Nelle prossime ore l’Europa a 25 sceglierà il suo esecutivo. Presidente della Commissione sarà il portoghese José Manuel Durao Barroso ma non è chiaro quante saranno le poltrone di vicepresidente e soprattutto i commissari chiamati ad occuparle. In tanta incertezza l'Italia, che nella scorsa legislatura contava sul presidente (Romano Prodi) e su uno dei commissari di punta (Mario Monti), rischia di restare fuori dalla prima fila. Germania, Francia e Spagna si sono mosse tempestivamente e hanno ipotecato le vicepresidenze di maggior caratura. I Paesi renani puntano a spartirsi i portafogli economici più importanti, mentre Madrid ha privilegiato gli esteri. Non tutti i giochi però sono fatti e Roma ha ancora la possibilità di calare il jolly ed ottenere un importante successo. Il jolly è Mario Monti. Se Silvio Berlusconi decidesse di rinominarlo come rappresentante nella Commissione i nostri partner non potrebbero che prenderne atto con soddisfazione. La sua conferma conferirebbe esperienza e prestigio alla nuova Commissione e lo stesso Barroso se ne avvantaggerebbe. Mettendo sul tavolo il nome di Monti, l'Italia potrebbe avere molte chance di conquistare una vicepresidenza «pesante», il mercato interno o la concorrenza o gli affari monetari. Se il prescelto non fosse Monti, la conquista potrebbe rivelarsi molto più ardua.

Già nel '94 Silvio Berlusconi, alla guida del suo primo governo, fece la scelta giusta. Con lungimiranza politica indicò Monti per Bruxelles e i fatti gli hanno dato ragione. Tra le tante iniziative che ha promosso, il commissario italiano si è battuto perché la Ue si desse una direttiva sul risparmio contro il dumping fiscale e ha sostenuto, in nome della concorrenza, un duro confronto con le grandi corporation americane.

Se oggi Berlusconi facesse il bis del ’94 quadrerebbe ancora una volta il cerchio: sceglierebbe una personalità al di sopra degli schieramenti che tanto ha dato in termini di prestigio al nostro Paese e ci metterebbe in condizione di restare nella prima fila della «nuova» Europa.