Da La Repubblica del 29/09/2004

IL CASO

Tutti uniti a Ciampino

di Concita De Gregorio

ROMA - Sono le ventitré, l´aereo sta atterrando sulla pista di Ciampino. Berlusconi e Rutelli aspettano, uno accanto all´altro. Per un istante, mentre avanzano, il premier cinge le spalle del suo ex rivale nella corsa a palazzo Chigi, una campagna elettorale fa. È la foto politica del giorno.

Il presidente del Consiglio che ringrazia le opposizioni e Rutelli, per le opposizioni, che ringrazia lui. "Oggi siamo tutti con Berlusconi". Un giorno da statista, da grande leader. Così si deve essere sentito fin dal mattino e più di tutto adesso qui ai piedi della scaletta dell´aereo da cui scendono le ragazza, sembrano vestite da sposa. Veltroni con Fini, Letta con Rutelli, manca solo Fassino. Il giorno del "unità d´intenti" è cominciato alle diciassette e quaranta. Dodici minuti. Dall´arrivo della notizia su tutti i computer all´arrivo di Silvio Berlusconi nella sala stampa di Palazzo Chigi passano dodici minuti, appena il tempo di aggiustare le luci e sistemare i microfoni. Il presidente del consiglio ha da pochissimo dettato una nota in cui ringrazia il re di Giordania, appena incontrato qui a Roma, per «l´assistenza fornita» da lui personalmente e dai servizi segreti del suo paese. Da questo riparte, davanti alle telecamere: ringrazia nell´ordine Gianni Letta, «il regista dell´operazione a cui le ragazze devono la vita», il Sismi e il re di Giordania per il «ruolo particolarissimo» svolto dai suoi servizi segreti nelle settimane di trattative e prigionia. Poi dice che ha già informato le famiglie, che ha sentito la voce di Simona e Simona e che «le ragazze in questo momento sono su un taxi e stanno entrando all´aeroporto di Bagdad. Sono state consegnate meno di un´ora fa alla Croce rossa italiana». Parte l´applauso, il premier composto ringrazia.

Che le cose avessero preso la direzione giusta lo sapeva da lunedì sera: «C´è stato da decidere se ricorrere o no ad un´operazione militare. Ho sentito i leader dell´opposizione, abbiamo valutato tutti insieme per il no. C´erano d´altra parte le condizioni per evitarla». Così stamattina si è messo in moto il canale diplomatico che avrebbe portato alla consegna delle due ragazze ai delegati della Croce rossa. Berlusconi sapeva che la liberazione era imminente già ieri mattina, quando è arrivato molto di buon umore a far visita al set di «Rome», il kolossal in costume prodotto dagli americani della Hbo.

Visita privata a Cinecittà, gita blindata con nervosismo e ossessione di riservatezza degni di miglior causa giacché si trattava in fondo di rendere omaggio ai vertici Rai (Cattaneo, Saccà) in procinto di acquistare la serie tv, e di passeggiare fra un finto Senato e un finto Foro conversando col regista americano: «Per gli schiavi prendete comparse che hanno vissuto in paesi comunisti?», battute così. Certo non sarebbe stato possibile ridere e scherzare se da Bagdad fossero arrivate notizie cupe.

Con Re Abdullah il colloquio è disteso: il re, davvero molto ben informato dell´andamento delle trattative, aveva detto giorni fa che attendeva buone notizie «entro martedì». Entro martedì, in effetti, poco dopo le cinque di pomeriggio e proprio in coda ai colloqui romani fra la delegazione giordana, Fini e Berlusconi. E´ Gianni Letta a dare la conferma definitiva, ed è a Letta che il presidente del Consiglio si rivolge per ben quattro volte nei tre minuti dell´annuncio: «Non si è mai risparmiato, ha sempre avuto la regia delle operazioni. I servizi e i loro vertici hanno collaborato, l´opposizione è stata costantemente informata. Il nostro comportamento è stato ineccepibile».

Dopo gli autorallegramenti un cenno anche alla «positiva prova di unità» mostrata in questa circostanza da governo e opposizione. Tema - l´unità di intenti - su cui si dilunga pochi minuti dopo in aula alla Camera: l´emiciclo è completo, si stanno esaminando le riforme costituzionali. Berlusconi arriva, prende posto tra i ministri Giovanardi e Pisanu ed esordisce così: «Se noi come in questa vicenda riuscissimo a trovare una comunione di intenti avrebbe da guadagnarne tutto il paese». Qualche brusio dall´opposizione quando il riferimento all´unità diventa più esplicito in materia di riforme, ma Berlusconi si riprende in fretta, non è di questo che si parla oggi. Racconta. «E´ stata una trattativa condotta in sedici direzioni», i vertici del Sismi «hanno manifestato una grande valentia», senza Letta «non si sarebbe arrivati a questo risultato. Ha lavorato di giorno, di notte, di sabato, di domenica». Hanno collaborato con l´Italia «tutti i governi dei Paesi che circondano l´Iraq con i loro Servizi segreti, un ruolo speciale hanno avuto i giordani». Poi la scelta dell´ultima notte, quando si è accantonata l´ipotesi del blitz militare, «troppo rischiosa». I leader dell´opposizione «hanno dato il loro supporto e il loro consenso. A loro un ringraziamento particolare».

Gli ostaggi sono stati consegnati alla Croce Rossa, perché «l´Iraq che mira alla democrazia e allo Stato di diritto è intervenuto e si è ritenuto che la Croce rossa potesse avanzare questa richiesta per i meriti che aveva conseguito, curando 66 mila bambini iracheni». Identico discorso al Senato, poco dopo. La conclusione: «Mi auguro che di fronte a questioni che ci riguardano tutti si riesca a trovare una comunità di intenti, perché ne avrebbe da guadagnare tutto il Paese. Intendo: anche in situazioni molto meno penose di questa».

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