Da La Repubblica del 05/04/2004

Der Spiegel: peggiora il disavanzo del 2004 e 2005, il tetto del 3 per cento "sforato" per 4 anni consecutivi

Germania, il deficit cresce ancora

Berlino in difficoltà, più forte l´asse anti-Ue con l´Italia

Meno utili dalla Bundesbank, un flop i pedaggi per i Tir: in cassa mancano soldi

di Andrea Tarquini

BERLINO - La Germania rossoverde di Schroeder e Fischer ha un problema in comune con l´Italia di Berlusconi: l´urgente bisogno di cercare intese politiche con i governi delle altre economie di peso della eurozona, per ridiscutere il Patto di stabilità e le sanzioni da esso previste a chi non ne rispetta i limiti al deficit pubblico. Con o contro Bruxelles. Mentre infatti la Commissione europea si prepara, mercoledì, ad affrontare il caso italiano, anche i conti pubblici tedeschi promettono il peggio. Secondo l´autorevole settimanale Der Spiegel, Berlino rischia di violare i tetti al deficit pubblico (non oltre il 3 per cento del prodotto interno lordo) non solo quest´anno, ma anche nel 2005.

L´allarme è lanciato da un rapporto segreto che il potente sottosegretario alle Finanze Manfred Overhaus ha fatto pervenire al ministro delle Finanze Hans Eichel. Secondo cui i conti pubblici tedeschi rischiano di affrontare un buco dell´ordine di dieci miliardi di euro quest´anno, e con un ammanco circa di pari grandezza l´anno prossimo. Questa seconda violazione sarebbe la più grave e imbarazzante: sarebbe il quarto anno consecutivo in cui la Germania, cioè il paese che più di ogni altro volle dettare il severo, inflessibile rigore del Patto di stabilità, si troverebbe fuori dai limiti del patto stesso. La posizione di Eichel insomma è sempre più difficile.

Con la piazza in rivolta contro le riforme di welfare e pensioni tentate dal cancelliere, sarà difficile far accettare al paese nuove drastiche misure di risanamento. Tanto più che, oltre alle elezioni europee, Berlino affronta quest´anno altre tredici verifiche elettorali (regionali e locali, comunque importanti in un sistema federale) e secondo ogni prognosi Schroeder rischia di perderle tutte a vantaggio del centrodestra di Angela Merkel. Questo mercoledì, notavano ieri tutti i giornali, sarà un amaro 60mo compleanno per il cancelliere.

Le smentite ufficiali, l´assicurazione che la Germania non vuole toccare il Patto, non sembrano dunque troppo convincenti, nemmeno ai media tedeschi. Una maggiore flessibilità interpretativa dei criteri appare indispensabile se Schroeder vuole ricrearsi almeno qualche fragile speranza di portare la legislatura alla scadenza naturale. L´esigenza diplomatica di restituire a Roma la cortesia della presidenza di turno italiana (grazie al suo aiuto Berlino e Parigi evitarono le sanzioni Ue per il loro sforamento dei criteri l´anno scorso) si unisce quindi a interessi politici interni.

Il rapporto è inquietante. Non solo quest´anno, ma anche l´anno prossimo la Bundesbank quasi non avrà utili da versare al pubblico erario. Il ministero dei Trasporti ha sbagliato i conti di almeno due miliardi di entrate di troppo, perché sperava di introdurre un complesso sistema di pedaggio elettronico per gli autotreni, e il sistema fa cilecca. La cassa pensioni e le autorità preposte al versamento di sussidi di disoccupazione e assegni-povertà hanno e avranno bisogno di più soldi. L´abrogazione di diverse sovvenzioni non procede come il governo aveva promesso. E infine ma non ultimo molti dicasteri rifiutano la richiesta di tagli ai loro bilanci ripetuta perentoriamente ma invano da Hans Eichel. A cominciare dalla Difesa: la volontà di Berlino di contare di più nella grande diplomazia e nelle missioni di pace impone un costoso ammodernamento dell´obsoleto arsenale militare. Anche per questo, e con l´ambizione di avere un seggio permanente al Consiglio di sicurezza dell´Onu ricordato un giorno sì e uno no dai massimi esponenti della coalizione, il Patto di stabilità può attendere. O prendersi una nuova spallata alla tedesca.

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