Da La Stampa del 27/01/2004
Basse le probabilita’ che Bill Gates possa evitare le sanzioni dell’antitrust Ue per abuso di posizione dominante
Monti pronto a condannare Microsoft
In arrivo una multa di 500 milioni
di Enrico Singer
BRUXELLES - Abuso di posizione dominante. L'accusa mossa, ormai tre e anni e mezzo fa, dal commissario europeo alla Concorrenza, Mario Monti, alla Microsoft, sta per diventare una condanna. Con tanto di multa super-milionaria: 500 milioni di euro, a quanto si prevede, se l'impero di Bill Gates non acceterà in extremis le richieste della Ue per rimuovere le distorsioni che il dominio assoluto del sistema Windows impone al mercato dell'informatica.
Ma i margini di manovra, a questo punto, sono minimi: un'ultima audizione c'è stata a metà dello scorso novembre senza sviluppi positivi e fonti concordanti di Bruxelles confermano che la bozza del verdetto è già scritta. Dopo la bocciatura della fusione tra General Electric e Honeywell, decisa il 4 luglio del 2001, questa contro Microsoft si annuncia come la più clamorosa delle sentenze dell'Antitrust europeo.
La portavoce di Mario Monti, Amelia Torres, non ha confermato ufficialmente che il verdetto è già pronto, ma ha detto che «nessuno si dovrebbe sorprendere del fatto che la Commissione sta arrivando alla decisione finale». L'inchiesta, in realtà, è stata lunga. L'apertura del dossier è del 3 agosto del 2000: fu la denuncia di Scott McNealy, presidente della Sun Microsystems, una società americana di software concorrente, a far scattare la procedura. Da allora i sospetti sono diventati certezze agli occhi dei servizi di Monti.
Tanto che il 6 agosto del 2003 era partito per Redmond - il quartier generale di Bill Gates - una specie di ultimatum: Microsoft avrebbe dovuto fornire agli altri operatori le informazioni necessarie perché i loro prodotti potessero essere «interfacciati» con Windows.
Non solo. Avrebbe dovuto dissociare la vendita del suo programma Media Player - per l'audio e i video su Internet - dal sistema operativo Windows. Alla Microsoft erano state anche suggerite due diverse soluzioni: mettere sul mercato una versione di Windows senza Media Player, oppure offrire versioni con altri software, come Real Player o Quick Time, prodotti da società concorrenti.
Tutto quello che viaggia su Internet - dai siti Web alla posta elettronica - è il nuovo grande business dell'informatica e il controllo del sistema per accedere a suoni e immagini è veramente strategico. E Bill Gates sfrutta la posizione già dominante del suo Windows per controllare anche questo mercato attraverso la vendita abbinata di Media Player infrangendo - secondo Bruxelles - le regole della concorrenza.
Dopo l'ultimatum dell'agosto scorso, ci sono stati gli ultimi scambi di considerazioni e anche un'audizione a metà novembre.
Ma le fonti comunitarie riferiscono che «non si sono determinate le condizioni per una soluzione negoziata». Da qui la scelta di Monti di procedere alla stesura della decisione finale che potrebbe essere annunciata al massimo entro tre mesi. L'Antitrust conferma che Microsoft «ha violato e continua a violare» le regole della Ue «indebolendo la concorrenza e soffocando l'innovazione dei prodotti». Sull'entità della multa c'è un margine d'incertezza.
In base alla legge potrebbe arrivare fino al 10 per cento del fatturato - e in questo caso sarebbe di 3,2 miliardi di dollari - ma si dice che la proposta sarà di 500 milioni di euro. Un brutto colpo, comunque, per Bill Gates che proprio ieri è stato nominato dalla regina Elisabetta «comandante dell'Ordine dell'Impero britannico». Un titolo che non gli toglierà l'amaro dalla bocca per questa giornata.
Ma i margini di manovra, a questo punto, sono minimi: un'ultima audizione c'è stata a metà dello scorso novembre senza sviluppi positivi e fonti concordanti di Bruxelles confermano che la bozza del verdetto è già scritta. Dopo la bocciatura della fusione tra General Electric e Honeywell, decisa il 4 luglio del 2001, questa contro Microsoft si annuncia come la più clamorosa delle sentenze dell'Antitrust europeo.
La portavoce di Mario Monti, Amelia Torres, non ha confermato ufficialmente che il verdetto è già pronto, ma ha detto che «nessuno si dovrebbe sorprendere del fatto che la Commissione sta arrivando alla decisione finale». L'inchiesta, in realtà, è stata lunga. L'apertura del dossier è del 3 agosto del 2000: fu la denuncia di Scott McNealy, presidente della Sun Microsystems, una società americana di software concorrente, a far scattare la procedura. Da allora i sospetti sono diventati certezze agli occhi dei servizi di Monti.
Tanto che il 6 agosto del 2003 era partito per Redmond - il quartier generale di Bill Gates - una specie di ultimatum: Microsoft avrebbe dovuto fornire agli altri operatori le informazioni necessarie perché i loro prodotti potessero essere «interfacciati» con Windows.
Non solo. Avrebbe dovuto dissociare la vendita del suo programma Media Player - per l'audio e i video su Internet - dal sistema operativo Windows. Alla Microsoft erano state anche suggerite due diverse soluzioni: mettere sul mercato una versione di Windows senza Media Player, oppure offrire versioni con altri software, come Real Player o Quick Time, prodotti da società concorrenti.
Tutto quello che viaggia su Internet - dai siti Web alla posta elettronica - è il nuovo grande business dell'informatica e il controllo del sistema per accedere a suoni e immagini è veramente strategico. E Bill Gates sfrutta la posizione già dominante del suo Windows per controllare anche questo mercato attraverso la vendita abbinata di Media Player infrangendo - secondo Bruxelles - le regole della concorrenza.
Dopo l'ultimatum dell'agosto scorso, ci sono stati gli ultimi scambi di considerazioni e anche un'audizione a metà novembre.
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