Da La Repubblica del 08/06/2004
Istat: l´Italia è meno sicura reati in crescita del 10 per cento
Gli ultimi dati rovesciano quelli diffusi dal Governo
Aumento dei reati, una tendenza che va avanti da alcuni mesi
Il ministero degli Interni sostiene da mesi che il numero dei delitti è in deciso calo in tutto il Paese
Il boom dei crimini riguarda soprattutto omicidi e attentati, ma anche rapine, furti, estorsioni
di Elsa Vinci
ROMA - Inediti, recentissimi. I dati Istat sulla criminalità smentiscono il presidente del consiglio, sicuro nel dire di aver rispettato il secondo punto del contratto con gli italiani: la sicurezza. Le elaborazioni dell´istituto di statistica per l´anno 2003 non lasciano dubbi: boom del crimine, più dieci per cento. Rispetto all´anno precedente si registra un aumento di omicidi, rapine, furti, estorsioni, attentati. Eppure il 14 agosto 2003, il Viminale aveva fornito, nel consueto rapporto di Ferragosto, un quadro confortante. Diceva: calano i furti, gli scippi, crollano gli omicidi. «I reati diminuiscono», affermava Giuseppe Pisanu.
Affermazioni discutibili, alla luce dei dati resi noti ieri, e difficilmente comprensibili perché la rilevazione Istat viene effettuata in collaborazione con il ministero dell´Interno. I dati appena elaborati si riferiscono infatti ai delitti segnalati all´autorità giudiziaria dalla polizia, dai carabinieri, dalla guardia di finanza. Stessa fonte, numeri diversi.
Vediamoli nel dettaglio, quei numeri. Crescono soprattutto attentati e omicidi ma quasi tutti i reati maggiori sono in aumento. L´Italia è un Paese che dal 2001, anno d´insediamento del governo Berlusconi, ha via via peggiorato la sua statistica in tema di sicurezza: il totale dei delitti è passato dai 2.163.826 del 2001 ai 2.231.550 del 2002 ai 2.456.887 del 2003, con incremento nell´ultimo anno del 10,1 per cento. Gli omicidi da 639 sono saliti a quota 712, con variazione pari a più 11,4 per cento. Ad agosto il Viminale sugli omicidi volontari festeggiava un meno cinque per cento, unico allarme per quelli consumati in famiglia. Inutile negare, l´aumento di violenza tra le mura di casa, più 120 per cento, sarebbe stato denunciato con forza dal procuratore generale della Cassazione, Francesco Favara, pochi mesi dopo all´inaugurazione dell´anno giudiziario.
Quanto a rapine e furti basta sfogliare le cronache dei quotidiani. L´Istat sottolinea che le prime sono aumentate del 4,3 per cento, da 40.006 a 41.747, e che i furti hanno registrato un incremento dell´1,8 per cento, passando da 1.305.245 a 1.328.350. In crescita pure le estorsioni, da 3.628 a 3.751, più 3,4 per cento. L´incremento più rilevante in percentuale riguarda gli attentati dinamitardi o incendiari, più 14,7 per cento, il dato numerico spiega che sono stati 1.262 nel 2002 e 1.448 nel 2003. L´unica cifra in calo riguarda il traffico di stupefacenti, meno 1,8 per cento, le denunce sono scese da 37.965 a 37.288.
Nessuno all´Istat commenta la distanza tra i numeri diffusi dal ministero dell´Interno e i dati appena elaborati dagli esperti dell´istituto: le cifre sulle denunce sono arrivate dal Viminale. «La tendenza all´aumento dei reati in Italia è consolidata da mesi», spiega Valerio Terra Abrami, un dirigente dell´istituto che controlla, tra l´altro, anche l´area che gestisce le statistiche sulla criminalità. In settembre, infatti, i dati sui delitti denunciati davano già una «curva preoccupante».
Affermazioni discutibili, alla luce dei dati resi noti ieri, e difficilmente comprensibili perché la rilevazione Istat viene effettuata in collaborazione con il ministero dell´Interno. I dati appena elaborati si riferiscono infatti ai delitti segnalati all´autorità giudiziaria dalla polizia, dai carabinieri, dalla guardia di finanza. Stessa fonte, numeri diversi.
Vediamoli nel dettaglio, quei numeri. Crescono soprattutto attentati e omicidi ma quasi tutti i reati maggiori sono in aumento. L´Italia è un Paese che dal 2001, anno d´insediamento del governo Berlusconi, ha via via peggiorato la sua statistica in tema di sicurezza: il totale dei delitti è passato dai 2.163.826 del 2001 ai 2.231.550 del 2002 ai 2.456.887 del 2003, con incremento nell´ultimo anno del 10,1 per cento. Gli omicidi da 639 sono saliti a quota 712, con variazione pari a più 11,4 per cento. Ad agosto il Viminale sugli omicidi volontari festeggiava un meno cinque per cento, unico allarme per quelli consumati in famiglia. Inutile negare, l´aumento di violenza tra le mura di casa, più 120 per cento, sarebbe stato denunciato con forza dal procuratore generale della Cassazione, Francesco Favara, pochi mesi dopo all´inaugurazione dell´anno giudiziario.
Quanto a rapine e furti basta sfogliare le cronache dei quotidiani. L´Istat sottolinea che le prime sono aumentate del 4,3 per cento, da 40.006 a 41.747, e che i furti hanno registrato un incremento dell´1,8 per cento, passando da 1.305.245 a 1.328.350. In crescita pure le estorsioni, da 3.628 a 3.751, più 3,4 per cento. L´incremento più rilevante in percentuale riguarda gli attentati dinamitardi o incendiari, più 14,7 per cento, il dato numerico spiega che sono stati 1.262 nel 2002 e 1.448 nel 2003. L´unica cifra in calo riguarda il traffico di stupefacenti, meno 1,8 per cento, le denunce sono scese da 37.965 a 37.288.
Nessuno all´Istat commenta la distanza tra i numeri diffusi dal ministero dell´Interno e i dati appena elaborati dagli esperti dell´istituto: le cifre sulle denunce sono arrivate dal Viminale. «La tendenza all´aumento dei reati in Italia è consolidata da mesi», spiega Valerio Terra Abrami, un dirigente dell´istituto che controlla, tra l´altro, anche l´area che gestisce le statistiche sulla criminalità. In settembre, infatti, i dati sui delitti denunciati davano già una «curva preoccupante».
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