Da La Repubblica del 09/09/2004

Il racconto della pentita ai pm romani Ionta e Saviotti: "Pensavamo che gli sarebbe stata assegnata"

"La scorta, salvezza per Biagi"

Banelli: con la protezione avremmo cambiato obiettivo

Il professore era stato indicato nella relazione dei Servizi, riportata dalla stampa, un possibile obiettivo dei terroristi

di Claudia Fusani

ROMA - Se a Marco Biagi fosse stata assegnata la scorta anche un giorno prima la data prescelta per l´azione, le Brigate Rosse avrebbero «cambiato obiettivo». E´ uno dei passaggi più inquietanti, e destinati a sollevare una nuova polemica, che si leggono nel verbale lungo sette pagine (l´integrale, una volta sbobinate le cassette, sarà un centinaio di pagine) dell´interrogatorio reso da Cinzia Banelli martedì ai magistrati romani Franco Ionta e Pietro Saviotti e ripetuto ieri nell´interrogatorio durato undici ore con il pm bolognese paolo Giovagnoli.

L´ex compagna So si è presentata ai magistrati con una specie di scaletta ragionata e temporale sulle cose da dire. Tra gli ultimi punti segnati c´è la preparazione dell´omicidio Biagi dove Banelli ha avuto il ruolo di pedinamento e «studio del soggetto» nella fase dell´inchiesta e la sera dell´agguato aveva un ruolo di staffetta in bicicletta. «La sera del 19 marzo 2003 - ha detto - mi è passato davanti in bicicletta prima che girasse in via Valdonica e ho avvisato via radio gli altri del commando». Lioce, che copriva un altro angolo della strada, e che a sua volta ha avvisato Galesi e Morandi, gli unici due armati e pronti sotto casa. Biagi diventa «obiettivo fisico dopo la pubblicazione del libro bianco». Il gruppo comincia a lavorare alla «seconda iniziativa strategica disarticolante nel novembre 2001 ma parte del lavoro - ha aggiunto Banelli - era già stato fatto». Cinque mesi e «un solo momento di incertezza». Una settimana prima della data stabilita «abbiamo letto su "Panorama" un´articolo relativo ai servizi segreti che dicevano come nel mirino delle nuove Br c´erano gli uomini cerniera, gli uomini del dialogo tra sindacati e lavoratori, convinti della necessità delle riforme nel mondo del lavoro». In quelle parole gli uomini delle Brigate Rosse capiscono che «l´apparato controrivoluzionario», magistrati, polizia, carabinieri, ha individuato chi possono essere i prossimi obiettivi. Primo fra tutti proprio Marco Biagi, l´uomo che Banelli indica sempre come «il soggetto». Il servizio di Panorama fa vacillare i piani della banda armata. «Abbiamo capito - ha raccontato Banelli - che avrebbero potuto assegnare una scorta all´obiettivo proprio in quei giorni, alla vigilia dell´attacco. La direzione centrale, Galesi e Lioce, decisero che una scorta ci avrebbe fatto desistere dalla scelta dell´obiettivo». Con grande sorpresa delle stesse Br la scorta a Marco Biagi, tolta nell´autunno 2001 dopo oltre un anno, non fu più assegnata. E «l´azione fu realizzata», senza ripensamenti, né intoppi. Il commando, cinque persone a Bologna e una a Modena, si dilegua e lascia Bologna usando «tre stazioni periferiche. Nell´ultimo mese nessuno di noi è più passato dalla stazione centrale perché avevamo timore di essere ripresi». Banelli e Morandi salgono a Borgo Panigale su un treno locale per Porretta. Da qui vanno in taxi fino a Pistoia.

L´articolo di "Panorama" a cui fa riferimento Cinzia Banelli citava una relazione del Sisde che aveva indicato «gli uomini cerniera» come possibili obiettivi del terrorismo interno basandosi però su una risoluzione degli Nta che poi è risultata essere carta straccia visto che i Nuclei del nord-est erano solo l´invenzione cartacea di un solo uomo, Luca Razza, un giovane di Udine arrestato a febbraio. L´Antiterrorismo del Viminale aveva a sua volta individuato i giuslavoristi e i sindacalisti come possibili obiettivi. Ma in quel momento le priorità del Viminale erano altre: c´era stato l´11 settembre e l´allora ministro dell´Interno Claudio Scajola recuperò uomini dal servizio scorte.

Che la scorta avrebbe potuto salvare Biagi era già emerso dal documento d´inchiesta trovato nel computer di Roberto Morandi, uno dei brigatisti arrestati. In quelle pagine il gruppo registrava, ad ogni pedinamento, il fatto che «il soggetto era sprovvisto di protezione». Ancora più agghiacciante è stato sentirlo dire. Dall´ex compagna So, ora pentita.

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