Da La Repubblica del 27/06/2004
Matteoli, ministro dell´Ambiente: abbiamo un piano serio di smaltimento, deve partire
"L´Italia ostaggio di piccoli gruppi cosi vincono gli egoismi del Nord"
C´è chi protesta in buona fede, ma c´è anche chi è legato a interessi illegali
Ho faticato finora a convincere i sindaci leghisti ad accettare i treni dalla Campania
di Antonio Cianciullo
ROMA - La spina dorsale dei trasporti italiani spezzata. Migliaia e migliaia di passeggeri bloccati in mezzo al nulla. La Protezione civile costretta a distribuire viveri nelle stazioni. E´ possibile che un intero Paese sia preso in ostaggio perché in Campania, dopo dieci anni di commissariamento, non si risolve il problema rifiuti? E´ possibile che il governo non intervenga?
«A ognuno il suo problema», risponde il ministro dell´Ambiente Altero Matteoli. «L´ordine pubblico riguarda il mio collega Pisanu. Non posso entrare nel merito anche perché non conosco le relazioni preparate dai carabinieri e dalla pubblica sicurezza».
Ma, al di là delle ragioni di chi ha bloccato la ferrovia, le sembra un metodo accettabile?
«Parlando come privato cittadino e non come ministro dico che un Paese non può restare ostaggio di piccoli gruppi di persone. Anche perché questo rilancerebbe gli egoismi del Nord. Pochi mesi fa ho avuto molti incontri con i sindaci della Lega per convincerli ad accettare temporaneamente l´arrivo dei treni di rifiuti dalla Campania: una tregua per darci modo di risolvere il problema. Ora mi trovo in grave difficoltà. Non ho più argomenti di fronte alla posizione di chi arriva a bloccare una stazione ferroviaria».
Se la Campania non riesce a smaltire i rifiuti locali è anche vero che per decenni la regione è stata la principale discarica abusiva di tutta l´Italia, con milioni di tonnellate di rifiuti pericolosi provenienti da Nord e interrati in mezzo ai campi, vicino alle case, accanto alle scuole. Non è una buona premessa per chiedere fiducia.
«Questo è accaduto in passato. Oggi abbiamo un piano serio di smaltimento e intendiamo farlo partire».
In Campania, durante l´ultima campagna elettorale, il suo partito, Alleanza nazionale, in più di un´occasione ha solidarizzato con l´ala dura delle proteste anti discarica. Non le pare una contraddizione?
«Se c´è qualcuno che per pigliare un po´ di voti si mette a capeggiare gruppetti di esagitati questo non mi fa cambiare idea. Anche perché sono atteggiamenti che alla lunga non pagano. Resto sulla mia posizione».
Veramente ci si dovrebbe attendere che sia il partito, a livello locale, a seguire la linea espressa dai suoi ministri. Non viceversa.
«Giustissimo. In ogni caso, come le ripeto, non solo il partito ma anche il governo vanno avanti sulla loro linea».
Che in tre anni non dato grandi frutti. La situazione in Campania continua a peggiorare.
«Mi pare che con la scelta del nuovo commissario, Corrado Catenacci, abbiamo preso il diavolo per le corna. E non mi sembra un caso che dopo un lungo periodo di quiete le proteste siano esplose proprio ora con tanta determinazione. Evidentemente abbiamo dato fastidio a qualcuno, siamo andati a toccare degli interessi».
Di che tipo di interessi parla?
«C´è gente che protesta in maniera strumentale, perché è legata a interessi che si oppongono a un regolare smaltimento dei rifiuti. E c´è gente che invece protesta in buona fede e ha il diritto di ricevere tutte le informazioni necessarie a tranquillizzarsi».
Per tranquillizzare la popolazione bisogna essere credibili. Lei ritiene che dopo dieci anni di emergenza sbandierata e nessun impianto realizzato ci sia credibilità?
«Il problema è irrisolvibile se non si cominciano a costruire termovalorizzatori. Anche la discarica di Parapoti è essenziale proprio in questa prospettiva, per costruire l´impianto di incenerimento ad Acerra. Visti i tempi tecnici, entro 24 mesi, forse meno, potremmo avere i termovalorizzatori necessari».
