Da Corriere della Sera del 16/02/2004
L’Iit, la via italiana al Mit
Nascerà oggi a Genova l’Istituto di tecnologia «Una sfida per il Paese»
I ministri Tremonti e Moratti al battesimo dell’ente «Saremo aperti ai privati, nessuna rivalità con il Cnr»
di Giovanni Caprara
GENOVA - Per il mondo scientifico italiano che da tempo fa notizia soprattutto per la povertà di uomini e mezzi, il 16 febbraio resterà una data da ricordare. A Genova i ministri Moratti (Istruzione, università e ricerca) e Tremonti (Economia) ufficializzano la nascita dell’Istituto italiano di tecnologia (Iit), un nuovo ente che si ispira al Mit di Boston e destinato a promuovere e effettuare ricerche in vari campi per sostenere lo sviluppo del Paese. Dei suoi compiti diranno più precisamente oggi i ministri tranquillizzando, forse, coloro che lavorano negli altri centri scientifici, a partire dal Cnr e dalle università, che finora avevano espresso contrarietà nel timore di essere danneggiati.
Per il mondo genovese e ligure è decisamente un grande giorno perché segna un’inversione di tendenza in una città e in una regione che avevano brillato soprattutto per i problemi e il sonnacchioso tirare avanti. Il decisionismo e la prontezza dimostrata nell’unire le forze per far prevalere la loro candidatura contrapposta ad altre sulla carta anche più forti (da Milano a Roma, da Pisa a Bologna) rappresenta indubbiamente qualcosa di positivo. Nell’area esiste una buona base universitaria e industriale legata all’alta tecnologia dalla quale si parte per fare dell’Istituto italiano di tecnologia un motore di sviluppo. Il nuovo organismo nasce come una Fondazione, sarà governato inizialmente dal Ragioniere dello Stato Vittorio Grilli mentre la legge finanziaria ha garantito un finanziamento di 50 milioni di euro per il 2004 e cento milioni per gli anni seguenti sino al 2014. Nei comitati di guida ci sono nomi illustri della scienza, della finanza e dell’industria (Federico Papasso di Harvard, il Nobel Rita Levi Montalcini, Emilio Bizzi del Mit, Galateri, Pistorio, Paul Greeneard della Yale University, Yasuhiko Arakawa del centro Scienze industriali di Tokyo).
«Il nuovo istituto è una scommessa per Genova e il Paese - dice Carlo Castellano, presidente del distretto elettronica e tecnologie avanzate di Genova - E’ necessario combattere il terribile ritardo. L’Istituto non potrà occuparsi di tutto, identificherà delle aree strategiche. Sarà un istituto aperto che stimolerà la partecipazione privata e, di certo, non sarà contro il Cnr».
Per il mondo genovese e ligure è decisamente un grande giorno perché segna un’inversione di tendenza in una città e in una regione che avevano brillato soprattutto per i problemi e il sonnacchioso tirare avanti. Il decisionismo e la prontezza dimostrata nell’unire le forze per far prevalere la loro candidatura contrapposta ad altre sulla carta anche più forti (da Milano a Roma, da Pisa a Bologna) rappresenta indubbiamente qualcosa di positivo. Nell’area esiste una buona base universitaria e industriale legata all’alta tecnologia dalla quale si parte per fare dell’Istituto italiano di tecnologia un motore di sviluppo. Il nuovo organismo nasce come una Fondazione, sarà governato inizialmente dal Ragioniere dello Stato Vittorio Grilli mentre la legge finanziaria ha garantito un finanziamento di 50 milioni di euro per il 2004 e cento milioni per gli anni seguenti sino al 2014. Nei comitati di guida ci sono nomi illustri della scienza, della finanza e dell’industria (Federico Papasso di Harvard, il Nobel Rita Levi Montalcini, Emilio Bizzi del Mit, Galateri, Pistorio, Paul Greeneard della Yale University, Yasuhiko Arakawa del centro Scienze industriali di Tokyo).
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