Da La Repubblica del 29/07/2004
Tragica gita di una scuola coranica. "Nessun soccorso, Allah non vuole contatti con maschi estranei"
Turchia, integralisti sulla spiaggia lasciano affogare cinque ragazze
Le giovani seguendo i dettami islamici erano entrate in acqua vestite
di Marco Ansaldo
Nella più occidentale ed europea delle città turche, cinque ragazze sono state lasciate annegare da alcuni integralisti che hanno negato il loro aiuto temendo contatti impuri. A Smirne, culla da secoli di comunità etniche e religiose differenti, greci, turchi, ebrei, armeni, italiani, il dramma si è consumato la scorsa settimana, e solo ieri il quotidiano nazionale Hurriyet ne ha pubblicato un resoconto puntuale che ha fatto sobbalzare la Turchia laica che con grande ansia guarda al possibile ingresso in Europa.
Le cinque ragazze, tutte sedicenni, volevano trascorrere una giornata al mare assieme a un gruppo di una cinquantina di compagne partecipanti a un corso coranico estivo, nei dintorni di Urla, villaggio vicino a Izmir (Smirne). Non sapevano nuotare, ma hanno provato a calarsi in acqua e, dietro consiglio degli imam - racconta il giornale - erano entrate in acqua mano nella mano, completamente vestite, con il velo che le ricopriva dalla testa ai piedi.
Presto hanno cominciato ad annaspare per il peso degli abiti che le portava giù, e ad invocare aiuto. «Affoghiamo. Aiutateci. Portateci a riva». Le compagne, inesperte di nuoto quanto loro, non hanno potuto far altro che chiamare soccorso. Sul posto si sono quindi avvicinati alcuni uomini che stavano per gettarsi in acqua e cercare di salvare le ragazze. Ma sia le loro compagne sia gli insegnanti di Corano, gridando «Dio non vuole», hanno loro «a lungo e ostinatamente», riferisce ancora Hurriyet, impedito di lanciarsi in mare. Gli stessi imam avrebbero intimato ai soccorritori di non intervenire, per evitare contatti fra maschi e femmine non imparentati, considerati infatti impuri. Alcune interpretazioni del Corano sosterrebbero che «Allah non vuole che uomini estranei tocchino una donna».
Le famiglie delle vittime avevano affidato le figlie agli imam per un corso religioso estivo. Una pratica illegale in Turchia, quella della scuola religiosa, in quanto questo tipo di istruzione può avvenire solo nelle classi pubbliche e con insegnanti autorizzati. Ma la stessa inchiesta della magistratura, avviata per omissione di soccorso e omicidio plurimo, è stata ostacolata. Nessuno infatti ha sporto denuncia, e i familiari delle ragazze hanno anzi cercato di far passare la tragedia per un incidente. Il padre di una delle giovani, Havva Avci, ha negato ogni legame con organizzazioni fondamentaliste e così´ commentato l´omissione di soccorso: «La morte di mia figlia e delle sue compagne è stata la volontà di Dio».
A preoccupare in Turchia è ora la crescita di gruppi integralisti, non sempre criticati dal governo. Sette e confraternite islamiche continuano a proliferare nell´ultimo periodo, nonostante i passi avanti nelle riforme compiute dall´esecutivo del premier Recep Tayyip Erdogan, il cui partito è conservatore e di forte ispirazione religiosa. Gli osservatori più duri sostengono che Erdogan dovrebbe prendere maggiori distanze da movimenti considerati non lontani dal governo, a pochi mesi dal momento in cui la Turchia si appresta a passare l´agognato esame di ammissione all´Unione europea.
Le cinque ragazze, tutte sedicenni, volevano trascorrere una giornata al mare assieme a un gruppo di una cinquantina di compagne partecipanti a un corso coranico estivo, nei dintorni di Urla, villaggio vicino a Izmir (Smirne). Non sapevano nuotare, ma hanno provato a calarsi in acqua e, dietro consiglio degli imam - racconta il giornale - erano entrate in acqua mano nella mano, completamente vestite, con il velo che le ricopriva dalla testa ai piedi.
Presto hanno cominciato ad annaspare per il peso degli abiti che le portava giù, e ad invocare aiuto. «Affoghiamo. Aiutateci. Portateci a riva». Le compagne, inesperte di nuoto quanto loro, non hanno potuto far altro che chiamare soccorso. Sul posto si sono quindi avvicinati alcuni uomini che stavano per gettarsi in acqua e cercare di salvare le ragazze. Ma sia le loro compagne sia gli insegnanti di Corano, gridando «Dio non vuole», hanno loro «a lungo e ostinatamente», riferisce ancora Hurriyet, impedito di lanciarsi in mare. Gli stessi imam avrebbero intimato ai soccorritori di non intervenire, per evitare contatti fra maschi e femmine non imparentati, considerati infatti impuri. Alcune interpretazioni del Corano sosterrebbero che «Allah non vuole che uomini estranei tocchino una donna».
Le famiglie delle vittime avevano affidato le figlie agli imam per un corso religioso estivo. Una pratica illegale in Turchia, quella della scuola religiosa, in quanto questo tipo di istruzione può avvenire solo nelle classi pubbliche e con insegnanti autorizzati. Ma la stessa inchiesta della magistratura, avviata per omissione di soccorso e omicidio plurimo, è stata ostacolata. Nessuno infatti ha sporto denuncia, e i familiari delle ragazze hanno anzi cercato di far passare la tragedia per un incidente. Il padre di una delle giovani, Havva Avci, ha negato ogni legame con organizzazioni fondamentaliste e così´ commentato l´omissione di soccorso: «La morte di mia figlia e delle sue compagne è stata la volontà di Dio».
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