Da Corriere della Sera del 10/11/2003

Le manifestazioni

A destra due popoli separati da un abisso

di Gian Antonio Stella

MILANO - Abbaiare, hanno abbaiato. Ma l'«Animale» e il «Botolo Ringhioso», come si chiamavano simpaticamente l'un l'altro Gianfranco Fini e Umberto Bossi dopo la prima rottura del '94, sono rimasti alla catena. Per ora. Forse mai si eran visti, tuttavia, nella storia recente, una diffidenza, un astio, una insofferenza tra alleati così duri, callosi, insanabili. E non solo tra i due capibranco: è dietro, alle loro spalle, che senti montare la voglia di ringhiare, mordere, azzannare. Governo salvo, certo. Per ora. Ma per quanto? Forse fino a gennaio, forse ancora più in là...

Mai come ieri però, al di là della tregua obbligata dal semestre italiano, si è misurato quanto sia profondo l'abisso che separa queste due anime della destra italiana.

Intendiamoci: nella loro sfida nel dì di sant'Oreste, il segretario della Lega e il presidente di Alleanza nazionale, venuto a sbattere in faccia al Carroccio la sua volontà di riprendersi anche simbolicamente Milano («Siamo noi, qui, il secondo partito dopo Forza Italia», ha ricordato al microfono Ignazio La Russa), Giuseppe Verdi e il «Va’ pensiero», sono stati alla larga dagli attacchi diretti e personali. Conoscono troppo bene, entrambi, i giochi, le regole e i limiti della politica, per non tenersi un margine di ripiegamento. Sono i rispettivi popoli, dicono le manifestazioni di ieri, che proprio non si sopportano più. E che rinfacciando l'uno all'altro le delusioni patite in due anni e mezzo di un governo nel quale, per motivi diversi, faticano a riconoscersi.

Vien giù che è una meraviglia, cartone dopo cartone, il «muro di Berlino» abbattuto alla Fiera dai nazional alleati per celebrare la fine del comunismo. Meno facile, per Fini, è strappare l'applauso sui risultati di un esecutivo che tanto aveva promesso. Rivendica il bilancio «largamente positivo»? Silenzio. Assicura che oggi c'è «una maggiore percezione di sicurezza»? Cenni di assenso.

Polemizza con chi sostiene che il governo galleggia dicendo che «forse noi galleggiamo ma altri affondano»? Applausini. Vanta la creazione di «700 mila nuovi posti di lavoro»? Sorrisi di solidarietà.

Gli applausi, però, deve andare a cercarli altrove. Nell'orgogliosa rivendicazione dell'idea del voto agli immigrati in regola («Un Paese che ha avuto la nostra storia non può non riconoscere agli altri i diritti che chiedevano i nostri emigrati») alla faccia dei fischi di contestazione che segnalano dolorose fratture interne. Nelle parole contro la sinistra dalla quale «non accetta lezioni». Nelle stoccate a Giulio Tremonti, l'«oracolo di Delfi» che non vuol cacciarsi in testa che «quattro teste pensano meglio di una, specie in questi frangenti economici». Ma soprattutto nei messaggi alla Lega: basta con questa idea che «qualcuno ha diritto alla libera corsa e altri devono portare il peso della mediazione» (scroscio di battimani), basta con gli attacchi volgari a Roma (acquazzone), basta con le accuse di tradimento perché «sono stati altri che già in passato hanno mancato la parola data» (diluvio).

E via via che nel catino della Fiera emergono questo fastidio, questo rancore, questa voglia del popolo di An di restituire alla Lega un po' dei calci ricevuti in questi giorni (vedi i titoli della Padania su «Mohammed Fini» e «Abdul Nania»), monta a pochi chilometri, dentro l'altro catino dell'ex Palavobis, il fastidio e la rabbia dei leghisti verso quella che il Senatur per un certo periodo ha chiamato, con uno dei suoi britannici eufemismi, «la porcilaia fascista».

Mario Borghezio barrisce contro l'ipotesi di arruolare nell'esercito volontari extra-comunitari in regola: «Non vogliamo un esercito di Zulù». Alessandra Guerra, messa alle spalle l'umiliante trombatura alle «regionali» del Friuli, marchia l'odiato alleato come «il compagno Fini». Un manifesto chiede a caratteri cubitali: «Fini ieri fascista, oggi paladino degli immigrati, domani no-global?». Alessandro Cé accusa: «Fini è uno strumento dei poteri forti che ancora ci sono all'interno del palazzo», uno che «voleva insidiare la Lega e la leadership di Berlusconi».

Stefano Stefani arriva a mettere ai voti (proposta approvata a straripante maggioranza) una mozione che dice «mai più con l'Udc e An». E quasi viene giù il palazzetto quando Roberto Castelli, parlando dei franchi tiratori additati dai leghisti nei democristiani e negli aennini di «Casini e Fini / ladri di bambini», parla di «piccoli sorci con le mani sudate e gli sguardi furtivi».

Boato: «Spor-cac-cio-ni! Spor-cac-cio-ni!».

C'erano voluti anni, per superare l'odio reciproco dopo il ribaltone del 1994. Quando il presidente di Alleanza nazionale definiva Bossi «il Cossutta della destra», «un venditore di fumo» portato a dire «solo bestialità», un «ubriacone» e un «criminale politico». E veniva ricambiato dal Senatur con i peggiori insulti: «Magnone romano», «Stalliere di Berlusconi», «stracchino nero», «una nullità da affrontare baionetta contro baionetta». Anni per smaltire gli strascichi d'una battaglia in tribunale finita con la condanna del segretario leghista reo di avere detto: «I fascisti li abbiamo cacciati dal Nord 50 anni fa, a fucilate. Se s'azzardano a ritornare, li accoglieremo allo stesso modo... Se sapete che qualcuno ha votato An, prendetegli nome e cognome. Su questo non scherzo: al momento giusto, se sarà necessario, la Lega andrà a casa a prenderli». Giorno dopo giorno, siamo tornati lì.

Alla rissa. E sarà dura stavolta, per Silvio Berlusconi, dire: «Abbiamo lasciato sfogare un po' i ragazzi». Gongolò Giulio Tremonti dopo la nascita del governo: «Dal '94 ad oggi per noi del Polo è come se fossero passati non sei ma seimila anni». Sarà. Ma da allora non ne sembrano passati due ma duemila.

Sullo stesso argomento

Articoli in archivio

A comic opera
The ins and outs of politics in Italy
su The Economist del 21/04/2005
 
Cos'� ArchivioStampa?
Una finestra sul mondo della cultura, della politica, dell'economia e della scienza. Ogni giorno, una selezione di articoli comparsi sulla stampa italiana e internazionale. [Leggi]
Rassegna personale
Attualmente non hai selezionato directory degli articoli da incrociare.
Sponsor
Contenuti
Notizie dal mondo
Notizie dal mondo
Community
• Forum
Elenco degli utenti

Sono nuovo... registratemi!
Ho dimenticato la password
• Sono già registrato:
User ID

Password
Network
Newsletter

iscriviti cancella
Suggerisci questo sito

Attenzione
I documenti raccolti in questo sito non rappresentano il parere degli autori che si sono limitatati a raccoglierli come strumento di studio e analisi.
Comune di Roma

Questo progetto imprenditoriale ha ottenuto il sostegno del Comune di Roma nell'ambito delle azioni di sviluppo e recupero delle periferie

by Mondo a Colori Media Network s.r.l. 2006-2024
Valid XHTML 1.0, CSS 2.0