Da La Repubblica del 30/07/2004

Il ministro ridimensiona il progetto: solo mille chilometri di grandi arterie e tempi lunghi

Lunardi: "Non vogliamo salassi ma l´Anas ha bisogno di soldi"

Nel Mezzogiorno e nelle aree depresse si continuerebbe a pagare meno che altrove: le novità avverranno nel rispetto delle regole nazionali ed anche europee
Il concetto di casello è superato La rilevazione elettronica, grazie all´utilizzo dei satelliti renderà più facile il versamento dei pedaggi e più semplice viaggiare

di Enzo Cirillo

ROMA - «Mistificazione della realtà», «montatura», voglia di creare «confusione». Al ministro delle Infrastrutture, Pietro Lunardi, non sono andate proprio giù le reazioni alla sua proposta di far pagare pedaggi su 4.200 chilometri di strade statali oggi gestite dall´Anas. E ieri è passato al contrattacco avvertendo che non saranno introdotti pedaggi indiscriminatamente, ma soltanto sui collegamenti con caratteristiche autostradali. E ha voluto ridimensionare anche tempi e modi dell´intervento: se va bene, spiega ,se ne parlerà non prima di un paio di anni e comunque si interverrà solo su mille chilometri.

Ma ministro che fa ora frena?
«Occorre fare chiarezza. Ho letto su tutti i giornali che Lunardi vuole pedaggiare le strade statali. Nulla di più insensato. Non siamo di fronte a nessun automatismo tra rete esistente e pedaggio. Non intendo in alcun modo attivare forme di pagamento come se si volesse imporre una tassa. Andremmo contro ogni logica nazionale ed europea».

È stato lei a parlare di 4.200 chilometri di strade da far pagare?
«Esistono delle superstrade pubbliche che possono essere trasformate in autostrade in tempi da vedere, ma comunque non brevissimi. Il completamento della Salerno Reggio sarà ultimato soltanto nel 2008/9. E oggi sulla superstrada Salerno-Reggio Calabria non si paga pedaggio. La sua ricostruzione ha costi elevatissimi per lo Stato e per i cittadini che pagano le tasse. È giusto che una volta pronta venga messa a pedaggio come tutte le autostrade».

Oltre alla Salerno-Reggio dove ci sarà il pedaggio?
«Ci sono altre superstrade che possono essere trasformate: penso alla Grosseto-Cecina o alla Orte-Cesena-Ravenna. Se nel giro di qualche anno, magari con il ricorso ad un project financing che coinvolga i privati nella ristrutturazione, queste infrastrutture diventano autostrade non comprendo perché non si dovrebbe pagare pedaggio».

Ministro mettendo però insieme tutte le tratte autostradali in costruzione o in via di ristrutturazione da parete dell´Anas non si arriva a mille chilometri.
«Abbiamo bisogno di risorse ed è per questo che l´Anas deve mettersi nella condizioni di autofinanziarsi. Lo fanno i privati non capisco perché non dovrebbe farlo lo Stato. In questa ottica ho scritto nel Dpef che la rete autostradale con caratteristiche molto vicine a quelle autostradali è oggi pari a circa 4.200 chilometri. Se si elevassero a livello autostradale le caratteristiche dell´attuale rete potremmo anche identificare un modello di tariffazione coerente».

Che cosa vuole dire?
«Al Sud e nelle aree depresse, in assenza di infrastrutture idonee, si continuerebbe comunque a pagare meno che altrove».

Non crede che sarà un processo complicato: i nuovi caselli, per esempio, potrebbero creare gravi intralci al traffico.
«Il futuro ci riserva molte sorprese. Il concetto di casello autostradale sta uscendo lentamente di scena. la tecnologia aiuterà non poco il sistema di rilevamento e pedaggio. Nei prossimi anni un accordo tra produttori di auto, gestori di reti satellitari e strutture di rilevazione elettronica renderanno più facili e meno faticosi percorsi e pagamento dei pedaggi. Una rivoluzione che grazie al sistema satellitare Galileo sarà comunque appannaggio di tutta l´Europa e non solo del nostro Paese».

Opposizione e ambientalisti la accusano di voler finanziare, attraverso i pedaggi il piano delle grandi opere della legge Obiettivo.
«E se lo facessi sarebbe una cosa più che legittima trattandosi di opere che un domani dovranno rendere migliori le condizioni di vita degli italiani assicurando al contempo più crescita economica e più ricchezza al Paese. Ma non è cosi. Nel Dpef ho scritto e confermo che alla fine del prossimo biennio una prima fase di ristrutturazioni potrebbe portare nella casse dell´Anas tra 1,1 e 1,4 miliardi di euro tutti a destinare alla realizzazione di nuove strade e alla messa in sicurezza di quelle esistenti».

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