Da La Stampa del 29/09/2004

CONTRO L’INFLAZIONE NON SERVONO «BLOCCHI» IMPOSTI

Solo la concorrenza può frenare i prezzi

di Tito Boeri

Per far recuperare potere d'acquisto ai salari si può cercare di raffreddare l'inflazione. Ma come? Non certo imitando Nicolas Sarkozy, il ministro dell'economia francese. Fra due mesi cambierà mestiere per impegnarsi a tempo pieno nella campagna presidenziale. E ha avuto un'idea geniale per impressionare i propri futuri elettori: bloccare i prezzi con un accordo fra produttori e grande distribuzione. Tutto molto mediatico. Con grandi annunci sui giornali, la grandi catene Auchan, Casino e Carrefour si sono impegnate ad abbassare i prezzi da settembre fino a dicembre (guarda caso, proprio quando Sarkozy cambierà lavoro). Sono poi usciti i dati sull'inflazione di luglio (meno 0,2 per cento!) ed ecco tutti brindare al successo del blocco. Poco importa che l'inflazione negativa di quel mese fosse dovuta ai saldi estivi, che il mese dopo ci sia stato un rimbalzo dei prezzi (+0,3 per cento) e che il blocco sarkoziano entrasse in vigore solo dal primo settembre.

Forse ispirati dal successo mediatico d'Oltralpe, i ministri Siniscalco e Marzano hanno, il primo, sottoscritto a Torino un accordo con Regione, enti locali e distribuzione per «tenere i prezzi fermi» e, il secondo, raggiunto a livello nazionale un'intesa con la grande distribuzione addirittura per «abbassare i prezzi». Ampio risalto anche da noi sui giornali e orizzonte, come in Francia, circoscritto alla fine dell'anno. Secondo il Presidente della Confcommercio Billè, anche se l'intesa da qui a Natale desse qualche frutto nel rallentare la dinamica dei prezzi, sarà seguita da un rimbalzo dei listini subito dopo.

Per abbassare davvero i prezzi ci vuole più concorrenza. Come al mercato dei fiori di Sanremo, è la prossimità di molti venditori di beni affini a tenere i prezzi bassi. Se qualcuno osa alzare i margini sui costi, non riesce a vendere i fiori. E il Comune di Sanremo si guarda bene dall'intervenire sui prezzi. Si limita a trovare spazio per un maggior numero di venditori possibile.

Le intese consumate a Roma e sotto la Mole servono, invece, solo a coprire le responsabilità di chi si è opposto ad una maggiore concorrenza nel settore della distribuzione. Le regioni non hanno voluto applicare le misure previste dalla riforma del 1998, tra cui la liberalizzazione dei saldi e degli orari di apertura dei negozi e la vendita di carburante nei grandi centri commerciali. Il Governo non ha fatto nulla per impedire che gli enti locali bloccassero le autorizzazioni per nuovi investimenti delle grandi catene commerciali: avrebbero dovuto basarsi su criteri esclusivamente urbanistici, ma i Comuni intendono usare queste autorizzazioni per fare politica industriale. E i commercianti, ovviamente, si sono guardati bene dall'incoraggiare la mano pubblica a ridurre le proprie rendite di posizione.

Le associazioni dei consumatori erano rappresentate a Torino, ma non al tavolo nazionale. Anche loro non sono prive di colpe. In altri paesi le associazioni dei consumatori hanno contribuito a rallentare la dinamica dei prezzi. Ad esempio, la Consumers' Association britannica ha organizzato acquisti all'estero, a prezzi più bassi, delle autovetture, trascinando al ribasso (-13% in 3 anni) i listini nel Regno Unito. Anche in Olanda l'unica grande associazione - Consumentenbond (650.000 iscritti) - ha giocato un ruolo importante nel promuovere la concorrenza. Da noi esistono ben 14 associazioni che si combattono aspramente tra di loro ed il cui nemico principale è stato sin qui l'Istat anziché le rendite di produttori e distributori. Le diverse sigle nostrane vivono anche grazie ai finanziamenti pubblici e, con basse barriere all'entrata (bastano 28.000 iscritti, con controlli a dir poco approssimativi), sono diventati spesso un'appendice dei partiti. Da ultima è nata la «Casa del Consumatore» che vuole presumibilmente essere un'anticamera di un'altra ben più nota Casa. Quando forse queste associazioni uniranno le proprie forze e cominceranno a fare il loro mestiere avremo almeno una costituency a favore del consumatore. Ce n'è davvero bisogno in un paese come il nostro, dove sono rappresentati solo gli interessi di produttori, venditori e lavoratori con contratti permanenti.

Sullo stesso argomento

 
Cos'� ArchivioStampa?
Una finestra sul mondo della cultura, della politica, dell'economia e della scienza. Ogni giorno, una selezione di articoli comparsi sulla stampa italiana e internazionale. [Leggi]
Rassegna personale
Attualmente non hai selezionato directory degli articoli da incrociare.
Sponsor
Contenuti
Notizie dal mondo
Notizie dal mondo
Community
• Forum
Elenco degli utenti

Sono nuovo... registratemi!
Ho dimenticato la password
• Sono già registrato:
User ID

Password
Network
Newsletter

iscriviti cancella
Suggerisci questo sito

Attenzione
I documenti raccolti in questo sito non rappresentano il parere degli autori che si sono limitatati a raccoglierli come strumento di studio e analisi.
Comune di Roma

Questo progetto imprenditoriale ha ottenuto il sostegno del Comune di Roma nell'ambito delle azioni di sviluppo e recupero delle periferie

by Mondo a Colori Media Network s.r.l. 2006-2024
Valid XHTML 1.0, CSS 2.0