Da La Repubblica del 30/08/2004
Autobomba a Kabul, attentato in una scuola: uccisi 11 bambini
Il ritorno dei taliban, è strage
La violenta esplosione davanti alla sede Interpol
Nel sudest attacco contro lo staff del comitato elettorale
di Riccardo Staglianò
Un´autobomba a Kabul, tritolo in una madrassa, un attacco al confine col Pakistan e un elicottero che si schianta al suolo. Una ventina i morti, tra cui undici bambini: domenica di sangue in Afghanistan con i Taliban che si affrettano a firmare l´attentato nella capitale: «Intendevamo colpire gli americani, non i locali» fa sapere per telefono un portavoce.
La bomba in una scuola religiosa della provincia di Paktia, circa 125 chilometri a sud di Kabul, è la prima a esplodere. «È avvenuta nella notte - ha detto ieri alla Reuters il governatore Haji Assadullah Wafa - dentro una madrassa privata del villaggio di Naiknaam». È l´unica cosa certa, perché stando alle prime ricostruzioni l´esplosivo potrebbe essere stato piazzato su una motocicletta parcheggiata fuori dall´edificio come al suo interno. «I morti - ha poi spiegato il sergente Ann Bennett, portavoce dell´esercito statunitense a Kabul - sono quattro bambini, cinque adolescenti e un adulto». I giovani erano tutti studenti afgani.
L´attentato nella capitale è invece avvenuto intorno alle 18 (le 15.30 in Italia) nel quartiere di Shar-i-Naw, dove hanno sede molte agenzie internazionali. L´autobomba è saltata in aria di fronte all´edificio dell´Interpol e della Dyncorp, la società americana che fornisce il personale della security e che forma le guardie locali. La deflagrazione è stata tale da distruggere altre sei vetture vicine: «C´erano brandelli umani ovunque, in un raggio di settanta metri», ha raccontato Maurizio, volontario di Emergency sul posto, sul sito di Peace Reporter. Il bilancio delle vittime parla di 10-15 persone, «in maggioranza straniere» secondo la polizia afgana ma la versione governativa si ferma a sette. Tra queste due americani, tre nepalesi (molti dei "soldati privati" della Dyncorp lo sono) e due afgani, fra i quali due bambini.
La rivendicazione è subito arrivata all´ufficio di Kabul della tv araba Al Jazeera. «Due telefonate - ha spiegato il corrispondente - dal mullah Jahan e dal mullah Hakim, portavoce dei Taliban, che esprimevano profondo rammarico per il fatto che alcuni afgani che si trovavano a passare siano rimasti feriti». Ancora incerta la dinamica, però: sulle prime si era parlato di un attentatore suicida, mentre poi si è detto che è stato usato un telecomando per far brillare l´esplosivo.
Il presidente afgano Hamid Karzai si è detto «profondamente scosso» dall´attentato. «Mentre i cittadini dell´Afghanistan si preparano alle elezioni (del 9 ottobre prossimo, ndr) - si legge in un comunicato diffuso ieri - i nemici del nostro Paese intensificheranno i loro sforzi per compromettere il processo elettorale e minacciare la prosperità e la sicurezza del popolo». Era oltre un mese che gli "studenti di teologia" non rivendicavano un attentato.
L´attacco nella provincia di Nangarhar, sempre nel sudest della nazione, ha avuto come bersaglio il veicolo della commissione elettorale afghana. «Trasportava un autista e due coordinatori locali», che non sono rimasti feriti dall´esplosione di un´autobomba, ha spiegato il portavoce delle Nazioni Unite a Kabul, Manuel de Almeida e Silva. Stando a un bilancio Onu sono già 12, dal maggio scorso, le persone uccise e più di trenta quelle rimaste ferite a causa di attentati contro uomini e donne che lavoravano all´organizzazione delle elezioni presidenziali.
Nella concitata giornata afgana è infine caduto anche un elicottero. Un Apache di pattuglia nei pressi di Kabul a bordo del quale c´erano due militari del contingente olandese della Isaf (Forza Internazionale di Assistenza e Sicurezza). Uno dei due è rimasto ferito, l´altro è uscito illeso dall´incidente. Che tale è, ha assicurato il ministero della difesa di Amsterdam: «Il velivolo non è stato abbattuto da fuoco nemico».
La bomba in una scuola religiosa della provincia di Paktia, circa 125 chilometri a sud di Kabul, è la prima a esplodere. «È avvenuta nella notte - ha detto ieri alla Reuters il governatore Haji Assadullah Wafa - dentro una madrassa privata del villaggio di Naiknaam». È l´unica cosa certa, perché stando alle prime ricostruzioni l´esplosivo potrebbe essere stato piazzato su una motocicletta parcheggiata fuori dall´edificio come al suo interno. «I morti - ha poi spiegato il sergente Ann Bennett, portavoce dell´esercito statunitense a Kabul - sono quattro bambini, cinque adolescenti e un adulto». I giovani erano tutti studenti afgani.
L´attentato nella capitale è invece avvenuto intorno alle 18 (le 15.30 in Italia) nel quartiere di Shar-i-Naw, dove hanno sede molte agenzie internazionali. L´autobomba è saltata in aria di fronte all´edificio dell´Interpol e della Dyncorp, la società americana che fornisce il personale della security e che forma le guardie locali. La deflagrazione è stata tale da distruggere altre sei vetture vicine: «C´erano brandelli umani ovunque, in un raggio di settanta metri», ha raccontato Maurizio, volontario di Emergency sul posto, sul sito di Peace Reporter. Il bilancio delle vittime parla di 10-15 persone, «in maggioranza straniere» secondo la polizia afgana ma la versione governativa si ferma a sette. Tra queste due americani, tre nepalesi (molti dei "soldati privati" della Dyncorp lo sono) e due afgani, fra i quali due bambini.
La rivendicazione è subito arrivata all´ufficio di Kabul della tv araba Al Jazeera. «Due telefonate - ha spiegato il corrispondente - dal mullah Jahan e dal mullah Hakim, portavoce dei Taliban, che esprimevano profondo rammarico per il fatto che alcuni afgani che si trovavano a passare siano rimasti feriti». Ancora incerta la dinamica, però: sulle prime si era parlato di un attentatore suicida, mentre poi si è detto che è stato usato un telecomando per far brillare l´esplosivo.
Il presidente afgano Hamid Karzai si è detto «profondamente scosso» dall´attentato. «Mentre i cittadini dell´Afghanistan si preparano alle elezioni (del 9 ottobre prossimo, ndr) - si legge in un comunicato diffuso ieri - i nemici del nostro Paese intensificheranno i loro sforzi per compromettere il processo elettorale e minacciare la prosperità e la sicurezza del popolo». Era oltre un mese che gli "studenti di teologia" non rivendicavano un attentato.
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