Da La Repubblica del 25/11/2003
Originale su http://www.repubblica.it/2003/k/sezioni/politica/finisr/anselmi/anselm...

L'uscita di Fini dall'ambiguità

di Giulio Anselmi

DENSO di valori simbolici, il viaggio di Gianfranco Fini in Israele rappresenta la riconciliazione con lo Stato ebraico e la definitiva pacificazione con gli ebrei italiani. L'incontro col premier Ariel Sharon significa infatti per il nostro vicepresidente del Consiglio il riconoscimento, atteso per quasi un decennio, che il suo passato di neofascista viene considerato definitivamente alle spalle e il suo pieno "sdoganamento" sul piano internazionale. La visita allo Yad Vashem, monumento e museo dell'Olocausto, fianco a fianco col presidente delle comunità ebraiche italiane Amos Luzzatto, è la prova che gli ebrei d'Italia credono alla radicalità dello strappo del leader di Alleanza nazionale.

Di colui che a lungo è stato considerato l'erede politico e culturale di chi organizzò la persecuzione della loro razza, la deportazione e lo sterminio dei loro familiari.

Fini era consapevole della portata del suo viaggio e attentissimo a mostrarlo nelle parole e negli atteggiamenti, la rituale kippà sul capo, le bandiere italiana e israeliana al bavero della giacca, una serie di sospiri e sussurri nel memoriale buio dove un gioco di specchi moltiplica in migliaia di fiammelle il ricordo del milione e mezzo di bambini vittime della Shoah. Ma il segno politico impresso alla giornata va ben al di là della commozione e rappresenta un netto passo avanti sulla via della condanna del fascismo e delle sue responsabilità. La denuncia delle leggi razziali come "una pagina vergognosa del nostro passato" era già stata pronunciata, ma ieri, per la prima volta, Fini ha esplicitamente attribuito la responsabilità di quelle norme "infami" al fascismo che le approvò. E, come ha sottolineato Luzzatto, "una cosa è parlare delle leggi razziali, un'altra è dire da chi sono state fatte".

L'altro passo avanti Fini lo ha compiuto, citando la Repubblica di Salò tra le pagine negative della nostra storia perché colpevole "delle discriminazioni e delle persecuzioni degli ebrei e di altre minoranze". Ed è uno strappo non da poco. Fini infatti ritiene da tempo di non avere più conti aperti o esami cui sottoporsi per quanto riguarda l'eredità del fascismo. Come ha ricordato pochi giorni fa, in un dibattito tenuto nella sede di questo giornale, "lo dissi già a Fiuggi, forse nel momento più complesso: dobbiamo uscire dalla casa del padre con la certezza di non farvi più ritorno". Ma An è erede diretta del Movimento sociale, che dell'esperienza politica e sociale di Salò è filiazione diretta. E quindi il taglio è netto, doloroso, forse non facile da digerire per una parte della base del partito.

Per questo è giusto dare atto a Fini del coraggio, della rapidità e della radicalità con cui ha affrontato la propria storia e il proprio passato. Al di là delle sue ragioni profonde, cui è doveroso prestar fede, le motivazioni politiche vanno ricercate nel ricollocare il suo partito al centro, tenendo d'occhio il dopo-Berlusconi. Contano poi, e vanno sottolineate, le reciproche convenienze del leader italiano e del premier di Gerusalemme: il primo teso ad accreditarsi come l'amico più amico di Sharon, superando d'un balzo le critiche che vengono mosse anche da molti israeliani alla politica di quest'ultimo; il secondo interessato all'appoggio italiano in un'Europa piuttosto diffidente. Ma a pesare veramente è il timbro di approvazione ottenuto da Fini, un segno spendibile nel mondo come prova di una definitiva rottura. E il giorno che consacra la definitiva accettazione del capo di An, è stato più importante per lui, come hanno sottolineato con scarso fair play fonti del ministero degli esteri israeliano, che per lo stato ebraico.

Oggi Fini è il capo di una forza politica decisa a uscire dall'ambiguità per ridefinirsi, il leader di un partito che ha dato l'ultimo colpo d'accetta alle sue radici. Il punto è capire fin dove alla maturazione democratica di Fini, che si esplica in termini di potere, corrisponda la percezione che gli elettori di An hanno di sé e della propria identità. Siamo di fronte a molto di più di una revisione politica. Cosa faranno coloro che, a fine anni Ottanta, plaudivano a Fini mentre celebrava l'eredità ideologica del Ventennio prospettando come orizzonte del Msi "un fascismo del 2000", dai valori eterni, immodificabili e non storicizzabili? Seguiranno il percorso del capo, secondo la logica che il capo decide per tutti? Oppure preferiranno un occhio d'indulgenza al proprio passato come quello espresso da Silvio Berlusconi, assai scettico sulle malefatte del Duce, al pari di tanti altri revisionisti?

Se non vuole rischiare di essere un leader sradicato, Fini deve seguire il suo percorso fino in fondo, concludendolo anche simbolicamente con la cancellazione dallo stemma del partito delle fiamme che ancora lo collegano al Msi. Allora la sua lunga marcia sarà compiuta. Ma la tappa di ieri va comunque ad onore di un uomo politico che ha saputo buttarsi con coraggio nel mare aperto della democrazia: ieri a Gerusalemme è stato compiuto un passo decisivo per la costruzione di una destra civile. E la storia d'Italia dimostra che non è una cosa da poco.

Sullo stesso argomento

Articoli in archivio

E Fini all’esame di Israele si fermò solo su El Alamein
Il leader di An agli ebrei italiani: dialogo avviato ma serve tempo per approfondire
di Aldo Cazzullo su Corriere della Sera del 26/11/2003
 
Cos'� ArchivioStampa?
Una finestra sul mondo della cultura, della politica, dell'economia e della scienza. Ogni giorno, una selezione di articoli comparsi sulla stampa italiana e internazionale. [Leggi]
Rassegna personale
Attualmente non hai selezionato directory degli articoli da incrociare.
Sponsor
Contenuti
Notizie dal mondo
Notizie dal mondo
Community
• Forum
Elenco degli utenti

Sono nuovo... registratemi!
Ho dimenticato la password
• Sono già registrato:
User ID

Password
Network
Newsletter

iscriviti cancella
Suggerisci questo sito

Attenzione
I documenti raccolti in questo sito non rappresentano il parere degli autori che si sono limitatati a raccoglierli come strumento di studio e analisi.
Comune di Roma

Questo progetto imprenditoriale ha ottenuto il sostegno del Comune di Roma nell'ambito delle azioni di sviluppo e recupero delle periferie

by Mondo a Colori Media Network s.r.l. 2006-2024
Valid XHTML 1.0, CSS 2.0