Da La Repubblica del 18/09/2004

Il capo terrorista su Internet: "La colpa del massacro è di Putin, non abbiamo ucciso bambini"

Beslan, rivendicazione dell´orrore

Basaev: siamo stati noi ceceni, abbiamo speso 8mila euro

di Giampaolo Visetti

MOSCA - Il verbale dell´orrore, scritto a mano tra le montagne del Caucaso, travolge la Russia correndo sulla rete. Per raccontare come sono state sequestrate 1.200 persone nella scuola di Beslan, come sono stati sterminati circa 500 esseri umani, oltre 200 bambini, il capo della guerriglia cecena Shamil Basaev ricorre a parole semplici. Più che la rivendicazione di un terrorista folle, la favola narrata da un nonno premuroso. Ma le stragi sono reali, i morti nelle fosse. Il proclama del signore dell´eccidio, immesso sul sito degli indipendentisti kavkazcenter.com, si trasforma così in una testimonianza agghiacciante dell´abisso che incombe sull´umanità: l´auto-cronaca in diretta del terrore omicida, il processo e la condanna dei governi democratici dell´Occidente, l´annuncio di altro sangue.

Il comandante degli indipendentisti legati al fondamentalismo islamico questa volta abbandona la rivendicazione standard: accuse al "vampiro Putin"», minacce di nuovi attacchi, condizioni per scongiurarli. Si spinge fino a descrivere meticolosamente la preparazione dell´assalto alla scuola, il reclutamento e l´addestramento dei terroristi, il confezionamento delle bombe, la stesura dei comunicati nel corso del sequestro. Fino a ragionare, con la lucidità del pazzo, sul video choc girato dai guerriglieri nella palestra, sulle "bugie" dei servizi segreti russi, sulle istruzioni indiscutibili consegnate al commando. Fino ad arricchire il documento con decine di cifre, la contabilità del massacro: il costo degli attentati che da fine agosto hanno sconvolto la Russia, il denaro ricevuto dall´estero, i numeri e l´origine dei separatisti, il peso dell´esplosivo usato a Beslan, la quantità delle schegge inserite per seminare più vittime. Un´insistenza maniacale che vale un certificato di autenticità: solo Abdallah Shamil, come si firma Basaev dopo l´abbraccio con l´islam, può essere l´autore dell´editto. In cinque pagine fitte, la mente dei terroristi rivendica tutte le stragi che hanno preceduto e seguito le presidenziali in Cecenia: il doppio attentato kamikaze del 25 agosto sui Tupolev; l´auto-bomba esplosa lo stesso giorno sulla strada per l´aeroporto di Mosca; l´esplosione della donna kamikaze fuori dalla metro della capitale, il 31 agosto. Infine quella che Basaev, rievocando la strage nel teatro Dubrovka, battezza «operazione Nord-West»: l´assalto e la carneficina nella scuola di Beslan, tra l´1 e il 3 settembre.

La tesi di fondo è che l´assalto è opera sua, ma che la strage è stata pianificata dal presidente Vladimir Putin «per le proprie ambizioni imperialiste e per mantenersi al potere con la benedizione della comunità mondiale». A sostegno della versione il leader della guerriglia ricostruisce il sequestro, definito «una terribile tragedia». Le condizioni per interrompere lo «sciopero della fame e della sete degli ostaggi» sarebbero state subito comunicate: «indipendenza in cambio di sicurezza». Il Cremlino non solo si sarebbe mostrato «disinteressato» a salvare i sequestrati, ma avrebbe «ordinato il massacro». Falsi soccorritori, fingendo di recuperare dei cadaveri, avrebbero gridato agli ostaggi di scappare. L´innesco della strage. I cecchini del gruppo Alfa avrebbero sparato, colpendo il detonatore delle bombe, o un filo di collegamento. Di qui lo scoppio. «Un´esplosione accidentale è esclusa», assicura il documento. La rivendicazione contesta decine di «falsità» alle autorità russe, descrive nei dettagli le 20 mine collocate nella palestra, le 30 mile schegge di ferro con cui erano state imbottite, i 33 componenti del commando. Basaev assicura di non conoscere Bin Laden e Al Qaeda ed elenca la nota spese dei massacri: 10 mila dollari più 5500 euro ricevuti dall´estero, 4 mila dollari per l´attentato ai Tupolev, 7 mila per la donna-kamikaze davanti alla metro di Mosca, 8 mila euro per l´operazione Nord-West. E accusa Putin, colpevole di aver annientato 40 mila bambini, mutilato 5 mila piccoli ceceni, sterminato 250 mila civili. «Nel silenzio del mondo - denuncia - che non osa pronunciare la parola magica: giustizia».

Violenta la reazione del presidente russo. Putin ha subito ripetuto che la Russia sta «seriamente preparando attacchi preventivi contro i terroristi». Ha ricordato «la lezione del 1938, con il Patto di Monaco» e ha ammonito l´Occidente di evitare «doppi standard di giudizio verso gli assassini, distinguendo tra terroristi moderati e radicali». Distinzione che il Cremlino, pronto a scatenare l´offensiva nel Caucaso partendo dalle valle del Pankisi in Georgia, riterrà equivalente ad una «complicità con i terroristi».

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