Da Corriere della Sera del 21/05/2004

POLITICA E RIFIUTI

Immondizia nelle strade, il riscatto incompiuto di Napoli

Bassolino fermò le discariche, ma il piano per ricavare energia dalla spazzatura è partito a metà

di Aldo Cazzullo

Leggende narrano di mezzo milione di tonnellate sepolte da qualche parte. Poi è arrivato Bassolino, commissario straordinario. Le discariche, abusive o no, sono state chiuse. Si è preparato un piano per trasformare i rifiuti in energia. Ma non si è fatto in tempo. Le antiche discariche non ci sono più, i nuovi termovalorizzatori non ancora. Funzionano le macchine che trasformano i rifiuti in combustibile, non quelle che dovrebbero bruciarlo: si accumulano così cataste dette sinistramente «ecoballe», che sindaci impauriti si inviano l’un l’altro. Negli ultimi due mesi è successo di tutto. Ad Avellino spazzatura accumulata accanto allo stadio. A Marano, Aversa, Mondragone chiusi mercati e scuole. Quaranta camion della nettezza urbana, respinti ovunque, scaricano nell’ex Italsider di Bagnoli, dove sarebbe dovuto sorgere il quartier generale dell’America’s Cup. I turisti arrivati per il Maggio dei monumenti girano incuriositi, il fazzoletto sul viso, chi sconsolato chi rinfrancato dall’aver trovato la Napoli che attendeva, bella e dannata, dove ricrearsi e incanaglirsi per due giorni e fuggire. Non esattamente quel che che i protagonisti della rinascita avevano promesso.

Perché, accanto agli indugi amministrativi, ai ritardi della tecnologia, ai particolarismi dei sindaci preoccupati di difendere la propria enclave, è l’eterna inadeguatezza della politica che ritorna. Rosa Russo Iervolino annuncia: «Sono pronta a scendere in piazza e a fare le barricate» (ma un sindaco non potrebbe spendersi più utilmente in altro modo?). Il governo interviene, nomina un commissario straordinario al posto di Bassolino (nel frattempo indagato per abuso d’ufficio), il dottor Corrado Catenacci, senza incidere davvero. Enzo De Luca, il rivale di Bassolino che tre anni fa si era inoltrato in una sarcastica imitazione sentenziando che «non è possibile trascinarsi di riunione in riunione senza ba-balbettare una decisione», ora invoca la Protezione civile. E la colpa non è di nessuno, ognuno espone le proprie giustificazioni e ha sicuramente ragione. Molte cose certo sono cambiate. Questa no.

Servirebbe la solidarietà del resto del Paese. La Campania non importa più rifiuti, li esporta. Ogni settimana partono 36 treni per la Germania, al costo che si può immaginare. Altri carichi finiscono in Austria. In Italia però neanche a parlarne: subito si alza un sindaco a lanciare la disobbedienza civile, i treni non partono o si fermano presto come a Villa Literno, 48 ore di blocco fino all’intervento della polizia. Con tradizionale efficienza si muove invece la camorra. Gli incendi rivelano una tecnica e un’organizzazione che, spiega Bassolino, può appartenere solo ai clan: centinaia di cassonetti allineati, la fiammata, il rogo. I vigili del fuoco hanno tentato ronde notturne a fari spenti: un solo fermato, un signore in canottiera che non riusciva a dormire per il fetore.

E’ un’immagine antica e modernissima, dolente e beffarda, donne scarmigliate che rovesciano i sacchetti per strada e ragazze a ombelico scoperto e mascherina sul viso che ballano sui cassonetti. «Imputato numero uno è il cittadino napoletano. Imputato numero due, la pubblica amministrazione. Imputato numero tre, il netturbino fantasma» concludeva Il Mattino . Il processo dura da venticinque anni.

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