Da Corriere della Sera del 12/06/2004
Originale su http://www.corriere.it/speciali/2004/Politica/elezioni/europee/testi/g...

Il sindaco di Londra «Ken il Rosso» rieletto a Londra

Il Labour di Blair sprofonda al terzo posto

di Alessio Altichieri

LONDRA - Alla fine, Tony Blair è stato salvato da Ken Livingstone, il sindaco di Londra riammesso nel partito laburista. Se non ci fosse stata la rielezione di «Ken il Rosso», annunciata a sera dopo uno scrutinio che è stato un durissimo testa a testa con il candidato conservatore, la giornata del premier britannico sarebbe stata funesta. Anche così, è una sconfitta che fa storia: non era mai successo che in elezioni locali il partito di governo fosse battuto non solo dall’opposizione, ma anche dal terzo incomodo, i liberal-democratici. Lo spoglio dei 166 councils in cui s’è votato ha assegnato ai conservatori il 38 per cento, ai liberal-democratici il 29 per cento e ai laburisti un misero 26 per cento. Ed è toccato al vicepremier, John Prescott, ammettere sconsolato: «Ci hanno preso a calci».

Il candidato sindaco di Londra dei conservatori britannici Stephen Norris, con la moglie Emma, si presenta al voto nella capitale britannica (Reuters)

Naturalmente, se l’aspettavano. Giovedì notte, quando ancora non si conosceva un solo dato, Blair ha detto dall’America che «l’Iraq e le preoccupazioni per l’Iraq sono stati un’ombra sul nostro sostegno, ma uno (cioè lui, ndr) deve prendere le decisioni che ritiene giuste». Ieri ha ripetuto «teniamo i nervi saldi e andiamo avanti». Blair insomma non cambia corso, anche perché non gli pare, dice, «che gli altri partiti abbiano articolato alcuna proposta politica in grado di preoccupare». E Prescott aggiunge che le elezioni generali non verteranno sull’Iraq, ma sui servizi pubblici: «E la gente apprezza le nostre politiche». Sarà: per ora l’unica consolazione è che il successo dei conservatori, il 38 per cento che Michael Howard, il leader, definisce «un eccellente risultato», è esattamente lo stesso di quello ottenuto, quattro anni fa sempre nelle amministrative, dal suo predecessore William Hague, che poi perse contro Blair e fu sostituito.

Resta l’ampiezza della diserzione degli elettori laburisti, che stavolta non si può spiegare con l’apatia. Infatti i dati sull’affluenza alle urne, ancora non ufficialmente confermati, parlano di un 40 per cento di elettori: pochissimi, certo, ma sempre molti di più del 25 per cento delle ultime elezioni europee. Merito del voto locale in Inghilterra e Galles, che stavolta era affiancato, o del voto postale, introdotto in alcune regioni del nord, che è piaciuto moltissimo agli elettori? Comunque sia, i laburisti perdono bastioni come Newcastle, Swansea e Leeds, e anche città simboliche come Oxford, ma mantengono Manchester e, malgrado un calo del sette per cento, anche il sindaco di Londra.

Resta, di questo voto che premia i conservatori oltre misura, un insegnamento antico del sistema britannico: la democrazia non consiste nell’eleggere chi ti governa, ma nel mandarlo a casa quando non ti soddisfa più. In questo quadro, i laburisti perdono perché la guerra in Iraq non piace, mentre vincono i conservatori che pure quella guerra hanno appoggiato e, anzi, volevano un Blair ancora più pronto alle richieste americane.

Ma la tornata elettorale, come una partita, ha visto finora solo il primo tempo. Le urne del voto europeo, espresso in contemporanea con quello locale, sono ancora sigillate: da lì, secondo le aspettative, domani sera uscirà un risultato che strozzerà la gioia in gola a Michael Howard, anche se non ridarà il sorriso a Tony Blair. Secondo un sondaggio che viene da Bruxelles, i conservatori perderanno un terzo della loro rappresentanza a Strasburgo (da 36 a 23 deputati), perché i voti saranno andati al Partito per l’Indipendenza del Regno Unito, eurofobico, che salirebbe da 3 a 12 rappresentanti. Male anche i laburisti, in calo da 28 a 20, e in aumento i liberal-democratici, ma senza uno sfondamento: da 11 a 14.

Risultato provvisorio: il premier Tony Blair lascia il campo in svantaggio alla fine del primo tempo, ma il risultato della partita è ancora apertissimo. Anzi, resta lui il favorito.

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