Da Corriere della Sera del 01/06/2004

Manca ancora l’accordo sul presidente, salta la presentazione dell’esecutivo

Nuovo rinvio per il governo iracheno

di Ennio Caretto

WASHINGTON - Il giugno decisivo per i destini dell'Iraq incomincia senza la sperata presentazione del nuovo governo, prevista per ieri. A Bagdad, il governatore americano Paul Bremer annuncia il rinvio a oggi della ripresa dei lavori sospesi domenica.

Il ritardo è dovuto ai contrasti tra la coalizione e il Consiglio governativo iracheno sul futuro presidente: la prima vuole Adnan Pachachi, l'ex ministro degli Esteri del pre Saddam, il secondo Ghazi al-Yawer, il suo leader di turno. E' possibile che l'inviato dell'Onu Lakhdar Brahimi, emarginato dalla disputa, la risolva con la candidatura di un terzo uomo. Ma c'è il rischio che si debbano rivedere le nomine già concordate, a cominciare da quella a premier di Yiad Allawi, vicino alla Cia. Parlando alla rivista Time, Brahimi lamenta che il suo compito sia ostacolato «dalla mancanza di comunicazione».

I contrasti nascono non dalla difficoltà di mantenere un delicato equilibrio tra le tre etnie, sciita, sunnita e curda, ma da uno scontro politico tra la Coalizione e il Consiglio governativo iracheno. Un alto funzionario Usa che chiede l'anonimato definisce «del tutto inventato» che il problema sia la scelta tra Pachaci e al-Yawer. «Il problema è il tentativo dei 25 membri del Consiglio di arraffare il potere, mentre gli iracheni vogliono volti nuovi» dice. Secondo il Consiglio, la colpa è invece della Coalizione: «Interferisce nelle questioni interne irachene, il nostro popolo non riconoscerà un suo governo» rispondono i portavoce. Ma la questione di fondo sembra ancora un'altra: la Coalizione mira a un governo filoamericano, il Consiglio a uno nazionalista e autonomo.

A Washington, Bush non fa cenno all'impasse, anzi in un discorso al Pentagono nel Memorial day, celebrazione dei caduti, dichiara che i soldati americani «possono essere fieri di quanto realizzato in Iraq», e ringrazia il ministro della Difesa Donald Rumsfeld che a sua volta elogia «il grande coraggio della leadership del presidente».

La Casa Bianca è però allarmata dalla prospettiva che la nomina del governo a Bagdad continui a slittare e ritardi la risoluzione all’Onu sul passaggio dei poteri agli iracheni entro il 30 del mese. Brahimi assicura che «la formazione del governo non è compromessa», e qualcuno fa un nuovo nome per la Presidenza: quello di Saad al-Janabi, un ex alto ufficiale della Guardia nazionale vicino ai parenti di Saddam Hussein che sotto il raìs andarono in esilio.

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