Da Corriere della Sera del 22/09/2004

Annan e Bush, duello all’Onu sull’Iraq

Il segretario generale: «Legalità in pericolo nel mondo». Il presidente: «Combattiamo il terrore. Solo con la democrazia si costruisce la pace»

di Ennio Caretto

WASHINGTON - All’Assemblea generale dell’Onu a New York, in un’aula dai molti posti vuoti, in un clima teso, il presidente George Bush difende la guerra dell’Iraq. La accomuna alla guerra dell’Afghanistan, sfidando la comunità internazionale «a fare di più» per la ricostruzione e democratizzazione di entrambi i Paesi. E inquadra i due conflitti nella lotta contro il terrorismo, ribadendo l’impegno «a distruggerlo dovunque, a stroncarne la sponsorizzazione degli Stati fuorilegge, a bloccare la proliferazione delle armi di sterminio», un’anticipazione di nuove offensive. Infine promette la pace in Medio Oriente, chiedendo a sorpresa a Israele «di congelare gli insediamenti illegali», ai leader europei di abbandonare il presidente palestinese Arafat di cui non fa tuttavia il nome.

Bush conclude il duro discorso collegando la sicurezza del mondo alla tutela dei diritti umani, di cui l’America, dice, è il paladino, e proponendo la creazione di «un Fondo per la democrazia all’Onu»: «Il nostro giovane secolo sarà il secolo della libertà - grida -. E’ dovere di tutti non piegarsi al terrorismo. La risposta da dargli è la vittoria, non la resa. Solo con la democrazia si costruisce la pace».

Alle spalle del presidente americano, sullo scranno più alto, c’è il segretario dell’Onu Kofi Annan, che ha appena compiuto un accorato intervento. Annan ha dipinto un mondo molto diverso da quello di Bush, un mondo in cui il diritto è messo in pericolo non solo dai terroristi ma anche «da coloro che cercano di diffonderlo». Non ha citato gli Usa, ma il riferimento era chiaro: «Ogni nazione che si fondi in patria sul diritto deve rispettarlo anche all’estero».

Il segretario dell’Onu ha criticato aspramente sia gli insorti sia la guerra dell’Iraq, che considera illegale: «Le leggi fondamentali - ha ammonito - sono vergognosamente ignorate, i civili sono massacrati a sangue freddo mentre operatori umanitari, giornalisti e altri vengono presi in ostaggio e uccisi barbaramente, si vedono detenuti iracheni vittime di azioni scandalose». Allo stesso modo, Annan ha denunciato la tragica spirale di violenza tra israeliani e palestinesi, le stragi di Beslan in Russia e del Darfur in Sudan. Ha terminato con un nobile monito: «Nessuno è al di sopra della legge, essa non viene dalla forza. Siamo a un bivio, l’imperio della legge va garantito».

Bush, attaccato il giorno prima anche da John Kerry, il candidato democratico alla Casa Bianca, si sente chiamato in causa. Dal suo discorso, oltre a una visione opposta a quella di Annan della crisi che il mondo attraversa, emerge anche una soluzione antitetica. Il segretario caldeggia il ritorno al multilateralismo: «L’Onu è l’indispensabile casa comune dell’intera umanità, dove si affrontano insieme i problemi comuni. Non illudiamoci che se non lo usiamo bene troveremo un altro strumento più efficace». Il presidente insiste sull’unilateralismo, o meglio l’adesione alla sua strategia: «Ogni nazione in pace deve partecipare, non c’è sicurezza nel perseguire una vita tranquilla ignorando il nemico... Al di là della lotta al terrorismo, l’obiettivo è un mondo migliore... Mai abbiamo avuto tante opportunità». In un gesto distensivo, Bush rende omaggio «all’idealismo ed eroismo» dell’Onu, ammette che la guerriglia a Bagdad è in aumento, attacca i sequestri e le decapitazioni. Ma traccia un quadro roseo del futuro in Afghanistan, in Iraq, in Medio Oriente, dove, sostiene, la road map , il percorso negoziale, può ancora essere realizzato.

L’ottimismo del presidente non ha solo radici elettorali, ma è anche frutto della ferrea certezza che la fine di Saddam Hussein giovi alla causa della libertà «il cui potere è immenso» e della dignità umana, e serva da lezione a quanti «commettono genocidi in Sudan o stragi a Beslan». Bush ricorda che l’America è «una forza del bene» contro l’aids, la povertà e gli altri malanni che affliggono l’umanità. Riserva una citazione speciale all’Italia, con cui gli Usa hanno varato «L’iniziativa di pace globale». Ma se ne va in fretta dopo un tiepido applauso dell’Assemblea generale, che ha invece tributato un’ovazione ad Annan.

Favorito nei sondaggi interni, il presidente sembra essere sgradito alla maggioranza dei 191 Paesi dell’Onu, una realtà che non inciderà, in ogni caso, sul conflitto dell’Iraq.

Domani Bush riceverà alla Casa Bianca il premier iracheno Allawi, seduto trionfalmente tra i delegati, che domani terrà un discorso al Congresso. Discuterà con lui il «blitz di novembre», quasi una seconda guerra, da scatenare subito dopo le elezioni americane. Per prepararlo, il Pentagono ha già messo mano ai 25 miliardi di dollari stanziati per le emergenze.

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