Da La Repubblica del 14/09/2004
Il pugno di Putin sulle repubbliche "Tutto sarà deciso dal Cremlino"
Modifiche alla Costituzione dopo la strage di Beslan
Ridotte le autonomie. I capi scelti direttamente dal presidente
di Giampaolo Visetti
MOSCA - Vladimir Putin assume i pieni poteri sulla Russia. Dopo la strage nella scuola di Beslan, il presidente ha annunciato ieri una «radicale ricostruzione» istituzionale dello Stato. Una rivoluzione politica e amministrativa, che è stata semplicemente comunicata nel corso di una convocazione straordinaria dei vertici del Paese: presidenti di regioni e repubbliche autonome, ministri, dirigenti dell´apparato pubblico, responsabili di sicurezza e servizi segreti. Per contrastare il terrorismo, ma pure per arrestare i moltiplicati moti separatisti nel Caucaso e i montanti malumori politici nelle amministrazioni locali, Putin ha delineato quello che si presenta come un vero e proprio colpo di mano. Per realizzarlo, il presidente teorico della «verticale del potere» e della «democrazia guidata» indurrà il parlamento a cambiare la Costituzione approvata nel 1993 sotto la presidenza Eltsin. Non sarà difficile: il partito di Putin, "Russia Unita", vanta la maggioranza qualificata sia alla Duma che al Senato. «Vanno consolidati Stato e integrità territoriale della Federazione - ha detto Putin -: strutture centrali e locali devono lavorare come un meccanismo integrato con subordinazione gerarchica».
Fino a ieri il capo del Cremlino aveva garantito che per riformare la Russia non avrebbe fatto ricorso a mutamenti costituzionali. Il piano Putin prevede che presidenti e dirigenti degli 89 territori federali non siano più eletti dal popolo. Alla guida delle 21 repubbliche autonome, delle 55 regioni, degli 11 circondari autonomi e delle 2 regioni metropolitane (Mosca e San Pietroburgo), saliranno persone indicate direttamente dal presidente russo. Ai parlamenti locali spetterà solo la ratifica della nomina. Anche la Duma, la Camera bassa, vedrà stravolto il proprio profilo istituzionale. Fino a oggi metà deputati erano eletti con il sistema proporzionale e metà con quello maggioritario. Esponenti "indipendenti", per lo più espressi da regioni e repubbliche, potevano battere gli avversari indicati dai partiti a Mosca. Un riequilibrio tra centro e periferia. Dal 2007 tutti i seggi saranno assegnati su base proporzionale (soglia tra il 5 e il 7 per cento), premiando i partiti vincitori a livello federale e gli uomini da essi prescelti.
La "rivoluzione dello zar", che di fatto consegna la Russia nelle sole mani del Cremlino, travolge anche i vertici della polizia e dell´Fsb. L´ex capo dei servizi segreti, eredi del Kgb, ha annunciato la creazione di una nuova struttura anti-terrorismo «più specializzata dei servizi di sicurezza attuali». Piazza pulita degli uomini che dovevano garantire l´ordine pubblico del Paese. Putin non si fida più degli ex colleghi, teme di perdere la guerra contro il terrorismo e contro la Cecenia, ma con essa pure la sua leadership politica. «La nuova organizzazione - ha spiegato - dovrà prevenire atti terroristici e colpire in anticipo per distruggere i terroristi nelle loro tane, anche all´estero se la situazione lo richiede». Il presidente ha quindi ammesso che «finora la nostra lotta non ha prodotto risultati visibili». Di qui l´annuncio della decapitazione dei vertici politici nel Caucaso del Nord. Per Putin «lì il problema maggiore è la debolezza della dirigenza e il quadro è pietoso». Il disastroso intervento in Ossezia, seguito alle stragi in Inguscezia e in Cecenia, è costato la poltrona al plenipotenziario Vladimir Iakovlev, pietroburghese in rotta con il presidente ed emarginato a capo del nuovo ministero «delle nazionalità». Al suo posto il fedelissimo Dmitri Kosak: guiderà anche la Commissione federale per la regione.
Fino a ieri il capo del Cremlino aveva garantito che per riformare la Russia non avrebbe fatto ricorso a mutamenti costituzionali. Il piano Putin prevede che presidenti e dirigenti degli 89 territori federali non siano più eletti dal popolo. Alla guida delle 21 repubbliche autonome, delle 55 regioni, degli 11 circondari autonomi e delle 2 regioni metropolitane (Mosca e San Pietroburgo), saliranno persone indicate direttamente dal presidente russo. Ai parlamenti locali spetterà solo la ratifica della nomina. Anche la Duma, la Camera bassa, vedrà stravolto il proprio profilo istituzionale. Fino a oggi metà deputati erano eletti con il sistema proporzionale e metà con quello maggioritario. Esponenti "indipendenti", per lo più espressi da regioni e repubbliche, potevano battere gli avversari indicati dai partiti a Mosca. Un riequilibrio tra centro e periferia. Dal 2007 tutti i seggi saranno assegnati su base proporzionale (soglia tra il 5 e il 7 per cento), premiando i partiti vincitori a livello federale e gli uomini da essi prescelti.
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