Da Corriere della Sera del 31/01/2004

Parla il celebre dissidente, che guidò l’insurrezione islamica accanto a Khomeini il 1° febbraio di 25 anni fa

«I Guardiani manipolano le leggi»

L’Ayatollah Montazeri: «In Iran c’è repressione. Come prima della cacciata dello Scià»

di Paolo Conti

QOM - Hossein Alì Montazeri, l'ex delfino di Ruhollah Khomeini, segue con evidente ira lo scontro tra il Majlis (il parlamento iraniano) e il Consiglio dei Guardiani (una corte superiore religiosa che ha bocciato 3.600 delle 8.157 candidature presentate alle elezioni del 20 febbraio, inclusi 85 parlamentari progressisti uscenti). Il braccio di ferro è lo specchio fedele dello scontro progressisti-conservatori.
Montazeri fu tra i padri della prima Costituzione dell'Iran khomeinista dopo la rivoluzione del 1° febbraio di 25 anni fa. Il Gran Ayatollah (il suo rango è il più alto nella gerarchia sciita) ha 82 anni e fino al marzo 1989 era la futura Guida della rivoluzione designata da Khomeini per la propria successione.
Poi fu accusato di incapacità (e di simpatie per la sinistra radicale), esonerato ed emarginato. Dal marzo 1997 al febbraio 2003 è stato agli arresti domiciliari, imputato di aver contestato il ruolo politico dell'attuale Guida, Alì Khamanei. Montazeri ora è libero e vive nella sua casa nel cuore della città santa sciita. Davanti al suo cancello molti fedeli sono in fila per ottenere interpretazioni del Corano. Ma i suoi collaboratori avvertono i visitatori stranieri: «Montazeri libero? Veramente qui intorno molti appartamenti sono occupati da gente dei servizi segreti che continuano a seguire ogni sua mossa ...».

Cosa pensa, Montazeri, dell'attuale scontro tra le due istituzioni istituzioni politiche e religiose in Iran?
«All'inizio della rivoluzione islamica, sulle elezioni dicemmo: il ministero degli Interni e lo scià si sceglievano i candidati da far votare, adesso le elezioni dovranno essere davvero libere. Immaginammo un Consiglio dei Guardiani che vigilasse sul ministero dell'Interno perché svolgesse correttamente il suo lavoro. Non per individuare i candidati... Poi ci fu una revisione della Costituzione, io mi opposi. Hanno manipolato, messo le cose sottosopra... tutto contro le intenzioni originarie. Così oggi invece di libere elezioni abbiamo una selezione da parte di una delle due fazioni in lizza. Tutto ciò è illegale, anticostituzionale».

Quindi lo spirito della rivoluzione islamica è stato tradito?
«Così si ferisce il volto dell'Iran, si creano preoccupazioni internazionali. Tutto per le azioni illegali di pochi. A dover valutare le candidature dovrebbero essere gli esperti locali delle città, che conoscono bene le personalità e le situazioni».

Lei ha anche contestato i diversi Tribunali speciali che affollano e soffocano la giustizia iraniana. Perché?
«Nella Costituzione, che affida al ministero della Giustizia ogni affare giudiziario, non esistono. Tutto ciò delude il popolo che si disgusta del sistema. Khomeini volle i tribunali speciali per un breve periodo. Dovevano sparire. Dopo la sua morte sono stati adottati di nuovo. Le sentenze di quei tribunali sono illegali. Simili abusi avvenivano prima della rivoluzione che c'è stata anche perché non si verificassero più. Invece accadono le stesse cose. E la gente non è libera».

Cosa pensa della continua chiusura dei giornali progressisti?
«In Iran oggi non c'è libertà di stampa. Hanno chiuso più di cento testate, gente preparata e onesta è stata privata del lavoro, hanno ridotto i giornali all'autocensura. Per esempio hanno il divieto di parlare di me. Se lo fanno, vengono subito convocati. C'è repressione, come prima della rivoluzione...»

Lei ha detto: se questa leadership non cambia, lo stesso stato islamico è in pericolo. Pensa che il sistema possa cadere?
«Il consenso del popolo è alla base di tutto. Repubblica islamica significa governo popolare. Se il popolo è deluso, non crederà più alla rivoluzione né all'Islam. C'è molta aggressività da parte del sistema. Invece il Corano parla continuamente di un dio di amore, clemenza, misericordia. Se c'è rabbia e violenza ci sarà un rifiuto...»

