Da La Repubblica del 02/04/2004

Francoforte a due facce: c´è una ripresa timida, accelerare le riforme. In Italia più lavoro ma record di giovani senza impiego

La Bce resiste e non taglia i tassi

Trichet:"Pericolo prezzi". L´Eurostat: sale la disoccupazione Ue

di Andrea Tarquini

BERLINO - Ancora una volta, la Banca centrale europea ha scelto di non piegarsi alle pressioni e di ignorare gli appelli più accorati per un taglio del costo del denaro. Il Consiglio centrale della Bce, riunitosi ieri alla Eurotower di Francoforte sotto la guida del presidente Jean-Claude Trichet, ha deciso di mantenere i tassi centrali della zona dell´euro invariati al 2%. E´ un livello appropriato, ha insistito Trichet. Immediate le reazioni dei mercati: l´euro si è impennato sul dollaro, toccando nel primo pomeriggio quota 1, 2320. E soprattutto, il prezzo dell´oro a New York ha raggiunto il massimo storico da quindici anni, arrivando a 433 dollari per oncia, e scendendo poi solo di poco. Intanto i dati sulla disoccupazione europea, forniti ieri da Eurostat, non aprono certo grandi speranze: il numero dei senza lavoro nei paesi membri dell´Unione monetaria è rimasto sostanzialmente stazionario all´8,8% del totale della popolazione attiva. E la Sueddeutsche Zeitung scriverà stamane che il Fondo monetario ha ridotto dall´1,7 all´1,6% le stime di crescita 2004 dell´economia tedesca.

Invano dunque governi di ogni colore e parti sociali avevano lanciato forti segnali, con un pressing incrociato sul vertice Bce. I custodi dell´euro hanno deciso ancora una volta di rinviare un ritocco ai tassi, che restano al livello del giugno 2003, il più basso dall´introduzione dell´euro. La speranza di un calo del saggio, per favorire la ripresa nella Eurozona e il rilancio dell´occupazione, è andata di nuovo delusa. «Il miglior contributo che noi banchieri centrali possiamo fornire alla ripresa economica è mantenere l´ancoraggio alla stabilità dei prezzi», ha detto Trichet.

A Francoforte trionfa dunque la linea della fermezza monetaria. E Trichet ha aggiunto anche una velata minaccia: in caso di ritorno in forze del pericolo inflazione e in mancanza di freni alla spesa pubblica, il costo del denaro in futuro, teoricamente, potrebbe anche aumentare. Il quadro, insomma è fluido. «Gli ultimi dati economici forniscono segnali misti», ha ammesso Trichet, «la ripresa è modesta ma, seppure a piccoli passi, procede sulla via del miglioramento». Ma lo scenario resta segnato anche da rischi. Uno di essi è la sfiducia dei consumatori. Un mese fa Trichet aveva lanciato un appello ai cittadini della Eurozona, esortandoli a spendere di più. Ma un fattore che può aver provocato la loro sfiducia, egli ha notato, possono essere stati i segnali preoccupanti dal versante dei conti pubblici. La situazione dei bilanci di alcuni paesi membri desta preoccupazione. Mentre segnano ancora il passo necessarie, profonde riforme di struttura, al cui varo invece i poteri politici «devono decidersi senza indugi, accelerando il passo». Il pericolo inflazione, ha detto ancora Trichet, rimane reale.

Su questo sfondo, sono venuti da Eurostat i dati sulla disoccupazione europea. Saliti di un decimo di punto nel febbraio di quest´anno (8,8%) rispetto allo 8,7 del febbraio dell´anno scorso. L´Italia è il paese che registra il calo più significativo, dall´8,9% del gennaio 2003 all´8,5 del gennaio scorso, ma la disoccupazione giovanile da noi è al picco del 27,1%. E all´interno di questo dato, quello relativo alla disoccupazione giovanile femminile è ancora più alto, addirittura del 30, 7%. Il dato peggiore nell´Eurozona è quello spagnolo con l´11, 2%. In calo intanto negli Usa le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione, scese di tremila unità a un totale di 342 mila.

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