Da Corriere della Sera del 24/05/2004

Berkeley si ribella al professor Yoo, il «cervello» degli abusi

di Ennio Caretto

WASHINGTON - A differenza di quanto avvenne nella guerra del Vietnam, la stragrande maggioranza delle università americane non dimostra ancora contro la guerra dell'Iraq. Ma al bastione liberal di Berkeley presso San Francisco, la contestazione esplode. Ne è oggetto John Yoo, docente di Diritto costituzionale e internazionale. Abby Reyes, che organizza la protesta, lo accusa d'insegnare non il rispetto della legge «ma come circuirla». Yoo, grida Reyes inalberando un cartello con su scritto «Buttate fuori Bush», «è un'offesa e un imbarazzo alla democrazia americana».

La rivista on line Salon è d'accordo. Yoo, afferma, è la mente che ha giustificato le violazioni della Convenzione di Ginevra sulla tutela dei prigionieri di guerra. E' - o meglio fu - l'anima nera del ministro della giustizia John Ashcroft, un fondamentalista religioso definito dai liberal «l'Ayatollah cristiano», e le torture in Iraq affondano le radici nella sua normativa. Un quadro troppo fosco per essere interamente vero. Ma che spiega perché l'immagine degli Usa sia rimasta deturpata, e nessuno creda più che lo scandalo sia dovuto «a poche mele marce».

Yoo entra al ministero della Giustizia come sostituto procuratore dello Stato all'inizio del 2001 e vi rimane sino alla fine del 2003. Non ha ancora 40 anni ma ha già un carnet illustre: due lauree prestigiose, una a Yale una ad Harvard; la cattedra a Berkeley; direzioni alla Olin e alla Rockefeller foundation; libri sulla Costituzione, sulla globalizzazione, sui trattati internazionali.

E' un maestro del pensiero neoconservatore, che si è battuto contro la affermative action , la protezione dei diritti civili, e che crede nella «eccezionalità» americana. Perché Ashcroft lo voglia con sé è chiaro a tutti: Yoo, di origine coreana, serve a tenere buoni rapporti con le minoranze; è un bushiano di ferro, ha perorato in tribunale la causa del presidente alle controverse elezioni del 2000; il suo nume tutelare è l'unico giudice nero della Corte suprema, Clarence Thomas, nominato da Bush padre, un uomo di estrema destra. Fatalmente, dopo le stragi dell'11 settembre 2001, il ministro affida a lui la stesura del Patriot Act , la legge speciale contro il terrorismo che i leader denunciano come repressiva.

Per Yoo e Ashcroft è un trionfo. Tanto che il 9 gennaio del 2002 Yoo propone la sua dottrina anche per l'estero. In un rapporto di 42 pagine sostiene che in Afganistan e a Guantanamo i talebani e i terroristi catturati non sono prigionieri di guerra ma «nemici combattenti» e pertanto non hanno diritto alla tutela della Convenzione di Ginevra. Il 25 dello stesso mese, Alberto Gonzales, il consigliere legale della Casa Bianca, avalla la sua tesi. Meno di due anni dopo, i tribunali americani la contraddiranno, e Yoo se ne andrà, ma la porta delle torture è aperta.

La contestazione a Berkeley non sembra turbare Yoo. Dice di esserci abituato, e di essere convinto che la storia gli darà ragione. Ricorda che anche nella guerra fredda furono emanate leggi speciali, «e la guerra al terrorismo è ancora peggio». A chi obietta che davanti alla legge tutti sono eguali ribatte con una massima di Milton Friedman, premio Nobel dell'economia, liberista e conservatore: «Anteporre l'eguaglianza alla libertà significa perdere entrambe». Una massima a effetto, ma completamente sbagliata, perché il presupposto della libertà è l'eguaglianza.

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