Lei non ha un buon giudizio su Khatami. Perché?
«Parla molto ma in pratica fa poco. Prendiamo il sit-in dei parlamentari per protestare contro la bocciatura delle candidature da parte dei Guardiani. Khatami avrebbe dovuto organizzarlo tre anni fa, quando gli stessi Guardiani bocciarono la legge elettorale. Khatami ha adottato la tecnica della calma, ha evitato di far arrabbiare "gli altri". Ma in fondo cos'erano queste riforme? Era la realizzazione delle promesse fatte all'inizio della rivoluzione. Nulla di strano».

Lei ha contestato anche il ruolo di Alì Khamenei...
«La Guida dovrebbe solo indirizzare, appunto guidare. Invece si è messo al di sopra della legge e questa legge non è più in mano al Majlis. Il nuovo articolo 110 della Costituzione gli affida tutte le leve del potere seguito dalla parola "assoluto", compreso il controllo della polizia e dell'esercito, senza responsabilità nei confronti di nessuno. Io mi opposi... Anche per questo mi hanno messo fuori. Invece il presidente ha tutte le responsabilità ma non ha in mano le leve del potere. Ecco il problema».

Come giudica la repressione delle rivolte studentesche?
«Hanno aggredito quei ragazzi, li hanno buttati per terra, li hanno picchiati... Non dovevano farlo! La nostra religione ci dice sui giovani: dobbiamo essere come padri buoni, misericordiosi. Pregando noi diciamo: oh, profeta, tu sei dolce e soave per tutti, se tu fossi cattivo e aggressivo ti abbandonerebbero tutti. E' un insegnamento per chi governa. E invece... I Guardiani hanno bocciato per tre volte una legge del Majlis che aboliva la censura. Se le hanno bocciate, vuol dire che vogliono la tortura!»

Lei recentemente si è espresso anche contro il divieto della stretta di mano tra uomini e donne. Con quali motivazioni?
«Non c'è un divieto. Ho scritto tutto in un parere richiesto da islamici che abitano in Europa. L'Islam insiste sul rispetto dell'interlocutore. Se la donna non giudica quel gesto contrario al rispetto verso di lei, allora è consentito. Si può fare soprattutto con le donne non musulmane che interpretano la mancanza del gesto come una maleducazione. In quanto alle musulmane, se ciò porta a un traviamento della condotta, allora no, non è permesso...».

Sullo stesso argomento

Articoli in archivio

Teheran con un messaggio a Washington apre un nuovo pericoloso fronte di crisi
Khamenei: orrendi gli attacchi alle città sante
di Mimmo Candito su La Stampa del 17/05/2004
La visita
L’offerta di Teheran: sosteneteci con gli Usa, medieremo con gli sciiti
Previsto uno scambio di incontri: l’Italia ospiterà la conferenza dei donatori di Bam
di Paolo Conti su Corriere della Sera del 19/04/2004
L’Iran tenta la mediazione e manda inviati a Bagdad
La svolta dopo la richiesta degli Usa, contatti diretti anche con l’Italia. Frattini: Teheran sta mantenendo gli impegni
di Gianna Fregonara su Corriere della Sera del 15/04/2004
 
Cos'� ArchivioStampa?
Una finestra sul mondo della cultura, della politica, dell'economia e della scienza. Ogni giorno, una selezione di articoli comparsi sulla stampa italiana e internazionale. [Leggi]
Rassegna personale
Attualmente non hai selezionato directory degli articoli da incrociare.
Sponsor
Contenuti
Notizie dal mondo
Notizie dal mondo
Community
• Forum
Elenco degli utenti

Sono nuovo... registratemi!
Ho dimenticato la password
• Sono già registrato:
User ID

Password
Network
Newsletter

iscriviti cancella
Suggerisci questo sito

Attenzione
I documenti raccolti in questo sito non rappresentano il parere degli autori che si sono limitatati a raccoglierli come strumento di studio e analisi.
Comune di Roma

Questo progetto imprenditoriale ha ottenuto il sostegno del Comune di Roma nell'ambito delle azioni di sviluppo e recupero delle periferie

by Mondo a Colori Media Network s.r.l. 2006-2024
Valid XHTML 1.0, CSS 2.0