Da Corriere della Sera del 26/09/2004

Svolta verde di Schwarzy «Basta auto inquinanti»

Il governatore della California: cambiare i motori entro 5 anni

di Ennio Caretto

WASHINGTON - L’ultima cosa che gli americani potevano immaginare era che Arnold Schwarzenegger passasse alla storia come il «terminator» dell’effetto serra. L’ex attore e governatore della California è infatti un fanatico dei Suv, (Sport utility vehicles) i mostri 4x4 che più inquinano l’ambiente e stanno cominciando a invadere anche le strade italiane. Ma in politica, «Schwarzy» è ancora più pieno di sorprese di quanto non lo fosse nel cinema. Repubblicano anomalo, ha varato ieri un regolamento che ha suscitato l’applauso dei verdi e le ire dell’industria dell’auto. Il regolamento, infatti, mira a ridurre drasticamente le emissioni di ossido di carbonio di tutte le macchine in California entro il 2016. L’ossido di carbonio è la causa prima del surriscaldamento globale e «Schwarzy» ha concesso 5 anni di tempo ai costruttori, fino al 2009, affinché comincino a ridurre i consumi di carburante delle loro vetture: 25% per le auto più leggere, 18% per quelle più grandi.

Il «golpe» del terminator, che ama anche guidare in blue jeans e giaccone di cuoio enormi motociclette fumando il sigaro, ne aumenterà la popolarità. I californiani sono in buona parte ambientalisti, e una ex vestale repubblicana convertitasi ai verdi, Arianna Huffington, li aveva già mobilitati contro i gipponi Suv. Molti statunitensi inoltre hanno attribuito all’effetto serra la valanga di uragani che si è abbattuta sulla Florida, quattro in un mese e mezzo, il doppio del normale.

Insomma, si profilano tempi duri per Detroit, capitale dell’auto Usa. Perché la California non ha soltanto la massima percentuale di auto del Paese - circa il 10 per cento - ma è anche la «guida», tanto che New York, il Massachusetts e altri Stati hanno già annunciato che ne seguiranno l’esempio. «Questa storica decisione» ha detto Alan Lloyd, leader della Commissione sulle risorse dell’aria, «verrà copiata da molti».

Detroit spera ancora di sconfiggere Schwarzenegger, se necessario ricorrendo al presidente Bush, amico della industria dell’auto - guida anche lui un Suv - insensibile a molti problemi ambientali. Ma per adesso si limita a demolire i dati della Commissione formata dal governatore. Secondo questi esperti le modifiche richieste costeranno poco più di mille dollari per vettura e consentiranno un risparmio medio di oltre 2 mila dollari di benzina nel corso degli anni. Secondo Detroit, invece, costeranno 3 mila dollari e anziché a un risparmio porteranno a un aumento del prezzo delle auto. «La riforma non è sorretta da altre, più urgenti, per limitare il surriscaldamento che si riscontra in California. Perché penalizzare noi?» ha protestato Gloria Berquist, portavoce dell’alleanza dei costruttori d’auto.

In base alla Costituzione l’ultima parola, più che a Bush, dovrebbe spettare al Parlamento californiano, controllato dai democratici, e quindi dalla parte di «Schwarzy» e dei verdi. Per Detroit, ciò significherebbe dover ridurre fino al 50% il consumo per ogni veicolo nel giro di un decennio, più che negli anni Settanta, quando due gravi crisi petrolifere - che potrebbero ripetersi tra breve - li misero con le spalle al muro. «Ma non tutto il male viene per nuocere», ha affermato Alan Lloyd. «Rispetto all’Europa e al Giappone, i nostri principali concorrenti, noi siamo molto indietro: le loro vetture sono molto più efficienti». Lo confermano le vendite: le case straniere hanno conquistato il 34 per cento del mercato americano, un tempo monopolio di Detroit.

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