Da La Repubblica del 07/06/2004

Bush: "Francesi primi alleati"

Il giorno della Memoria chiude i dissapori e Chirac esalta "l´eterna amicizia"

Alla festa insieme alla Rice e Powell anche Tom Hanks e Spielberg
Il presidente americano ricorda anche Reagan "leader coraggioso"

di Alberto Flores D'Arcais

Davanti a quella spiaggia passata alla storia con il nome di Omaha Beach - la «spiaggia sanguinante» l´ha chiamata il presidente francese ricordando le migliaia di cadaveri accatastati per lunghe ore sulla battigia - quattro navi da guerra piazzate all´orizzonte alla stessa distanza da cui le videro i soldati tedeschi colti di sorpresa quel 6 giugno del 1944, sostavano imponenti quasi a guardare il vecchio bunker nazista lasciato a perenne memoria del "giorno più lungo".

Sessant´anni dopo una splendida giornata di sole accoglie le centinaia di veterani che su quella spiaggia passarono indenni, più fortunati dei tanti compagni che sulla spianata dove oggi sorge il memoriale non ci arrivarono mai. Una giornata d´estate, iniziata con una fitta nebbia che fino alle nove di mattina poco lasciava intravedere, le navi da guerra di fronte ad Omaha ridotte a ombre, le croci bianche quasi scomparse. Poi - al contrario di sessant´anni, fa - tutto si è aperto per la perfetta riuscita della cerimonia: l´azzurro del cielo a fare da contrasto al verde del prato, il passaggio di una squadriglia aerea ad accompagnare l´arrivo delle delegazioni ufficiali (giunte in elicottero), delle due prime dame (accompagnate a braccio da due baldanzosi soldati, uno francese e uno americano) e infine dei due protagonisti della giornata, Chirac e Bush: accolti dalle note del silenzio e dagli inni dei due paesi.

Sarà stato per tutto questo, per gli aerei che solcavano i cieli, per la melodia triste della tromba, saranno stati gli inni - quella marsigliese che richiama alla mente rivoluzioni libertarie e imperi napoleonici o la star spangled banner che abbiamo imparato a conoscere nei giorni delle vittorie (anche sportive) e in quelli più tristi delle morti - tutto ha contribuito a creare un clima di commozione vera, di festa sincera, con gli abbracci e le strette di mano di chi con gli occhi umidi raccontava con orgoglio io c´ero. Forse era solo il posto, forse era solo la data - venga chiamata D-Day o Jour-J (il solito pizzico di sciovinismo francese), «giorno più lungo» od "Operazione Overlord" (Chirac è stato abile ad usare tutti i termini) - ma vedere insieme, sempre sorridenti, i due presidenti che nell´ultimo anno avevano provocato la più grave "frattura occidentale" dal dopoguerra ha dato a tutti l´idea che le polemiche facciano parte del passato.

Polemiche scomparse totalmente dai discorsi. Da quello di Bush, che ha esordito con il ricordo di un uomo particolarmente caro alla Casa Bianca di oggi, come da quello di Chirac che ha esaltato «l´eterna amicizia tra Francia e Stati Uniti».

«Venti estati fa un altro presidente americano venne qui in Normandia per rendere omaggio agli uomini del D-Day. Era lui stesso un uomo coraggioso, un leader valoroso nella causa della libertà. Oggi onoriamo la memoria di Ronald Reagan». Dopo il ricordo di Ronnie, Bush ha strappato l´unico applauso di una cerimonia composta rivolgendosi ai veterani che occupavano le prime fila di sedie. Ha ricordato la famosa frase di Roosevelt («passerete notte e giorno senza riposo, fino alla vittoria») e quella forse ancora più celebre del generale Eisenhower: «Questa operazione è stata pianificata per la vittoria, e questo è quanto succederà».

Ha ringraziato Chirac per aver dato ospitalità alla celebrazione dello sbarco in Normandia e ha scandito la frase della definitiva riconciliazione - «la Francia è stata la prima amica al mondo degli Stati Uniti» - esplicito ricordo dell´alleanza contro gli inglesi durante la guerra di indipendenza. Ha citato i nomi di alcuni degli oscuri eroi della spiaggia di Omaha e il sacrificio dei giovani soldati americani che insieme ai giovani della Resistenza francese sconfissero il nazismo rendendo Francia e Stati Uniti «inseparabili alleati». Ha citato le croci, le stelle di David, i britannici, i canadesi e i polacchi, e ha evitato riferimenti diretti alla guerra al terrorismo e all´Iraq.

È stato Chirac, quasi in uno scambio di ruoli, a citare la «tragedia dell´11 settembre, una data che resterà per sempre nelle nostre memorie e nei nostri cuori»; ha citato di nuovo i 200 anni di «valori umanistici» che accomunano Francia e Usa, una amicizia «che resta intatta fino ai giorni nostri» perché fondata sulla «fiducia e sul rispetto reciproco».

Una volta finiti i discorsi ufficiali il silenzio commosso ha lasciato il posto alla festa. Veterani e familiari alla ricerca di personalità con cui farsi fotografare davanti la spiaggia. Tom Hanks e Steven Spielberg i più gettonati. Atmosfera da festa vera, con alcuni "inavvicinabili" quali Colin Powell, Condoleezza Rice e l´eminenza "grigia" Karl Rove per una volta a contatto di chiunque, disponibili anche a loro a foto, strette di mano, firme sui libri o su vecchie fotografie ingiallite, volti giovani a ricordo di vite strappate troppo presto. "Condi" fa la "star" nella tenda all´aperto della Abc aggiustandosi i capelli prima di una diretta, ma la parte del leone la fa la Cnn: tre tendoni in fila, negli ultimi due in contemporanea un´intervista a Spielberg e una a Powell.

Tante strette di mano anche per Bush, che saluta - insieme a Chirac - uno per uno tutti i veterani arrivati fino in Normandia dai posti più lontani degli Stati Uniti. Alla fine, stanco ma felice stringe la mano anche ai giornalisti: «Grazie per essere venuto».

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