Lei continua a parlare di termovalorizzatori. Ma dell´intero ciclo di rifiuti, cioè della raccolta differenziata per ridurli e del compostaggio per eliminare la parte umida, si parla poco o niente. Non sarà questa omissione a moltiplicare la sfiducia?
«Nessuna omissione. Noi vogliamo aumentare la raccolta differenziata che in Campania potrebbe far scendere i rifiuti destinati alla discarica dal 78 al 30 per cento. Ma servono anche gli inceneritori. Tra l´altro solo per bruciare le ecoballe, cioè i rifiuti selezionati accumulati finora, ci vorranno 40 anni».
«A ognuno il suo problema», risponde il ministro dell´Ambiente Altero Matteoli. «L´ordine pubblico riguarda il mio collega Pisanu. Non posso entrare nel merito anche perché non conosco le relazioni preparate dai carabinieri e dalla pubblica sicurezza».
Ma, al di là delle ragioni di chi ha bloccato la ferrovia, le sembra un metodo accettabile?
«Parlando come privato cittadino e non come ministro dico che un Paese non può restare ostaggio di piccoli gruppi di persone. Anche perché questo rilancerebbe gli egoismi del Nord. Pochi mesi fa ho avuto molti incontri con i sindaci della Lega per convincerli ad accettare temporaneamente l´arrivo dei treni di rifiuti dalla Campania: una tregua per darci modo di risolvere il problema. Ora mi trovo in grave difficoltà. Non ho più argomenti di fronte alla posizione di chi arriva a bloccare una stazione ferroviaria».
Se la Campania non riesce a smaltire i rifiuti locali è anche vero che per decenni la regione è stata la principale discarica abusiva di tutta l´Italia, con milioni di tonnellate di rifiuti pericolosi provenienti da Nord e interrati in mezzo ai campi, vicino alle case, accanto alle scuole. Non è una buona premessa per chiedere fiducia.
«Questo è accaduto in passato. Oggi abbiamo un piano serio di smaltimento e intendiamo farlo partire».
In Campania, durante l´ultima campagna elettorale, il suo partito, Alleanza nazionale, in più di un´occasione ha solidarizzato con l´ala dura delle proteste anti discarica. Non le pare una contraddizione?
«Se c´è qualcuno che per pigliare un po´ di voti si mette a capeggiare gruppetti di esagitati questo non mi fa cambiare idea. Anche perché sono atteggiamenti che alla lunga non pagano. Resto sulla mia posizione».
Veramente ci si dovrebbe attendere che sia il partito, a livello locale, a seguire la linea espressa dai suoi ministri. Non viceversa.
«Giustissimo. In ogni caso, come le ripeto, non solo il partito ma anche il governo vanno avanti sulla loro linea».
Che in tre anni non dato grandi frutti. La situazione in Campania continua a peggiorare.
«Mi pare che con la scelta del nuovo commissario, Corrado Catenacci, abbiamo preso il diavolo per le corna. E non mi sembra un caso che dopo un lungo periodo di quiete le proteste siano esplose proprio ora con tanta determinazione. Evidentemente abbiamo dato fastidio a qualcuno, siamo andati a toccare degli interessi».
Di che tipo di interessi parla?
«C´è gente che protesta in maniera strumentale, perché è legata a interessi che si oppongono a un regolare smaltimento dei rifiuti. E c´è gente che invece protesta in buona fede e ha il diritto di ricevere tutte le informazioni necessarie a tranquillizzarsi».
Per tranquillizzare la popolazione bisogna essere credibili. Lei ritiene che dopo dieci anni di emergenza sbandierata e nessun impianto realizzato ci sia credibilità?
«Il problema è irrisolvibile se non si cominciano a costruire termovalorizzatori. Anche la discarica di Parapoti è essenziale proprio in questa prospettiva, per costruire l´impianto di incenerimento ad Acerra. Visti i tempi tecnici, entro 24 mesi, forse meno, potremmo avere i termovalorizzatori necessari».
Lei continua a parlare di termovalorizzatori. Ma dell´intero ciclo di rifiuti, cioè della raccolta differenziata per ridurli e del compostaggio per eliminare la parte umida, si parla poco o niente. Non sarà questa omissione a moltiplicare la sfiducia?
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