Da La Stampa del 27/05/2004

Prosciolto capitano russo

Se uccidere un ceceno non è reato

di Anna Zafesova

MOSCA - Si sente innocente il capitano Eduard Ulman, e la sua liberazione dalla gabbia degli imputati nell'aula del tribunale è accolta da applausi. Si sente trionfatore, forse un eroe, riceve fiori dagli ammiratori, tira un gran sospiro di sollievo, giustizia è stata fatta. E ne ha tutti i motivi: è stato prosciolto, non per insufficienza di prove, ma per assenza di reato, e non da una corte marziale complice, ma da una giuria popolare di 12 cittadini al di sopra di ogni sospetto. Che non si sentono affatto tratti in inganno da un’accusa campata per aria: sanno che Ulman ha ucciso 6 civili ceceni, ci hanno creduto, ma lo hanno considerato innocente.

L'11 gennaio 2002 il capitano Ulman con tre commilitoni, truppe speciali russe, era a caccia di ribelli nelle montagne cecene. Avevano incrociato un Uaz, gli avevano intimato di fermarsi, ma il fuoristrada aveva proseguito. Allora Ulman ordinò di sparare, non sulle ruote, sui finestrini. Uno dei passeggeri, l'insegnante Said Alaskhanov, fu ucciso sul colpo, altri due rimasero feriti. I cinque sopravvissuti - un altro insegnante, una guardia forestale, il guidatore che si improvvisava tassista, una donna anziana con il nipote giovane - si rifugiarono nei cespugli. I militari li tirarono fuori, controllarono i loro documenti, in regola, medicarono perfino le ferite dei due ceceni colpiti. Ma erano testimoni scomodi e Ulman consultò via radio il suo comandante che gli avrebbe dato l'ordine: finita la conversazione, il capitano ordinò ai ceceni di andare via, «siete liberi», e li fucilò alle spalle. Per occultare l'«errore» i parà cercarono poi di far esplodere la Uaz con i cadaveri, come se fosse incappata in una mina, non ci riuscirono e allora incendiarono l'auto con i corpi.

Un incidente di ordinaria amministrazione, che però è finito in tribunale e doveva essere un processo esemplare per dimostrare che in Russia c’è giustizia anche per i ceceni. Ma la giuria popolare - sì, proprio quella che si sperava avrebbe portato clemenza nei servili e spietati tribunali russi - ha votato all'unanimità: ha risposto da alla domanda se era provato che Ulman e i suoi avevano ucciso e niet a quella se erano colpevoli. Avevano solo eseguito un ordine e, del resto, uccidere sei ceceni non è un crimine. Sentenza che aveva fatto infuriare il presidente ceceno Akhmad Kadyrov. Ma Kadyrov pochi giorni dopo è rimasto ucciso in un attentato e gli assassini innocenti sono stati ripristinati al servizio militare e si preparano a tornare in Cecenia. Il processo a Rostov-sul-Don era quello del popolo della Federazione Russa contro il capitano Ulman. Ma il popolo è con lui.

Sullo stesso argomento

Articoli in archivio

Ieri via alle elezioni per scegliere il parlamento: minacce per chi si astiene e intimidazioni dalla milizia filo-russa
Cecenia, il voto non porta la pace
La repubblica indipendentista alle urne in un clima di guerra
di Giampaolo Visetti su La Repubblica del 28/11/2005
 
Cos'� ArchivioStampa?
Una finestra sul mondo della cultura, della politica, dell'economia e della scienza. Ogni giorno, una selezione di articoli comparsi sulla stampa italiana e internazionale. [Leggi]
Rassegna personale
Attualmente non hai selezionato directory degli articoli da incrociare.
Sponsor
Contenuti
Notizie dal mondo
Notizie dal mondo
Community
• Forum
Elenco degli utenti

Sono nuovo... registratemi!
Ho dimenticato la password
• Sono già registrato:
User ID

Password
Network
Newsletter

iscriviti cancella
Suggerisci questo sito

Attenzione
I documenti raccolti in questo sito non rappresentano il parere degli autori che si sono limitatati a raccoglierli come strumento di studio e analisi.
Comune di Roma

Questo progetto imprenditoriale ha ottenuto il sostegno del Comune di Roma nell'ambito delle azioni di sviluppo e recupero delle periferie

by Mondo a Colori Media Network s.r.l. 2006-2024
Valid XHTML 1.0, CSS 2.0