Da La Repubblica del 29/07/2004

Il ministero delle Infrastrutture accelera il progetto dell´Anas per i caselli su 4.500 chilometri. I consumatori protestano

Strade statali, pedaggi in arrivo

La prima fase può riguardare Orte-Ravenna e Salerno-Reggio

Anche il Raccordo Anulare di Roma e il passo del Frejus non saranno più gratis
Lunardi: "Pure al Sud si dovrà un giusto prezzo per un buon servizio"

di Enzo Cirillo

ROMA - Nel giro di pochi anni, chi percorrerà importanti tratte di strade e autostrade pubbliche gestite dall´Anas potrebbe essere costretto a pagare un pedaggio. Per finanziare le grandi opere, realizzare nuove autostrade, e migliorare la sicurezza delle strade più pericolose, il ministro delle Infrastrutture, Pietro Lunardi, ha infatti proposto all´ultimo Consiglio dei ministri di mettere un pedaggio su un quinto dell´intera rete statale non gestito dalle concessionarie private.

La mossa di Lunardi è legata alle necessità di fare cassa in un momento di ristrettezze finanziarie e fronteggiare i costi del gran numero di opere messe in cantiere dall´Anas, oggi Spa, alla quale il ministero del Tesoro, con la Finanziaria 2004, ha concesso una maggiore autonomia gestionale in cambio di un più efficace bilanciamento tra costi e ricavi. «I cittadini non se ne avranno per questo - dice il ministro Lunardi - reagiranno bene a questa decisione. L´importante per noi è garantire servizi efficienti, strade migliori e soprattutto tracciati più sicuri. In fondo è ciò che la gente chiede e noi intendiamo lavorare in questa direzione».

La proposta dei pedaggi dovrebbe riguardare 4.500 chilometri della rete Anas, ma soltanto a regime e, cioè, a partire dal 2008-2009, quando saranno stati completati i lavori sulla Salerno Reggio Calabria e su altre importanti tratte.

Secondo un dettagliato rapporto dell´Anas, però, per 894 chilometri di strade il pedaggio potrebbe scattare già all´inizio del 2006, termine entro il quale dovrebbero essere stati montati i necessari caselli. A rischio pedaggio c´è il Grande Raccordo Anulare di Roma. Il pagamento però, a giudizio dei tecnici del ministero, riguarderà solo quelle auto e quei Tir che utilizzeranno il Gra per passare successivamente su altre strade esterne all´area metropolitana. I trasferimenti interni al Raccordo anulare, da strada consolare a strada consolare, per poi rientare nella normale rete cittadina, resteranno invece gratuiti. Non sarà cosi invece per le nuove tratte della Salerno-Reggio Calabria per la Asti-Cuneo, la Orte-Cesena-Ravenna, la Catania-Siracusa la Roma-Fiumicino, la Campo Galliano-Sassuolo.

Con i futuri pedaggi, secondo il ministero, verrà incassato almeno un miliardo di euro l´anno. Una cifra che l´Anas sarà obbligata a destinare al completamento e alla ristrutturazione della rete. Gli obiettivi, insieme alla richiesta di finanziamenti per 7,2 milardi di euro per le grandi opere, sono stati confermati dallo stesso ministro Lunardi, che così spiega la scelta dei pedaggi: «Il fatto di far pagare 4.500 chilometri di strade ovviamente non sarà l´unico modo per finanziare le grandi opere perchè abbiamo bisogno di tante e tante risorse. Però questo ci potrà aiutare non poco». Il ministro chiarisce anche che il pagamento riguarderà le strade del sud Italia «non abituato a pagare pedaggi».«Io credo - dice Lunardi - che il Sud deve adeguarsi a quelle che sono le regole del Paese. E se quindi il Mezzogiorno avrà buoni servizi è giusto che paghi i pedaggi».

Le scelte del governo non convincono però né l´opposizione né le associazioni dei consumatori che parlano di iniziative e «pedaggi feudali». «Si tratta di una proposta inaccettabile» dice Anna Donati, capogruppo dei Verdi in commissione lavori pubblici al Senato. «Lunardi intende far pagare dei pedaggi sulla rete stradale esistente con l´unica finalità di far cassa per realizzare lo sbandierato piano della grandi opere. Far pagare ai cittadini una "tassa aggiuntiva" su un servizio infrastrutturale di cui già dispongono è una beffa. Far pagare per trovare le risorse da destinare a nuove grandi opere sbagliate e che non risolveranno, peraltro, i problemi di mobilità di persone e merci è assurdo». «Il discorso cambierebbe - aggiunge l´esponente dei Verdi - se il pedaggio venisse reinvestito diversamente. A questo proposito, il ministro dovrebbe prendere lezione dal caso di Londra dove l´incasso derivante dalla "congestion charge", la tassa di accesso al centro cittadino, viene destinato per sostenere e ammodernare il sistema di trasporto collettivo urbano».

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