Da La Stampa del 25/03/2004
Originale su http://www.lastampa.it/redazione/news_high_tech/archivio/0403/multamic...

La Corte di Giustizia deciderà sulla sospensione

Monti: «La multa contro Microsoft sarà di esempio»

Per il commissario Ue la sentenza resisterà a qualsiasi appello «Indagine corretta, non c'è nessuna guerra tra Europa e Usa»

di Enrico Singer

BRUXELLES - Mega-multa da 497 milioni di euro - la più alta mai imposta - e l'obbligo di correggere le due situazioni di «abuso di posizione dominante» che gli assicurano il «monopolio virtuale» del mercato dei software danneggiando concorrenti e consumatori. La sentenza dell'Antitrust europeo si è abbattuta ieri su Microsoft e, come previsto, è una condanna pesante. Alla quale il gruppo di Bill Gates ha immediatamente reagito annunciando un ricorso alla Corte di giustizia.

Ma il commissario Mario Monti ha l'aria tranquilla di chi è sicuro delle sue ragioni: «Sono assolutamente fiducioso che la decisione che abbiamo preso resisterà a qualsiasi appello», dice circondato da giornalisti e telecamere subito dopo l'annuncio del verdetto. Per il guardiano delle regole della concorrenza della Ue, l'inchiesta - che è durata quasi quattro anni - è stata condotta con «equità e correttezza» e il suo risultato è «equilibrato e proporzionato».

Sulla possibilità che, sul piano pratico, il ricorso di Microsoft sospenda sia il pagamento della multa che le misure per correggere la situazione di abuso di posizione dominante, Mario Monti preferisce non fare ipotesi: «Ho troppo rispetto per l'autonomia della Corte di giustizia europea per lanciarmi in speculazioni». L'eventuale effetto sospensivo del ricorso non è automatico: dovrà deciderlo la Corte di prima istanza come atto preliminare di un iter di giudizio che potrebbe durare anche due o tre anni.

E il commissario non vuole interferire in una decisione che sarà delicata e che toccherà agli uffici legali della Commissione e del gigante di Redmond disputarsi a colpi di articoli di legge. Quello che preme adesso a Mario Monti è spiegare le ragioni e il significato di una condanna che, dopo la bocciatura della fusione tra General Electric e Honeywell, decisa il 4 luglio del 2001, è la più clamorosa delle sentenze dell'Antitrust europeo.

Prima di tutto Monti spiega quello che «non è» la decisione su Microsoft. Non è una «guerra tra Europa e Stati Uniti». Anzi, la sentenza riguarda soltanto il mercato europeo e con le autorità americane che vigilano sulla concorrenza c'è collaborazione e una delle ultime condanne per abuso di posizione dominante ha colpito le Poste tedesche proprio su ricorso dell'americana Ups.

Non è una «sanzione eccessiva» perché i 497 milioni di euro, per quanto record assoluto delle multe finora inflitte, rappresenta soltanto l'1,62 per cento del fatturato mondiale di Microsoft e l'8 per cento di quello realizzato in Europa, Africa e Medio Oriente. Mentre la legge europea prevede la possibilità di una multa pari fino al 10 per cento del fatturato complessivo della società condannata e, in questo caso, la cifra da pagare sarebbe stata di tre miliardi di euro. Infine, la decisione non è «l'espropriazione dei diritti di proprietà intellettuale» di Bill Gates, ma la salvaguardia dei diritti di tutti gli altri.

Il significato di «precedente», sul quale Monti ha insistito, è proprio questo. Per sviluppare l'innovazione e perché sia il consumatore a decidere che cosa acquistare, Microsoft deve rinunciare a imporre dei «prodotti abbinati» al suo programma Windows che è installato nel 95 per cento dei personal computer del mondo. Se questo è un risultato che nessuno contesta e che è stato raggiunto grazie alle doti del software - e, magari, anche grazie a una potente campagna pubblicitaria - non può, tuttavia, diventare un cavallo di Troia per introdurre nei pc una gamma di servizi aggiuntivi che anche altre società hanno elaborato e messo sul mercato.

L'abuso di posizione dominante è tutto qui. E nel caso di Microsoft si materializza in due settori-chiave. Quello dei programmi per ricevere musica e video attraverso Internet e quello dei «server di fascia bassa» che sono usati in molti uffici per mettere in rete più pc.

In base alla sentenza, Microsoft dovrà fornire sul mercato europeo entro 90 giorni una versione di Windows senza il software per audio e video Media Player (Wmp) consentendo, così, l'installazione di sistemi rivali, come Real Player per esempio. Microsoft conserverà il diritto di offrire Windows con Wmp, ma non potrà applicare condizioni speciali che avrebbero l'effetto di rendere la versione di Windows senza Wmp «meno interessante o capace di prestazioni minori».

Nel settore dei server di fascia bassa la Commissione ha deciso di imporre a Microsoft di rendere pubbliche, entro 120 giorni, le informazioni sulle «interfacce» per consentire l'interoperabilità con altri sistemi. Questo tipo di informazioni non richiedono di svelare il «codice sorgente» del sistema Windows che rimane, quindi, protetto. Ma adesso la parola passa alla Corte di giustizia.

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