Da La Stampa del 21/09/2004
Originale su http://www.lastampa.it/redazione/news_high_tech/archivio/0409/sky.asp

Sky per far fronte alla concorrenza vuole i sussidi per i decoder

Televisione digitale, la guerra delle piattaforme

Record di abbonati nei primi 6 mesi del 2004 nonostante i prezzi, fra i più alti in Europa

di Luca De Biase

I media digitali sono un vulcano in eruzione continua. E il video è l’esplosione del momento. In particolare, la televisione digitale terrestre è al centro del dibattito. La digitale satellitare, arrivata per prima, e la tv via Adsl, in via di diffusione, sono le alternative. Le parole d’ordine ricordano la prima ora di Internet: moltiplicazione dei canali, nuove opportunità, crescita esponenziale.

«La tv digitale terrestre è la vera svolta del mercato italiano» dice Tarak Ben Ammar, l’uomo d’affari franco-tunisino che, con il gruppo francese Tf1, ha lanciato Sportitalia, un canale completamente concentrato sullo sport che si può vedere gratis con la nuova tv digitale via etere. «La nostra è una tv di nicchia. Che non pretende di fare concorrenza a quelle dei miei amici Silvio Berlusconi e Rupert Murdoch. Ma sta crescendo e può farcela: grazie alla grande innovazione del mercato che viene appunto dalla tv digitale terrestre».

Sportitalia dimostra quantomeno che lo spazio per crescere con la tv adesso è più ampio di prima. Secondo i dati comunicati dall’emittente, dal maggio scorso, la guardano tra i 6 e gli 8 milioni di singoli utenti alla settimana. Certo, le buone relazioni degli azionisti di Sportitalia con i giganti televisivi italiani non guastano. Ma indubbiamente conta molto anche la tecnologia. Che, anche con i contestati incentivi governativi, si va diffondendo in modo abbastanza veloce.

Come, del resto, si diffonde l’Internet in banda larga: la Fondazione Bordoni che calcola in tre milioni gli attuali abbonati al broadband, osserva tassi di incremento a tre cifre percentuali in tutta Italia. E con la sua evoluzione tecnologica, l’Adsl tende a diventare a sua volta una rete di trasmissione di contenuti televisivi. Come dimostra l’acquisto dei diritti delle partite di calcio per Internet in banda larga deciso da Telecom Italia e Mediaset.

Non è ancora l’arrivo della convergenza annunciata da Nicholas Negroponte quasi vent’anni fa. Perché se è vero che tutto è trasmesso in digitale, le reti restano ben distinte. «Le diverse piattaforme sono in competizione tra loro e con il mobile» spiega Guido Salerno, direttore generale della Fondazione Ugo Bordoni. Ciascuna ha i suoi punti di forza. Internet in Adsl è ovviamente più interattiva e potenzialmente meno vincolata in termini di numero di canali, ma potrebbe non riuscire a essere presente in tutte le case. La televisione digitale terrestre è molto meno completa dal punto di vista dell’interattività ma prima o poi arriverà in tutte le famiglie. I giochi sono molto aperti.

Va del resto risolto tutto il tema della navigazione nel megapalinsesto della tv digitale terrestre. La My-tv di Salvo Mizzi sembra la candidata più accreditata per produrre quello che diventerà il portale della nuova tv. E sarà probabilmente un buon business. Ma si aprono anche altri spazi. I nuovi registratori digitali, sono un tema molto caldo. Secondo uno studio della Forrester Research, chi li usa, in America, tende a passare il 60 per cento del tempo che dedica alla tv guardando programmi preventivamente registrati: e così facendo riesce tra l’altro a evitare di vedere circa il 92 per cento degli spot pubblicitari. Insomma, ci sono diverse novità in arrivo.

Per Sky, finora monopolista della tv digitale in Italia, è arrivata la concorrenza. Protesta alla Ue perchè non ha i sussidi per i decoder (lo «sconto» di 150 euro per il digitale terrestre e di 75 per l'Adsl) mentre è impegnata nel tentativo di imporre l’uso di ricevitori basati sul suo standard proprietario e in bilancio continua a registrare perdite. Del resto il suo principale azionista, Rupert Murdoch, è solito dire: «La concorrenza è buona...ma la mancanza di concorrenza è meglio».

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