Da La Repubblica del 05/08/2004

Abramovich è solo il capostipite di una nuova cordata di emergenti, eredità del caos finanziario dell´era di Eltsin

Auto, ville e uova degli zar le follie dei nuovi ricchi russi

La generazione dei giovani miliardari sconvolge Mosca

Accanto ai 100 super miliardari 30 milioni di persone sono sotto la soglia della povertà
Il motto è stupire: c´è chi paga per andare in cella e chi si traveste da barbone

di Giampaolo Visetti

MOSCA - Papà, il giocattolo, glielo ha donato dopo la laurea. Nikolai Smolenskj amava fin da bambino le automobili sportive. Terminati gli studi non ha trovato la Mercedes nera sotto casa, con il fiocco sul tetto e il biglietto di felicitazioni sotto un tergicristallo. Troppo proletaria, l´ultima moda delle dacie vittoriane nascoste lungo la Rublovskaia, ad ovest di Mosca. Ha scoperto semplicemente di essere diventato proprietario, per 45 milioni di dollari, della fabbrica dei più esclusivi bolidi inglesi. Inizia così la sua vita da baby oligarca. A 24 anni potrà girare sulla "Tvr Tuscan" che aveva sempre sognato. Dovrà però anche cercare di far quadrare i conti del glorioso marchio di sua maestà, una delle ultime aziende automobilistiche britanniche.

E se possibile, come subito dichiarato con trasporto dal più giovane miliardario russo, rilanciare sul mercato mondiale il simbolo delle auto di lusso fatte a mano e solo su ordinazione.

Dopo Roman Abramovich, l´uomo più ricco di Russia che un anno fa ha acquistato il Chelsea Football Club investendo 600 milioni di dollari, un altro figlio delle privatizzazioni post sovietiche strappa agli inglesi della city uno dei simboli più nobili e snob della vecchia Gran Bretagna. La Tvr di Blackpool, 400 dipendenti, un utile 2003 da 600mila euro ma domanda in calo costante, non è infatti un colosso delle quattro ruote, né una gallina dalle uova d´oro. E´ piuttosto un costoso pezzo di storia. Fondata da sir Trevor Wilkinson nel 1947, ha debuttato nelle corse nel ?62. Si presentò alla 24 Ore di Les Mans con tre vetture, diventando presto una leggenda. Dalla sua officina non escono più di 800 auto all´anno, vendute per cifre comprese fra gli 88 e i 112mila dollari. «Per questo - ha detto Smolenskj junior - il marchio tornerà presto al successo in tutto il mondo».

Una promessa, scorso il curriculum di famiglia, che ha sollevato qualche perplessità. La fortuna del nuovo padrone della Tvr, un patrimonio personale stimato in 100 milioni di euro, ha infatti origini ben diverse da quella dell´orfano Abramovich. Il magnate della Sibneft iniziò facendo la fame e vendendo pupazzi e sigarette ai mercati di quartiere. Nikolai Smolenskj, pur oggi amico di Abramovich, è cresciuto invece nel lusso tra Mosca, Vienna e Londra. Da sette anni vive in una villa con parco secolare nel quartiere di Highgate. I miliardi li ha accumulati il padre Aleksandr, banchiere-prodigio degli anni Novanta. Grazie alla benevolenza di Boris Eltsin fondò la banca Sbs, per una manciata di rubli acquistò dallo Stato l´Agroprom Bank e con il gruppo Sbs-Agro diventò il secondo finanziere del Paese. Travolto dalla crisi del rublo, nel 1998 fallì e r Riparò in Austria. Dalla più grande bancarotta nella storia del credito russo è risorto nel 2000, dando vita ad un nuovo istituto di credito, il Pervoje Ovk. Alla presidenza fu nominato prima il nipote e poi il figlio: proprio Nikolai, nell´agosto 2003, ha venduto per 200 milioni di dollari l´Ovk al presidente del gruppo Interros, Vladimir Potanin, vecchio amico di un papà ormai viennese d´adozione.

Poco importa che la Tvr di Smolenskj, deciso a sfidare Ferrari e Lamborghini nella corsa al lusso dei nuovi ricchi russi, sia un investimento o un capriccio. I milionari dell´era Putin, impegnati ad esibire il proprio status, non badano a spese. Secondo un´inchiesta di Forbes per diventare un´oligarca medio occorre oggi un investimento iniziale di circa 170 milioni di dollari e una capacità di spesa corrente di 9 milioni di dollari all´anno.

Con questi soldi si possono comprare e mantenere appartamenti da 600 metri quadri nel centro di Mosca, dacie arredate con mobili antichi, una decina di auto di lusso, ville a Londra e in Costa Azzurra, chalet sulle piste da sci di Courchevel, aereo privato e yacht, una collezione di opere d´arte. A ciò si aggiungono gli spiccioli per guardie del corpo, domestici, autisti e baby sitter, per le scuole esclusive inglesi e svizzere dove studiano i figli. Il tutto moltiplicato per tre: spese per la famiglia, per l´amante e per l´amante di riserva. Tra le follie della Tusofka, la nuova Dolce Vita post sovietica, si segnalano poi i lanci di farfalle tropicali e uccelli rari ai matrimoni, l´esibizione di tigri e leoni alle feste in dacia, le trasferte settimanali in jet privato per andare a cena a Parigi o a teatro a Londra, il ricorso al personal shopper per il guardaroba firmato.

Ma tra gli 84 mila milionari russi, secondo una stima di Merril Lynch, tra i 23 miliardari che da Mosca controllano il 35% dell´economia del Paese e tra i 100 uomini che producano un quarto del Pil nazionale, la fantasia non ha limiti. C´è chi paga per trascorrere una notte in cella con tossicodipendenti o prostitute, oppure chi si fa travestire da barbone e, sotto lo sguardo della scorta, fa gare di elemosina con i colleghi super-ricchi nei pressi del Cremlino: vince chi, a fine giornata, ha raccolto più carità. Così, fra i 30 milioni di russi sotto la soglia di povertà, non fanno più notizia nemmeno le follie dei giovanissimi uomini d´oro.

Roman Abramovich in un anno ha rilevato il Chelsea, investito 120 milioni di dollari per lo yacht blindato Pelarus (dotato di elicotteri, sommergibile e apparati anti-missile) e si è regalato un Boeing 767 gemello dell´Air Force One del presidente Usa. Viktor Vekselberg con 120 milioni di dollari ha comprato invece la collezione delle uova Fabergè appartenuta agli zar Romanov: sta ora trattando l´acquisto delle 19 preziose campane del monastero di Danilov, vendute negli Usa in epoca sovietica. Il re dei centri commerciali, Aras Agalarov, ha fatto costruire nel centro della capitale un palazzo con 34 appartamenti di super lusso per sé e per gli amici, mentre Grigori Berezkin vanta una delle più importanti collezioni di auto d´epoca del mondo: oltre 100 pezzi, valore inestimabile. L´ultimo colpo l´ha fatto però Tariko Roustam, miliardario vicino al presidente Putin. Tre mesi fa ha comprato Villa Minerva in Sardegna, un gioiello a due passi dalla Certosa, la residenza estiva preferita di Silvio Berlusconi. A vendergliela è stata Veronica Lario, moglie del premier: 15 milioni di euro, prezzo d´occasione. Niente, per i nipoti della nomenclatura comunista.

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