Da La Repubblica del 24/09/2004

Un ricatto in cinque tappe "Ecco perché le abbiamo uccise"

Su Internet sequenza di comunicati per le due italiane rapite

L´alternarsi delle rivendicazioni all´esame dell´intelligence italiana
L´analisi dei testi tiene in considerazione anche i molti errori ortografici

di Alessio Balbi, Carlo Bonini

ROMA - Ieri mattina i "seguaci" di Al Zawahri hanno annunciato che si è compiuto il destino di Simona Torretta e Simona Pari. Con un messaggio sul sito www.alezha.com hanno informato che "le due agenti dei servizi segreti italiani sono state decapitate". E´ ufficialmente il terzo messaggio del gruppo dall´8 settembre. In realtà i messaggi recapitati con questa firma, e sulla cui attendibilità continuano a gravare forti perplessità dell´intellicence, sono cinque. Gli ultimi due, sin qui ignoti, portano la data del 19 e 21 settembre. Questo spiega la cronaca delle ultime 24 ore, in un´altalena di speranza e pessimismo. I fatti.

La notte di mercoledì che annuncia l´esecuzione delle due Simone si trascina dietro un mattino se possibile peggiore. Intorno alle 11, sul sito "www.alezha.com", Ansar al Zawahiri, i "seguaci di Al Zawahiri", sigla nota per essersi già affacciata sulla rete l´8 e il 10 settembre rivendicando la "proprietà" dei due ostaggi italiani, ne annuncia la decapitazione, che promette di documentare, "presto", con un video. «Le due agenti dei servizi segreti italiani sono state uccise con il coltello, senza pietà». Chi firma il messaggio è sigla diversa da chi, "Organizzazione Jihad in Iraq", neppure dodici ore prima, intorno alla mezzanotte tra mercoledì e giovedì, ha dato identico annuncio su un altro sito (www.openforum.org). Alle 12, palazzo Chigi detta alle agenzie di stampa una nota che argina conclusioni definitive. «Si invita alla massima cautela, prudenza e responsabilità», si legge, perché «il moltiplicarsi dei comunicati conferma l´analisi di inaffidabilità e induce a pensare che ci si trovi di fronte ad un probabile quadro di terrorismo mediatico». Appaiono parole ponderate. Di cui è la nostra intelligence militare, il Sismi, ad assumere la responsabilità. Il testo che annuncia l´esecuzione - si argomenta - appare farraginoso negli argomenti. Chi si firma "Ansar Al Zawahiri" mette troppe cose insieme. Non appare verosimile che le due ragazze siano state uccise - come si legge nel comunicato - «in risposta ai massacri degli italiani a Nassiriya»; «alle violenze sessuali delle forze sioniste in Iraq sulle detenute musulmane»; «al sostegno italiano alle forze sioniste che uccidono musulmani in Palestina»; «al sostegno italiano alla Russia che violenta le detenute nelle carceri cecene»; «alle offese a sangue freddo alla cultura e al popolo musulmano considerato inferiore per cultura»; «al rifiuto italiano di liberare le prigioniere in Iraq, fissare una data di ritiro dal Paese».

C´è dell´altro. Provando a perlustrare il forum del sito "alezah.com" utilizzando come chiave di ricerca la traslitterazione in arabo del cognome di una delle due Simone ("Torretta"), esistono due ultimatum a firma "Ansar Al Zawahiri" che precedono l´annuncio della loro avvenuta esecuzione e di cui o si ignorava l´esistenza o la cui esistenza, se la si conosceva, era stata taciuta.

Il primo proclama porta la data del 19 settembre. «Era stata decisa la decapitazione di Simona Pari e Simona Torretta - si legge - Ma c´è stata confusione e scontro nel gruppo a causa della maledetta visita che il manutengolo della Cia Razi Al Yawar ha fatto in Italia (il 10 settembre, ndr.). Questa visita ha prodotto imbarazzo», perché «le tradizioni arabe non permettono l´uccisione degli ostaggi nemici quando c´è un arabo "anziano" che parla con un italiano "anziano", Carlo Ciampi, nella casa dei nemici». La sentenza è stata dunque sospesa, ma, contestualmente, «quattro sono le condizioni» poste al governo italiano, in quanto «alleato dello Stato sionista e della Russia». 1) «Liberazione di tutte le detenute in Iraq». 2) «Liberazione di tutti i prigionieri musulmani palestinesi, libanesi, egiziani, giordani e altri detenuti nello stato Ebraico». 3) «liberazione delle prigioniere musulmane detenute nelle carceri russe in Cecenia». 4) «Una data di ritiro delle truppe italiane dall´Iraq». Il messaggio si chiude con un avvertimento: «Il governo italiano deve trattare soltanto con Ansar Al Zawahiri. Se il governo rispetterà tutte le condizioni gli ostaggi saranno liberati. Se una sola di esse, daremo di volta in volta delle informazioni» sulle due Simone. "Se il governo italiano vuole che questi ostaggi vengano recapitati rapidamente, allora deve solo rivolgersi al gruppo Al Tawheed Al Jahad, una cellula in movimento che decapita tutte le spie crociate senza cercare di capire, senza negoziare, senza pensare se queste richieste vengono o meno esaudite".

Due giorni dopo, il 21, quarantotto ore prima dell´annuncio dell´esecuzione, un nuovo messaggio. Questa volta è un ultimatum di 24 ore. «Non abbiamo ancora ricevuto risposta dal governo italiano - si legge - dobbiamo forse decapitare più ostaggi crociati per farci prendere sul serio?». Eugene Armstrong è morto il giorno prima per mano di Al Zarqawi e della sua Al-Tawheed Al Jihad. I seguaci di Al Zawahiri avvertono: «Abbiamo rispettato il governo italiano e il governo italiano ci ha esasperato. Se non riceveremo risposta entro 24 ore consegneremo i due ostaggi alle spade di Al Tawheed Al Jihad».

Il resto è storia di ieri.

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