush o Kerry, e sfiancare i cittadini, con il messaggio feroce "ecco, dopo decine di stragi e due guerre siamo ancora tra di voi". Abbiamo previsto la bomba contro Madrid con tale precisione da vincere perfino una scommessa interna in ufficio, e altrettanto bene il sistema ha funzionato nell'anticipare gli attentati in Arabia Saudita».

Fermiamo Charles McLean e la sua macchina meravigliosa, erede dei kabbalisti, di Raimondo Lullo, di Pico della Mirandola, Borges e del monastero de «Il nome della Rosa» di Eco, tutto magnifico, ma chi vincerà le elezioni. Bush o Kerry? Qual è il responso dal labirinto della biblioteca telematica? Pacato, come se non si votasse tra 15 giorni a rischio di smentita, McLean digita sulla tastiera e, con la tranquilla coscienza del matematico davanti a un'equazione a mille incognite ma a una sola soluzione, dice «Vince Kerry. Guardi lei stesso. Bush tende alla tonalità del rosso, scaldare gli elettori con emozioni di paura. Kerry alla tonalità del verde, provare a rincuorarli, è dura ma ce la faremo. Il tono di Bush è messianico, siamo in guerra, il tono di Kerry laico, ci hanno attaccati, vinceremo ma la vita continua. Se adesso sovrappone il tono dei colori opposti degli sfidanti, all'umore crescente tra gli elettori, vedrà che le aree di verde, Kerry, combaciano meglio. Prevedo il democratico John Kerry vincente, con un margine più largo di quello che sembra oggi, 53% contro il 45% del repubblicano George W. Bush. Milioni di elettori sono in attesa, mai nessun presidente è stato rieletto con una base inferiore al 50% a ottobre, e di solito gli incerti bocciano chi è in carica, a vantaggio dello sfidante. Bush ha contro la storia, per vincere deve riuscire a contraddirla. Mi fido del nostro algoritmo e da qualche giorno anche Kerry ha preso a leggerlo».

La perlustrazione è finita, il video si spegne, McLean si congeda. Un attimo dopo vorrei verificare un dato, uno solo, chiedo di essere riammesso, troppo tardi, le porte restano chiuse, Accesso Negato, Password Scaduta. Verifica della profezia 2-11-2004 ore 21 precise.

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