Da La Repubblica del 21/05/2004

Blitz della Cia a Bagdad, arrestati due collaboratori del capo dell´Iraqi National Congress

Perquisita la villa di Chalabi gli Usa lo accusano di truffa

"Mi attaccano perché voglio subito il passaggio dei poteri"

di Attilio Bolzoni

BAGDAD - Quello che fino a qualche settimana fa era «il miglior amico dell´America» l´altra notte ha ricevuto una brutta visita dalla Cia. Gli hanno perquisito la sontuosa villa a forma di pagoda cinese nascosta tra le palme di El Mansour, il quartiere dei ricchi e dei potenti di Bagdad. Gli hanno arrestato un paio di segretari, inseguito uno dei portavoce che però è riuscito a fuggire, fermato e interrogato a lungo i collaboratori più stretti. Gli hanno soprattutto sequestrato documenti riservati, dossier sull´attività politica irachena e sull´inchiesta per i fondi neri del programma «Oil for Food». E quasi all´improvviso, Amhad Chalabi, uno sciita laico membro del consiglio provvisorio, capo dell´Iraqi National Congress, indicato dal Pentagono come futuro presidente del suo paese, si è ritrovato guardato con sospetto dai suoi storici sponsor di Washington. Vicenda molto misteriosa, tutta ancora da decifrare in questo Iraq, dove negli ultimi giorni il capo del governo è stato ucciso e adesso un autorevolissimo rappresentante è caduto per sempre in disgrazia.

Il blitz è avvenuto di notte, ad Al Mansour. Ma le perquisizioni sono andate avanti fino alle due del pomeriggio di ieri, nella casa e nella sede del partito dell´uomo alla caduta di Saddam era entrato trionfalmente a Bagdad su un carro armato americano. C´erano poliziotti iracheni di corpi speciali, c´erano soldati della Militar police. C´erano soprattutto americani in borghese che si aggiravano per le sale della dimora di Chalabi, che un tempo era la casa del capo del Mukhabarat, il servizio segreto del rais. Gli americani in borghese rovistavano in ogni ambiente, prendevano carte e floppy disk e telefoni satellitari e poi li consegnavano ai poliziotti iracheni, loro li caricavano su gipponi bianchi posteggiati fuori dalla villa di Ahmad Chalabi. L´ultimo gippone ha lasciato le strade del quartiere più esclusivo della capitale quando ancora circolavano voci incontrollate: qualcuno diceva che Chalabi era già stato arrestato, qualcun altro che era latitante, qualcun altro ancora sosteneva che era stato incriminato. C´è mistero anche sull´accusa contro il presidente dell´Iraq National Congress: non si sa quale è (lui dice di non saperne nulla), non si sa se un giudice iracheno abbia firmato un atto formale, non si sa cosa gli americani cercassero veramente nella sua casa. Al comando Usa, addirittura smentiscono un loro coinvolgimento nell´affaire. «Noi non abbiamo niente a che fare con l´inchiesta su Chalabi, ha fatto tutto la polizia irachena», ha spiegato Dan Senor, il portavoce dell´Autorità provvisoria della Coalizione. Comunque stiano le cose, è stata un´operazione poliziesca in grande stile. Quartiere «sigillato» dai blindati della Militar Police, clima da grande caccia. Ma appena i posti di blocco se ne sono andati da Al Mansour è riapparso come d´incanto lui, «il miglior amico dell´America». Infuriato, si è presentato ai giornalisti con in mano una foto e cocci di vetro. E ha cominciato a urlare: «Ecco cosa hanno fatto gli americani, mi hanno anche distrutto la foto del 1923 di mio nonno».

E a quel punto c´è stato un lunghissimo sfogo di quello che sarebbe dovuto diventare il presidente del nuovo Iraq. Uno «stacco» brusco, legato a quanto pare a pretese politiche eccessive di Chalabi e a un doppio gioco che avrebbe condotto contro le forze di coalizione. Da lì l´«avvertimento» dell´altra notte, il blitz nella sua villa. Lo sfogo è stato violentissimo. Sui combattimenti della settimana scorsa nelle città sante di Najaf e Kerbala: «Se gli americani attaccheranno ancora gli sciiti nei luoghi santi, vedranno cose incredibili». Sui suoi rapporti con le forze di coalizione: «Se giudicano necessario condurre un assalto armato contro la mia casa, potete immaginare lo stato delle relazioni tra la Cpa e il popolo iracheno. Il mio messaggio è: «lasciate il mio popolo ritrovare la sua libertà, siamo grati al presidente Bush per aver liberato l´Iraq, ma è arrivato il tempo che il popolo iracheno diriga i suoi affari». Sul «caso» dei fondi neri del programma Oil for Food: «Gli americani mi attaccano perché voglio che avvenga un completo passaggio di poteri». Su fedelissimi di Saddam: «Lavorano ancora in Iraq sotto la copertura degli americani, a guidare l´attacco nella mia casa è stato uno di loro, il colonnello Jabar El Mahtibj». E ha aggiunto, sui capi del partito Bath che ancora sono «operativi» in Iraq: «Hanno a Falluja un rifugio sicuro con la protezione dell´Autorità provvisoria di governo».

Sullo stesso argomento

Articoli in archivio

AVEVA DETTO
"Al Qaeda-Iraq, il legame c´era" I pasticci del "falco" Rumsfeld
La Casa Bianca deve correggere il segretario alla Difesa
di Alberto Flores D'Arcais su La Repubblica del 06/10/2004
Bremer e Rumsfeld, autocritica sull’Iraq
L’ex governatore e il ministro: «Truppe insufficienti», «nessun legame Saddam-Al Qaeda». Bush in imbarazzo
di Ennio Caretto su Corriere della Sera del 06/10/2004
 
Cos'� ArchivioStampa?
Una finestra sul mondo della cultura, della politica, dell'economia e della scienza. Ogni giorno, una selezione di articoli comparsi sulla stampa italiana e internazionale. [Leggi]
Rassegna personale
Attualmente non hai selezionato directory degli articoli da incrociare.
Sponsor
Contenuti
Notizie dal mondo
Notizie dal mondo
Community
• Forum
Elenco degli utenti

Sono nuovo... registratemi!
Ho dimenticato la password
• Sono già registrato:
User ID

Password
Network
Newsletter

iscriviti cancella
Suggerisci questo sito

Attenzione
I documenti raccolti in questo sito non rappresentano il parere degli autori che si sono limitatati a raccoglierli come strumento di studio e analisi.
Comune di Roma

Questo progetto imprenditoriale ha ottenuto il sostegno del Comune di Roma nell'ambito delle azioni di sviluppo e recupero delle periferie

by Mondo a Colori Media Network s.r.l. 2006-2024
Valid XHTML 1.0, CSS 2.0