Da Corriere della Sera del 09/07/2004
Berlusconi, segnali di disgelo con Bankitalia
«Apprezzo il Governatore». E sulle tasse si avvicina a Fini: tre aliquote, sì all’Irap ridotta, vantaggi fiscali per il Sud
di Mario Sensini
ROMA - «Credo che non riuscirò a mantenere le due aliquote che prevedeva il mio programma». Per avere «una curva fiscale armoniosa», ma soprattutto «il consenso della mia maggioranza», spiega Silvio Berlusconi, nel 2005 gli scaglioni saranno sfoltiti ancora, ma ne resteranno almeno tre. «Spero di aggiungere a quelle del 23 e del 33% solo una terza aliquota per i redditi maggiori» spiega il premier, parlando dal palco dell’Associazione Bancaria accanto al governatore della Banca d’Italia cui rivolge, alla fine, un caldo ed esplicito «apprezzamento». Sono i primi segni del dopo-Tremonti. Il ravvicinamento tra il governo e Bankitalia, la vittoria di An sulla riforma fiscale con le tre aliquote, la riduzione dell’Irap e quella «fiscalità differenziata per il Mezzogiorno» che il premier sembra ora pronto a discutere.
E’ l’ora anche di un nuovo appello alle forze vive dell’economia. «Il momento è difficile» dice Berlusconi alle banche senza accennare al problema del rating. «Vi prego di sostenere con generosità, passione, entusiasmo, di dare supporto alla nostra volontà progettuale».
PIANO IN TRE MOSSE - «Il governo intende attuare dal gennaio 2005 il secondo modulo della riforma fiscale», dice Berlusconi, spiegando che «l’aumento del reddito delle famiglie, gli incentivi ai consumi e i disincentivi all’evasione porteranno a una crescita del Pil e quindi gettito addizionale». Sugli sgravi non si torna indietro: è il cardine del piano «scossa» per l’economia, insieme ai tagli alla spesa che saranno decisi oggi dal Consiglio dei ministri, e alla riforma delle pensioni «sulla quale - dice Berlusconi - porremo la fiducia perché venga approvata prima delle ferie».
TRE ALIQUOTE - La decisione sugli sgravi sarà collegiale, ma la linea di An, che aveva chiesto di mantenere l’aliquota più alta del 45% almeno per i redditi superiori agli 80 mila euro (potrebbe però essere il 43%), prende il sopravvento. Dal premier, ad esempio, nessun accenno al fondo etico da alimentare con le tasse che caratterizzava il piano Tremonti e che non piaceva a Fini. Così riprende quota la trasformazione delle detrazioni per i figli e i coniugi a carico in deduzioni, rendendole più pesanti, idea che sta bene anche all’Udc. Insieme alla restituzione del fiscal drag dal 2006 e la conferma della clausola di salvaguardia, chieste sempre da An, e alle quali Berlusconi fa esplicito riferimento.
IRAP, SUD E INCENTIVI - Lo stesso per il Mezzogiorno e l’Irap, sulla quale An vorrebbe una manovra ampia. «Ci concentreremo sull’Irap» promette Berlusconi, nonostante ammetta che è difficile da abolire un’imposta che dà 30 miliardi di gettito l’anno. E la fiscalità differenziata, sempre che a Bruxelles piaccia, «per le nuove imprese che nascono nel Mezzogiorno». Un passaggio che sembra ritagliato dal documento di An sul Dpef. Come l’accenno che Berlusconi fa agli incentivi per «la concentrazione tra le imprese». O alla quick list delle infrastrutture urgenti per il Sud.
Del piano Tremonti resta «l’aumento della no tax area a 7.800 euro», confermata da Berlusconi, e soprattutto la revisione degli incentivi alle imprese, che il premier collega alla necessità di rilancio dell’economia, più che alla copertura degli sgravi fiscali, con «il fondo rotativo presso la Cassa depositi e prestiti», cioè con la trasformazione del fondo perduto in contributi in conto interessi.
E’ l’ora anche di un nuovo appello alle forze vive dell’economia. «Il momento è difficile» dice Berlusconi alle banche senza accennare al problema del rating. «Vi prego di sostenere con generosità, passione, entusiasmo, di dare supporto alla nostra volontà progettuale».
PIANO IN TRE MOSSE - «Il governo intende attuare dal gennaio 2005 il secondo modulo della riforma fiscale», dice Berlusconi, spiegando che «l’aumento del reddito delle famiglie, gli incentivi ai consumi e i disincentivi all’evasione porteranno a una crescita del Pil e quindi gettito addizionale». Sugli sgravi non si torna indietro: è il cardine del piano «scossa» per l’economia, insieme ai tagli alla spesa che saranno decisi oggi dal Consiglio dei ministri, e alla riforma delle pensioni «sulla quale - dice Berlusconi - porremo la fiducia perché venga approvata prima delle ferie».
TRE ALIQUOTE - La decisione sugli sgravi sarà collegiale, ma la linea di An, che aveva chiesto di mantenere l’aliquota più alta del 45% almeno per i redditi superiori agli 80 mila euro (potrebbe però essere il 43%), prende il sopravvento. Dal premier, ad esempio, nessun accenno al fondo etico da alimentare con le tasse che caratterizzava il piano Tremonti e che non piaceva a Fini. Così riprende quota la trasformazione delle detrazioni per i figli e i coniugi a carico in deduzioni, rendendole più pesanti, idea che sta bene anche all’Udc. Insieme alla restituzione del fiscal drag dal 2006 e la conferma della clausola di salvaguardia, chieste sempre da An, e alle quali Berlusconi fa esplicito riferimento.
IRAP, SUD E INCENTIVI - Lo stesso per il Mezzogiorno e l’Irap, sulla quale An vorrebbe una manovra ampia. «Ci concentreremo sull’Irap» promette Berlusconi, nonostante ammetta che è difficile da abolire un’imposta che dà 30 miliardi di gettito l’anno. E la fiscalità differenziata, sempre che a Bruxelles piaccia, «per le nuove imprese che nascono nel Mezzogiorno». Un passaggio che sembra ritagliato dal documento di An sul Dpef. Come l’accenno che Berlusconi fa agli incentivi per «la concentrazione tra le imprese». O alla quick list delle infrastrutture urgenti per il Sud.
Del piano Tremonti resta «l’aumento della no tax area a 7.800 euro», confermata da Berlusconi, e soprattutto la revisione degli incentivi alle imprese, che il premier collega alla necessità di rilancio dell’economia, più che alla copertura degli sgravi fiscali, con «il fondo rotativo presso la Cassa depositi e prestiti», cioè con la trasformazione del fondo perduto in contributi in conto interessi.
Sullo stesso argomento
Articoli in archivio
di Tony Barber su Financial Times del 12/04/2005
Disgelo con Domenico Siniscalco, chiamato Mimmo in conferenza stampa "Questa è una svolta storica"
E il Cavaliere torna a sorridere "Ma io sogno ancora 2 aliquote"
E il Cavaliere torna a sorridere "Ma io sogno ancora 2 aliquote"
di Concita De Gregorio su La Repubblica del 27/11/2004
di Giovanna Casadio su La Repubblica del 22/11/2004