Da La Repubblica del 26/03/2004

Il caso

Il ministro guastatore

di Massimo Giannini

TUTTI uniti contro il terrorismo, dicono i governanti dell´Occidente minacciato dalle bombe di Osama. Ma è veramente così? Forse lo è per gli altri Paesi. Sicuramente lo è molto meno per l´Italia.

Sull´onda emotiva della tragedia madrilena dell´11 marzo, ieri a Bruxelles i capi di Stato dell´Unione europea hanno posto la loro firma solenne su una Dichiarazione che li impegna ad attuare in tempi brevi un pacchetto di misure rigorose, per prevenire e reprimere il rischio di nuovi attentati. Silvio Berlusconi era in prima linea, a confermare che l´Italia non arretra di un passo di fronte alla nuova barbarie. Purtroppo, mentre il presidente del Consiglio tenta faticosamente di simulare la partecipazione convinta del nostro Paese allo «spazio giuridico europeo», il suo ministro della Giustizia si adopera alacremente per farlo fallire. E lo rivendica come un merito politico.

La Dichiarazione congiunta sottoscritta dal Consiglio europeo, oltre al coordinatore antiterrorismo, alla clausola di solidarietà e all´Assistenza delle vittime, prevede anche «l´attuazione rapida» di una serie precisa di «atti legislativi». Nell´ordine: la «Decisione quadro sulla lotta al terrorismo», la «Decisione quadro sulle Squadre investigative comuni», la «Decisione quadro sul mandato di arresto europeo», la «Decisione quadro sul riciclaggio del denaro» (cioè sul congelamento dei beni e dei proventi di reato), la «Decisione quadro sulla cooperazione tra polizie e la cooperazione giudiziaria contro il terrorismo» e la «Decisione quadro su Eurojust».

Un programma impegnativo, che vincola i governi ad un adeguamento veloce del quadro normativo giudiziario. Questo stesso programma era stato messo a punto venerdì scorso, al vertice dei ministri della Giustizia e degli Interni della Ue, riuniti sempre a Bruxelles. Questo stesso programma era stato quindi firmato anche dal nostro ministro, Roberto Castelli. Ma ogni volta che va ai vertici europei, evidentemente, Castelli firma con l´inchiostro simpatico. Torna in Padania, poi passa per Roma Ladrona, e nel suo ufficio a Via Arenula la sua firma su quei testi svanisce. E quegli impegni sottoscritti con la Ue diventano carta straccia. Non solo non vengono adempiuti. Vengono addirittura boicottati.

Non è un «teorema». E´ una verità conclamata, e ammessa con orgoglio dallo stesso Guardasigilli. Sempre ieri, mentre i Quindici varavano il pacchetto antiterrorismo, in una lettera al direttore pubblicata in prima pagina su Libero Castelli ha scritto, testualmente: «Le segnalo che se in questa legislatura alla guida del paese ci fosse stato un governo di segno opposto rispetto all´attuale, oppure soltanto un ministro più ?dialogante´ di me con la sinistra, quasi certamente oggi sarebbero state trasposte anche nella legislazione le decisioni quadro europee sul mandato d´arresto, sul congelamento dei beni e quella sulla lotta al razzismo...». E conclude, il fiero Guardasigilli: «Se ciò non è accaduto, è perché c´è un vituperatissimo ministro che sta cercando di garantire ancora un minimo di libertà di opinione in Europa».

Quanto ci sia costata la crociata leghista di Castelli contro «Forcolandia» lo dice l´elenco degli inadempimenti dell´Italia in materia di giustizia, ricordati una settimana fa dal Sole 24 Ore. L´euromandato doveva essere inserito nella legislazione entro il 31 dicembre 2003. Eurojust doveva scattare entro il 6 settembre 2003. Le nuove norme sul riciclaggio e il congelamento dei beni doveva partire dal 1 giugno 2001. La Convenzione europea sull´assistenza giudiziaria in materia penale doveva essere recepita entro il 2002, quella sull´estradizione marcisce in Parlamento addirittura dal 1995.

Ora, mentre il Cavaliere condivide con gli altri capi di Stato l´ennesimo giro di vite contro gli attacchi del fondamentalismo islamico, il ministro rilancia la sua personale «guerra santa» contro l´Europa comune della giustizia. A chi deve credere l´opinione pubblica? A Berlusconi che in nome della nostra civiltà rinnova il suo giuramento all´America e all´Europa? O a Castelli che in nome del dio Po impedisce a quella stessa civiltà di difendersi dal terrorismo? Possibile che anche di fronte ai poveri morti di Madrid, e al rischio che i kamikaze di Bin Laden possano insanguinare le nostre città, il governo italiano continui a fare il gioco delle tre carte?

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