Da Il Messaggero del 22/07/2004
TORMENTONI
Un rebus per iniziati: ecco la surreal-verifica
Dal duello tra leader su programmi e poltrone alla guerra di subemendamenti e sottovirgole
di Mario Ajello
ROMA Sia pure a malincuore, ci stavamo riabituando alla verifica. Ma di colpo la verifica - questa «vecchia sciantosa con le piume e il gonnellone e le rughe sulla faccia un po’ sfatta», come spiritosamente la descrivono Fruttero & Lucentini - ha scelto di fare un salto di qualità. Non più un semplice rito bizantino, ma un rito bizantino al cubo.
Dalla verifica, insomma, alla surreal-verifica. Cioè quella che fa litigare tutti contro tutti come al solito, però non in nome delle poltrone o delle strategie economiche o perchè io sfido te e tu sfidi me e Fini contro Tremonti e un blocco elettorale e sociale contro un altro e i sudisti contro i nordisti. Ora in ballo c’è altro, c’è molto di più o molto di meno e comunque c’è qualcosa di impalpabile in questa neo-verifica che va avanti così: il mio sub-emendamento alla devolution contro la tua sotto virgola alla legge elettorale, il mio tavolo sul federalismo contro il tuo banchetto sul proporzionale, vuoi il premierato turgido? e io lo voglio moscio!, a te piace il comma ”x”? e a me il para-codicillo ”ywzradicale2”. L’effetto è straniante.
I capovolgimenti, nella surreal-verifica in cui (parola el centrista Volontè) «si mescolano le pere, le mele, le rondini e le vongole», sono all’ordine del giorno, anzi del nanosecondo. Esempio. Nella verifica liscia, quella delle scorse settimane, l’asse era An e Udc. Ora, nella verifica gassata, ecco D’Onofrio che spariglia di colpo sulla devolution: «Con la Lega siamo d’accordo. Il problema è An».
Quindi ogni verifica ha il suo tipo di sub-governo. E prima ce n’era uno e adesso un altro e le coppie si mischiano e si scambiano i ruoli e si prestano i partner. Il neo-ministro delle riforme, Calderoli, cerca di riportare l’ordine in tanta ammuina: «Servono due tavoli distanti e distinti, uno sul federalismo e uno sul proporzionale». L’Udeur annuncia che si siederà ai tavolini indossando i «guantoni da boxe». L’Udc dichiara che la modifica delle virgole e degli emendamenti sul federalismo «sono in linea con il programma elettorale del Polo», An nega sdegnosamente questo assunto, e c’è chi teme una «verifica strozzata» (da un gladiatore di Romaladrona? Da un guerriero lumbard? Da un semplice passante?) e chi punta a una «verifica rilanciata», una «verifica risolta», una «verifica rinviata», una «verifica formattata», una «verifica spacchettata», una verifica a spizzichi, una verifica a bocconi, una verifica che verifichi, una verifica che non verifichi. E quando la verifica è sulle riforme ma non si capisce quali, quante, a quando, come e perchè, diventa una verifica ancora più sfuggente al senso comune e una specie di contenitore del nulla agli occhi delle persone normali.
Per di più, nella verifica delle scorse settimane (ah quanto erano belli i tempi dello scontro Fini-Tremonti!), c’era il senso della sfida: uno da cacciare, un posto da prendere, un duello da vincere, una politica da inventare. Invece la surreal-verifica, questo eldorado dell’aleatorio politichese e politicante, costituzionale e devoluzionario, di modellistica elettorale e di ignegneria istituzionale da corsi di recupero, somiglia a una tac con dati clinici così confusi e contraddittori da non poter produrre un verdetto serio sullo stato di salute del malato, cioè questo sistema politico. Rimedi? Alla Camera, in commissione affari sociali, An sta presentando una legge per l’istituzione del difensore civico. Bisognerebbe supplicarlo di difenderci anche dalla verifica delle virgole e dei puntini di sospensione.
Dalla verifica, insomma, alla surreal-verifica. Cioè quella che fa litigare tutti contro tutti come al solito, però non in nome delle poltrone o delle strategie economiche o perchè io sfido te e tu sfidi me e Fini contro Tremonti e un blocco elettorale e sociale contro un altro e i sudisti contro i nordisti. Ora in ballo c’è altro, c’è molto di più o molto di meno e comunque c’è qualcosa di impalpabile in questa neo-verifica che va avanti così: il mio sub-emendamento alla devolution contro la tua sotto virgola alla legge elettorale, il mio tavolo sul federalismo contro il tuo banchetto sul proporzionale, vuoi il premierato turgido? e io lo voglio moscio!, a te piace il comma ”x”? e a me il para-codicillo ”ywzradicale2”. L’effetto è straniante.
I capovolgimenti, nella surreal-verifica in cui (parola el centrista Volontè) «si mescolano le pere, le mele, le rondini e le vongole», sono all’ordine del giorno, anzi del nanosecondo. Esempio. Nella verifica liscia, quella delle scorse settimane, l’asse era An e Udc. Ora, nella verifica gassata, ecco D’Onofrio che spariglia di colpo sulla devolution: «Con la Lega siamo d’accordo. Il problema è An».
Quindi ogni verifica ha il suo tipo di sub-governo. E prima ce n’era uno e adesso un altro e le coppie si mischiano e si scambiano i ruoli e si prestano i partner. Il neo-ministro delle riforme, Calderoli, cerca di riportare l’ordine in tanta ammuina: «Servono due tavoli distanti e distinti, uno sul federalismo e uno sul proporzionale». L’Udeur annuncia che si siederà ai tavolini indossando i «guantoni da boxe». L’Udc dichiara che la modifica delle virgole e degli emendamenti sul federalismo «sono in linea con il programma elettorale del Polo», An nega sdegnosamente questo assunto, e c’è chi teme una «verifica strozzata» (da un gladiatore di Romaladrona? Da un guerriero lumbard? Da un semplice passante?) e chi punta a una «verifica rilanciata», una «verifica risolta», una «verifica rinviata», una «verifica formattata», una «verifica spacchettata», una verifica a spizzichi, una verifica a bocconi, una verifica che verifichi, una verifica che non verifichi. E quando la verifica è sulle riforme ma non si capisce quali, quante, a quando, come e perchè, diventa una verifica ancora più sfuggente al senso comune e una specie di contenitore del nulla agli occhi delle persone normali.
Per di più, nella verifica delle scorse settimane (ah quanto erano belli i tempi dello scontro Fini-Tremonti!), c’era il senso della sfida: uno da cacciare, un posto da prendere, un duello da vincere, una politica da inventare. Invece la surreal-verifica, questo eldorado dell’aleatorio politichese e politicante, costituzionale e devoluzionario, di modellistica elettorale e di ignegneria istituzionale da corsi di recupero, somiglia a una tac con dati clinici così confusi e contraddittori da non poter produrre un verdetto serio sullo stato di salute del malato, cioè questo sistema politico. Rimedi? Alla Camera, in commissione affari sociali, An sta presentando una legge per l’istituzione del difensore civico. Bisognerebbe supplicarlo di difenderci anche dalla verifica delle virgole e dei puntini di sospensione.
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